Day 1 in Madrid: il viaggio, la Ciudad Lineal e gli ospiti a cena

Antonio Mariani
Antonio Mariani
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3 min readMar 18, 2016

Sono seduto su una tra le tante panchine del Gate, circondato da persone di colori diverse, che parlano lingue diverse, che hanno culture diverse e interpretano ciò che accade diversamente da me. La mia panchina è situata di fronte una grande vetrata, sulla quale mi spalmo con lo sguardo e vedo chilometri di asfalto abitati da aeroplani, solo da aeroplani. È Fiumicino, a Roma, nel Lazio, in Italia ma non la vedo così. È il confine tra la mia quotidianità e la mia curiosità: un vetro che separa la dimensione normale dell’uomo e la sua natura da esploratore, dominatore, conoscitore di colori, lingue e culture che si possono guardare al di qua del vetro e vivere al di là.Sono pronto a salire su di quegli aerei per vivere, arricchirmi e raccontare.

“Un uomo diventa le storie che vive”. Sotto questo motto gli altoparlanti chiamano il mio volo, si aprono i cancelli, scompare il vetro.

Dopo due ore e mezza di volo atterro a Madrid, dove mi attende il mio amico Jaime. Chi è Jaime? Quest’estate non l’ho citato nei miei racconti irlandesi, ma ha accompagnato le mie prime due settimane a Tralee stringendo con me un solido rapporto basato sulla condivisione delle stesse passioni: sport, film, letteratura e la voglia di raccontare attraverso la scrittura. Come molto spesso accade, queste amicizie restano tali per un paio di mesi dopo la “last night” poi si sciolgono nella schiuma del passato. Questa volta l’epilogo è stato differente e sono qui, nella capitale spagnola, ospite di Jaime. Prendiamo l’autobus 53 che ci porta in 15 minuti a casa, nella Ciudad Lineal. Un bel quartiere nel nord-est della città, tranquillo, prettamente residenziale e- come si intuisce dal nome- lineare. Questa precisione della Ciudad crea un forte contrasto con l’irregolarità del centro, sfumata da Calle Alcalà, che in sette chilometri di negozi, ristoranti e piazze collega le due zone. Proprio su questa lunga strada si è sviluppato il mio primo giorno. Infatti Jaime ha organizzato un’uscita per presentarmi ai suoi amici e farmi vivere Madrid da madrileno. Un grande affetto ricevuto e una forte voglia di conoscere “lo straniero” mi hanno fatto trascorrere velocemente il pomeriggio, attraversando un’affollata calle Alcalà tra racconti miei e loro storie sulla città. Soltanto un notevole abbassamento di temperatura e un certo languore (ore 21.20) hanno fatto tornare le lancette a girare nella loro routine matematica, il segnale di tornare.

Rientrati a casa ci attende il papà di Jaime con delle invitanti omelette spagnole servite sul tavolo di fronte la televisione e affiancate da 3 lattine di birra. Ad illuminare la stanza c’è la luce della TV che trasmette le partite di Europa League e a fare da sottofondo c’è la voce squillante e decisa di un telecronista, avvolta dal calore dello stadio. Iniziamo a mangiare commentando lo sport nei nostri paesi, quando suona il campanello: entra il vicino di casa nativo di Liverpool per supportare la sua squadra del cuore in campo contro il Manchester. Questo signore inizia a raccontarmi molte delle sue avventure da tifoso del Liverpool e mi si accappona la pelle quando mi descrive dettagliatamente la tragedia che ha vissuto ad Hazel, durante la storica finale tra Liverpool e Juventus. Dopo i primi racconti l’atmosfera prende un’elettricità fornita dallo spirito di festa spagnolo, unito allo humor di un inglese ormai spagnolo e alla versatilità di un italiano curioso. Termina la partita e il nostro amico può andare a dormire felice, mentre io, stanco, mi corico nel mio letto aspettando che finisca l’effetto dell’adrenalina per chiudere gli occhi e riposare.

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Antonio Mariani
Antonio Mariani

Un sognatore che non smette mai di sognare. Social Media manager @IQUII Co-fondatore di lebistrò.it e appassionato di sport, basket soprattutto.