Al paese non serve solo qualche nuova startup
Google VP: Here’s How to Get Bought By Us: “If you’re a startup looking for the fabled goldmine of a Google exit, here’s the guy you’ll want to meet: David Lawee.
The search giant’s VP of Corporate Development, along with CEO Larry Page, signs off on the dozens of acquisitions and acqui-hires made every year, large and small. (One got added to the latter category Tuesday: design firm Cuban Council, which will be shipping off a portion of its team to help improve the look of Google+.)
So what does it take to impress Lawee? Well, for one thing, being lucky enough to have a startup that covers a particular area of tech Google is curious about right now (and naturally keeps close to its chest).
‘It’s like a giant puzzle,’ Lawee told Mashable, ‘and we’re looking for the missing pieces.’”
Tutti adesso parlano di startup, troppo spesso dimenticando che alla fine una startup ha successo se viene comprata. E dimentichiamo spesso che se nessuno compra la startup, questa muore. Così come dimentichiamo che se le poche startup di successo alla fine vengono comprate da società straniere (come Google qui su), certamente arricchiamo i giovani “startupper”, ma non facciamo nulla di utile per il nostro paese.
Noi abbiamo bisogno di far crescere dimensionalmente le nostre imprese, le centinaia di migliaia di piccole imprese che esistono già, per due motivi:
- Se crescono dimensionalmente sono più capaci di reggere la concorrenza, di investire, di svilupparsi. Piccolo NON è bello. Quanto meno, non lo è più.
- Se le aziende italiane hanno dimensioni mediamente più grandi, allora c’è anche qualche chance in più che siano anche capaci di acquisire startup o quanto meno di diventarne azionisti.
Dovremmo smetterla di guardare a questi problemi o con un approccio ideologico, oppure seguendo la moda del momento.
P.S.: Con questo non voglio sembrare quello che non vuole le startup. Diffido delle mode del momento, tutto qui.