Perché è necessario guardare Black Mirror

Andrea Nale
3 min readOct 17, 2016

--

Il futuro è oggi ed è già in frantumi.

Non ho mai scritto recensioni e mai fatto pubblicità a nulla. Vorrei però che in quest’inizio di ottobre possiate trovare l’occasione per guardare Black Mirror, la Serie Tv più bella che abbia mai visto e che ora sta per tornare, in Italia, con sei nuove puntate.

La serie è inglese, uscita nel 2012, ed ha una particolarità che all’inizio guardavo con sospetto ma che successivamente mi ha sbalordito: ci sono solo tre episodi per stagione, solo due stagioni e ogni episodio non centra nulla con gli altri. Sceneggiatura, attori e storie sono completamente diverse tra loro (un po’ come sarà ora la seconda serie di True Detective rispetto alla prima), l’unico filo conduttore è il rapporto con la tecnologia, con lo schermo nero che macchia e amplifica il narcisismo di ognuno di noi.

Ogni film di fantascienza è proiettato in un futuro che possiamo immaginare seguendo un teorico percorso per cui le tecnologie che abbiamo ora potrebbero svilupparsi in un determinato senso, “ci si arriverà”, diciamo. Ecco che il seme di 1984 o Farenehit 451 lo si può scorgere in determinati eventi contemporanei, così come tutto il prodotto di Asimov sui robot è qualitativamente plausibile ma solo un livello estremamente più alto di come oggi realmente esistono i robot. Tutto però è molto distante, come erano distante le auto volanti immaginate pochi anni dopo che le auto furono messe sul mercato.

The future is broken.

La fantascienza ci dice quello che potrebbe essere lo sviluppo futuro di un qualcosa che abbiamo in nuce nel presente. Ecco, Black Mirror è qualcosa di molto più potente, esso ci mostra non un futuro di compimento della tecnologia attuale ma come basti pochissimo perché la tecnologia di oggi arrivi a distruggere o compromettere fortemente le nostre esistenze. Non dobbiamo fare nessuno sforzo immaginativo per creare nelle nostre teste un percorso dall’oggi al “futuro di Black Mirror” perché Black Mirror è domani o addirittura già oggi e per attendere che quel accade nella serie diventi reale ci vorranno solamente pochi minuti.

Quali tecnologie possono farci precipitare nel buco nero esistenziale di Black Mirror? Vedrete un capo di stato costretto a fare qualcosa di aberrante per colpa di un video virale su YouTube, un video forte che ha perso il controllo delle condivisioni e non è più trattenibile o censurabile. Molti degli status che scrivete su Facebook o delle frasi su WhatsApp! potrebbero essere rinchiuse in un algoritmo che ricrei la vostra personalità dopo la morte, in modo farvi rimanere virtualmente vicino ai vostri cari. Poi vengono i Google Glass, che ne è delle indagini di polizia e dei testimoni in processo se possiamo registrare tutto quello che viviamo? E se non potessimo spegnerli? E se qualcuno semplicemente con il potere di Internet e con insulti alla classe politica riuscisse a vincere le elezioni? Pensereste a Grillo? Ecco, quando dicevo che il futuro buco nero descritto da Black Mirror è oggi e ieri.

Quasi tutte le costanti della vita contemporanea vengono prese di mira da Black Mirror, lo star system, quelli che furono i 15 minuti di gloria di Warhol e che sono ora le 15 views di gloria; quel che ci sembra di aver conquistato con la tecnologia si infrange nel suo massimo potere ed infrange con lui i rapporti umani. Se avete voglia impegnarvi ad utilizzare in modo più critico quel che vi passa sottomano e di svegliarvi un attimino dall’euforia ipertecnologica, se avete voglia di fissare un attimino il punto tra il 2 e lo 0 di 2.0, guardate questo processo di demistificazione ben riuscito e contemporaneo.

L’incubo da cui non si torna indietro però è tremendo, a differenza di ogni film di fantascienza quando si spegne Black Mirror è tutto ancora lì, perché non si parla di alieni e mondi ipermilitarizzati, ma dello schermo nero che avete appena spento e in cui vi guardate ancora.

Buffo, come la realtà del vero mondo diventi veramente vera solo quando uno la vede sullo schermo, dal 21 ottobre, su Netflix.

--

--

Andrea Nale

Ho fondato lungoibordi.it e scrivo su thesubmarine.it, provo ancora incanto per la natura e per la tecnologia: scrivo di animali, uomini ed esistenze digitali.