LA TUSCIA DELLE SLOT

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Grazie all’inchiesta riguardante il gioco d’azzardo elaborata dal Gruppo Editoriale GEDI, gli studenti del corso di Laurea Magistrale in “Informazione Digitale” (LM-91) dell’Università degli Studi della Tuscia hanno potuto analizzare ed interpretare i dati relativi alla provincia di Viterbo.

Hanno lavorato al report: Giorgia Avagliano, Andrea Cristofari, Eleonora Cuccagna, Alessia Davter, Camilla Groppi, Roberto Guidi, Marco Mei, Marco Menegaldo, Andrea Meroi, Nicolò Morbidelli, Livia Risi, Adriano Romaldini, Leonardo Valeri.

LA PROVINCIA E IL QUADRO NAZIONALE

Una spesa complessiva di ben € 320.258.804,82: è quanto è stato speso nel 2017 nella provincia di Viterbo per i differenti giochi d’azzardo. Mediamente ogni abitante ha sborsato € 1.011,21, una cifra che proietta la provincia di Viterbo all’82° posto nella classifica stilata tra le 107 province italiane per quanto riguarda il giocato pro capite.

I COMUNI DOVE SI GIOCA DI PIU’

Il comune che presenta la spesa pro capite record è Bassano in Teverina(€559,04): al netto di un reddito pro capite di € 15.798,23 si registra una spesa media per i differenti giochi di € 1.820,44. Seguono il comune di Gradoli (€359,59) con un giocato pro-capite pari a € 1.127,31 e Viterbo(€359,30) con giocato pro-capite pari a € 1.664,56.

Basandosi sulla divisione della provincia in tre distretti (A,B e C) effettuata dalla ASL, sono stati evidenziati i tre comuni dove si gioca maggiormente:

  • Distretto A: Bagnoregio con un giocato totale di € 4.225.854,46;
  • Distretto B: Tralasciando Viterbo, il comune dove si gioca di più è Tarquinia con € 18.536.285,21;
  • Distretto C: Civita Castellana con € 20.798.909,23.

Da notare che Tarquinia, comune che possiede poco più del quadruplo degli abitanti di Bagnoregio, ha un giocato pro capite leggermente inferiore a quello di quest’ultimo:

- € 1.139,36 per Tarquinia;

- € 1.170, 92 per Bagnoregio.

Dalle analisi effettuate in ciascun distretto è stato riscontrato un caso particolare per ognuno:

Nel Distretto A, ad esempio, Latera non dispone di macchinette di tipo AWP o VLT, perciò gli 828 abitanti si concentrano sugli altri giochi spendendo in totale € 464.929 (circa € 561 a persona, di cui il 90% al gioco del Lotto). Ma è qui che il discorso si fa più interessante, poiché nonostante il gioco del Lotto sia più casuale di quello delle macchinette, il costo finale, cioè la remissione per persona, equivale a € 135 a persona.

Nel Distretto B sono stati presi in esame i comuni di Montalto di Castro e Vetralla, i quali si contendono il terzo posto nella classifica dei comuni con maggior spesa all’interno del distretto.
Confrontando i loro dati si può notare che Vetralla (14.020 abitanti) ha circa il 60% in più della popolazione di Montalto di Castro (8978), con quasi lo stesso reddito pro capite.
La differenza sta però nel fatto che a Vetralla ci sia una spesa maggiore di
€ 86.451.91, sostanzialmente in lotterie istantanee e lotto. Dai dati ufficiali, tuttavia, non risultano spese in agenzie di scommesse, un dato che, dalle indagini svolte sul campo, potrebbe essere incisivo in quanto sul territorio vetrallese sono presenti diverse agenzie di scommesse di tipologia Pdc (punto di commercializzazione).

Nel Distretto C, infine, un caso particolare che si discosta dal trend generale è quello che vede protagonista il comune di Caprarola, che nello specifico con l’Eurojackpot fa segnare un saldo molto positivo di vincite rispetto a quanto speso dai giocatori.
A fronte di un giocato di € 2.094 si è verificato un totale di vincite di
€ 87.206,20, quindi con una percentuale di vincita del 4164% rispetto alla spesa. Ciò è sicuramente frutto di una o più vincite non comuni visto che nel resto della provincia l’Eurojackpot si attesta come uno dei giochi con meno probabilità di vincita, stimata al 22%.
Di minore entità è il caso delle vincita a Capranica nel settore dell’Ippica Nazionale, dove a fronte di una spesa di € 196 si è registrato un totale di vincite di € 290,79, quindi +148% rispetto al totale giocato nel comune e molto di più rispetto alla media provinciale che si attesta sul 61,85% di vincite su quanto giocato.

ANDAMENTO (AWP+VLT) 2015–2017

Per quel che concerne l’andamento delle slot, è stato preso in considerazione il numero di macchinette (AWP+VLT) e le sue variazioni complessive dal 2015 al 2017. Successivamente è stato analizzato l’andamento del giocato delle AWP, confrontandolo con il giocato delle VLT fra il 2015 e il 2017. Infine, è stata calcolata la spesa pro capite (AWP+VLT) nel 2017 e le variazioni percentuali di quest’ultima rispetto al 2016.

