La nuova “Area Verde”, per il clima, la mobilità sostenibile e lo spazio pubblico

Andrea Colombo
Andrea Colombo in Comune
2 min readJan 6, 2021

La nuova Area Verde, prevista dai piani della mobilità approvati un anno fa dal Consiglio comunale, è fondamentale per dare una svolta alle politiche climatiche, di mobilità sostenibile e spazio urbano a Bologna.

Tutelerà l’ambiente e la salute degli abitanti tanto del Comune quanto della Città metropolitana, riducendo ovunque sia il traffico veicolare, cioè la prima fonte di polveri sottili, sia l’inquinamento, causa di tante malattie pregresse che aggravano il Covid-19, sia le emissioni climalteranti, che stanno stravolgendo il pianeta e anche il nostro territorio.

Cambierà e renderà più sostenibili le abitudini di mobilità, portando tutti noi cittadini a scegliere sempre più treni, tram, bus, bici, piedi, parcheggi esterni d’interscambio. Farà calare gli incidenti stradali, quindi morti e feriti. Migliorerà il lavoro di chi deve guidare necessariamente (corrieri, autisti di bus e taxi, etc.) e finalmente non troverà più strade congestionate.

Certo, è una forte novità: come, d’altra parte, all’epoca lo furono SIRIO o i T-days in centro storico. E’ tempo di salvaguardare l’intera città. E queste misure, chiamate “LEZ — zone a basse emissioni”, esistono già in molte città d’Europa, con Londra che è stata apripista nell’ormai lontano 2008, e anche in Italia. A Milano, l’ “Area B” c’è dal 2019 e copre il 72% del territorio comunale; Firenze ha varato poche settimane fa lo “Scudo Verde”, che proteggerà i due terzi del centro abitato.

Affinché l’Area Verde di Bologna sia realmente utile, sono decisive le regole: dovranno riguardare aspetti sia ambientali e climatici (la classe Euro e la fascia di CO2), sia relativi all’occupazione di suolo pubblico (come la massa e lunghezza dei veicoli), ed essere progressive ma tempestive (ben più della attuale ZTL Ambientale del centro, che ferma ora auto di 28 anni fa).

Così potremo anche redistribuire in modo più democratico ed equo lo spazio pubblico. Con meno macchine dentro la città servono meno corsie e parcheggi: i metri recuperati tornano alle persone, con nuovi spazi all’aperto, piazze di vicinato e percorsi pedonali e ciclabili nei quartieri, e al verde urbano, con interventi di riforestazione — due cose di cui abbiamo riscoperto l’importanza con la pandemia.

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