Pensa come una donna

Forme delle logiche di genere

Ennio Martignago
Anima e Mente
2 min readFeb 11, 2017

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C’è una battuta che circolava sui social dedicata al fatto che il cervello maschile non contempli di fare due cose nello stesso tempo che suona più o meno così:

«Caro cerca di capire…»

«Sono confuso: devo “cercare” o devo “capire”?»

Quest’aspetto della logica maschile non rende semplice il confronto da parte di una donna, certo. Non dipende tanto dal fatto che il maschio non “riesca” a fare due cose nello stesso tempo, ma piuttosto che il suo emisfero sinistro lavora in maniera dominante, ovvero nel campo operativo e quindi in modo sequenziale, mentre quello destro lavora in modo implicito, inconscio: il primo è la mappa e il secondo il territorio.

Nella femmina il rapporto è invertito: la donna vuole che lui le dica che l’ama, mentre per lui è ovvio e non sono cose che c’è bisogno di dire.

Tuttavia, tanto la precisione operativa che quella intuitiva hanno bisogno di una quota a parte di esplicitazione. Per questo negli ambienti come quello lavorativo o quello familiare è importante che non ci sia una dominanza di genere, altrimenti si finisce per dare troppo per scontato su un versante o sull’altro, che finisce in escalation che creano incomprensioni ancora più pesanti nel genere omogeneo, perché a forza di dare per implicito si finisce per svegliarsi in un ambiente sconosciuto e disorientante.

Qual è dunque la logica operativa femminile? Mi viene in mente l’aneddoto reale di un amico collega dei primi tempi del Personal Computer. Lui aveva sviluppato un autentico talento istintivo nel ragionare come il cliente e quando raccontava come riusciva a comunicare argomenti tecnici con le colleghe faceva il seguente esempio:

Lei: «Come faccio a stampare il documento che ho appena scritto?»

Lui: «Che cos’ha ora sul monitor?»

Lei: «Una C maiuscola, un due punti e una sbarra alta a sinistra e bassa a destra»

Lui: «Bene, allora adesso digiti esattamente quello che le dico: pi erre i enne file.txt simbolo del maggiore elle pi ti uno. Capito?»

Lei: «Certo, però il “simbolo del maggiore” è quello di qua o quello di là?»

Lui: (attimo di silenzio) «Lei è destra o mancina?»

Lei: «Destra»

Lui: «Allora è quello di là»

Lei: «Sì. Funziona. Salve»

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Ennio Martignago
Anima e Mente

Master of curiosity and soul sharing, “circlesquaring man” and builder of impossible balancing; ph. d. in psychesoterology, freedomosophy and managemanarchy