La rivoluzione digitale: Opportunità e Barriere

Alessandro Niglio
Alan Advantage
Published in
5 min readJul 3, 2022

Si parla molto di Rivoluzione Digitale, Economia Digitale, Industria 4.0, Transizione 4.0.

L’espressione “4.0” rimanda immediatamente al concetto di trasformazione digitale in cui siamo immersi da ormai 10 anni e che riguarda ogni ambito e attività, sia pubblico che privato.

Questo profondo cambiamento nel settore industriale e nella nostra vita quotidiana ha trovato una sua più precisa classificazione come ultima Rivoluzione industriale, la quarta in ordine di apparizione, dopo quelle promosse dal vapore nel Settecento, dall’elettricità nell’Ottocento e dall’informatica nel secolo scorso.

Le rivoluzioni Industriali nella storia

Una trasformazione che, tuttavia, non si limita al solo modo di produrre, ma che coinvolge anche la modalità di erogare i servizi.

Una rivoluzione che porterà con sé una trasformazione che non coinvolgerà solo i processi di produzione, ma tutta la catena del valore di un’azienda, dalla progettazione al servizio post-vendita.

Lungo la catena del valore i processi di produzione saranno ottimizzati attraverso una integrazione tra i sistemi informativi, i prodotti o servizi che vendiamo, i processi di produzione e l’automazione di produzione.

Verranno progettati attraverso un unico processo integrato mediante la collaborazione di clienti, produttori, dipendenti e fornitori.

La tecnologia digitale diviene, pertanto, un eccezionale strumento per ottimizzare la gestione dei processi, efficientare l’uso delle risorse, migliorare l’attenzione all’utenza.

Ma non sono tutte rose e fiori.

Basta semplicemente introdurre il digitale dove prima non c’era?

Quali sono i fattori che ostacolano la “Transizione”?

Ci sono accorgimenti o raccomandazioni da seguire?

Quali le minacce e quali i pericoli?

Chi siamo e come produciamo valore

Per prima cosa bisogna analizzare chi siamo e cosa facciamo. Banale? Non proprio.

Molto spesso occorre prima formalizzare concetti, definire i processi prima di trasformarli.

Alcuni di questi o parte di essi sono solo passaggi inutili o dovuti alla manualità del business.

Mettere l’essere umano al centro della trasformazione: Clienti, Partner, Fornitori e Dipendenti.

Cosa Vendiamo? Cosa produciamo?

Un ottimo modo di formalizzare chi siamo e cosa facciamo è rappresentato dal Business Model Canvas (As Is).

Busines Model Canvas (AS IS)

Dove vogliamo andare

Risulta fondamentale attuare un cambio di atteggiamento mentale, perché a fare da protagonista della catena del valore non è più il prodotto quanto le persone.

I dati in tempo reale, e l’opportuna potenza di calcolo per interpretarli, raccogliere e studiare il sentiment delle persone, risulta molto più facile, e sulla base di ciò, nuovi prodotti potranno essere sviluppati seguendo i suggerimenti dei clienti.

Per questo, tanto più un’impresa è abile nell’ottenere questi dati, interpretarli ed usarli nella catena del valore del prodotto, tanto più sarà in grado di comunicare il proprio valore aggiunto, la propria unicità ed il proprio vantaggio competitivo.

Nuovo Business Model Canvas (TO BE)

Il segreto per inventare nuovi prodotti e servizi sta tutto nell’esaminare il proprio modello di business, analizzare il mercato dei concorrenti, e provare a capire cosa si può eliminare, cosa si deve dare in più ai propri clienti, cosa si deve creare come nuovo servizio.

Necessario mantenere la coerenza del modello di business, capire le interrelazioni fra le risorse le attività e i servizi offerti, mantenere alto il livello del servizio.

Le barriere

La Commissione Europea ha pubblicato i risultati dell’indice DESI 2020, uno studio che misura il grado di digitalizzazione dell’economia degli stati membri dell’UE. L’indice si basa su cinque componenti principali: connettività, capitale umano, uso dei servizi Internet, integrazione delle tecnologie digitali, servizi pubblici digitali.

Ne parlo in un altro articolo https://www.linkedin.com/pulse/digital-trasformation-dati-e-riscontri-alessandro-niglio/

Rapporto Digitalisation in Europe 2020–2021 della EIB Investment Survey (EIBIS)

I dati mostrano che le aziende digitali sono più produttive, impiegano lavoratori più qualificati e prevedono maggiori opportunità di crescita.

Per approfittare dei vantaggi indiscutibili del digitale occorre individuare le barriere interne alla digitalizzazione, reperire e pianificare le risorse necessarie per gli investimenti, pianificare la rivoluzione individuando strategie e priorità.

Le principali barriere sono quindi:

La cultura della carta — in molte organizzazioni, per mia diretta esperienza, si “lavora la carta”. La carta è sacra. Non si parla di pratica o servizio, ma di smistamento della carta. Su di essa vengono apposti timbri, firme. Tutto il processo risiede li. Come le sue inefficienze. Quante informazioni perse, monitoraggi impediti, colli di bottiglia evidenti solo quando si entra nella stanza del funzionario dove sono ammonticchiate pile di carte infinite.

Ostacoli e impatti organizzativi — Fondamentale è comunicare al meglio il cambiamento in atto all’interno della propria organizzazione. Nessuno si deve sentire escluso o minacciato dal cambiamento, bensì coinvolto in esso e trasformato in protagonista del cambiamento stesso.

La paura di perdere il controllo — L’automazione dei processi spinge le persone a preoccuparsi di perdere il controllo delle attività. In realtà un’attenta analisi può consentire di individuare quelle attività che non necessitano di controllo e che quindi sarebbe inutile o dannoso non automatizzare, da quelle che necessitano di una valutazione e/o approvazione, e in quel caso spingersi ad integrare il processo in un flusso informativo, facilmente tracciabile e monitorabile.

Furto dei dati online — I crimini informatici stanno diventando una principale fonte di preoccupazione. Ovviamente qui non si vuole sottovalutare questo fenomeno, né sminuirlo. Anzi. Le tecnologie moderne consentono di gestire queste minacce e monitorare flussi ed accessi. I processi manuali di contro non garantiscono alcun monitoraggio al furto di dati o al tentativo fraudolento di manometterli. In molti uffici documenti sensibili vengono lasciati sulle scrivanie senza nessun tipo di controllo. Smaterializzare le informazioni permette di implementare accessi e utilizzo delle informazioni, esattamente a chi ne ha bisogno e chi è autorizzato a farlo.

Conclusioni:

La rivoluzione digitale è ineluttabile.

Non è una semplice traduzione di quello che si fa ma va studiata attentamente rispetto alle modifiche ai modelli di business, alle organizzazioni e i processi e riguarda pesantemente i dati e le informazioni.

Da ultimo ma più importante, deve mettere l’essere umano al centro della rivoluzione.

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