Il numero complessivo delle macchinette dal 2015 al 2017 ha avuto questo andamento: da 2178 unità nel 2015 è aumentato a 2294 nel 2016 ed è diminuito a 2153 nel 2017.

Nel 2017 il comune con il maggior numero di macchinette è Viterbo con 570unità. Seguono i comuni di Civita Castellana (126) e Tarquinia (103).
Il comune che ne possiede meno è Barbarano Romano con 2, se non si conta Latera che, come detto in precedenza, non presenta alcun tipo di macchinetta, come Proceno.

Fra il 2015 e il 2017 si è registrato un leggero aumento del giocato complessivo AWP, da € 139.491.925,38 nel 2015 a € 150.684.216,55 nel 2017. Invece il giocato complessivo delle VLT ha seguito il percorso inverso, diminuendo leggermente dai € 68.541.981,18 nel 2015 ai € 68.337.905,55nel 2017.

Nel 2017 il comune con la maggiore spesa pro capite è Bassano in Teverina con € 1.820,44 seguito da Gradoli con € 1.127,31 e Viterbo con
€ 1.664,56. L’ultima posizione è occupata da Proceno con € 44,68.

Infine, si è posta l’attenzione sull’analisi del fatturato AWP negli anni 2016–2017 prendendo in considerazione l’andamento sia in aumento che in riduzione.

L’aumento:

  • Sutri che nel 2016 ha avuto un fatturato di € 2.054.475,11, nel 2017 ha raggiunto una cifra pari a € 4.456.311,22 registrando una crescita di ben € 2.401.836,11;
  • Civita Castellana che nel 2016 ha avuto un fatturato di € 9.063.066,91, nel 2017 ha raggiunto una cifra pari a € 9.492.253,65 registrando un accrescimento di € 429.186,74.

La riduzione:

  • Viterbo che nel 2016 ha avuto un fatturato di € 30.807.895,94, nel 2017 ha raggiunto una cifra pari a € 30.023.034,29 registrando una diminuzione di € 784.861,65;
  • Fabrica di Roma che nel 2016 ha avuto un fatturato di € 5.434.830,29,mentre nel 2017 ha raggiunto una cifra pari a € 4.994.211,15 registrando un calo di € 440.619,44.

LOTTA ALLA LUDOPATIA

Da questa analisi si evince come il gioco nella Tuscia comporti problemi in relazione al fenomeno della ludopatia, per cui diversi comuni si sono visti costretti ad adottare provvedimenti.

Ad esempio Corchiano è stato uno dei primi comuni italiani, dopo Torino, ad emanare un’ordinanza per la limitazione degli orari di accensione delle slot machine ad 8 ore al giorno: dalle 14.00 alle 18.00 e dalle 20.00 alle 24.00, disponendo sanzioni pecuniarie che oscillano dai 500 ai 1500 euro per ogni apparecchio che non rispetti tale normativa. In seguito si è aggregato il comune di Montefiascone: l’ordinanza firmata dal sindaco Paolini prevede il non utilizzo degli apparecchi con premi in denaro e scommesse, dalle 22.00 alle 8.00 del giorno successivo e nei giorni d’apertura delle scuole anche dalle 8.00 alle 13.00 con sanzioni pecuniarie dai 25 ai 500 euro.

Attenzione ai furbi però! È lecito aspettarsi una reazione dai bar e dalle sale gioco com’è accaduto, per esempio, a Torino: per aggirare il provvedimento che limitava l’uso delle slot machine, i commercianti hanno utilizzato dei totem, cioè dei normali terminali che hanno lo schermo spento ma attivabile al tocco e che, dopo aver inserito il denaro, mostrano le app. Dov’è la furbata? Semplice: i vigili hanno poco potere di intervento se non nullo poiché i terminali non sono slot e quindi non possono sequestrarli, possono però segnalare l’accaduto alla Guardia di Finanza che si riserverà di apporre i sigilli. Paradossalmente il provvedimento, piuttosto che ridurre la piaga della ludopatia, potrebbe aggravarla in quanto i minori, tramite i totem, possono conoscere quelle app quindi scaricarle e giocare a casa.

Nel Lazio il 22 ottobre del 2018 è stato approvato dalla regione il testo di modifica alla legge regionale del 5 agosto 2013 volto alla tutela dei soggetti più deboli e maggiormente colpiti dal G.A.P. (Gioco d’azzardo patologico):

Vieta l’apertura di nuove sale da gioco che siano ubicate ad una distanza inferiore a cinquecento metri da aree sensibili, quali istituti scolastici di qualsiasi grado, centri giovanili o altri istituti frequentati principalmente dai giovani, centri anziani, strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o socio assistenziale o luoghi di culto.
I comuni possono individuare altri luoghi sensibili oltre a quelli previsti al comma 1, tenendo conto dell’impatto sul territorio, della sicurezza urbana, dei problemi connessi con la viabilità, dell’inquinamento acustico e del disturbo della quiete pubblica.”.

Anche il comune di Viterbo si schiera a favore della lotta alla ludopatia: il 21 gennaio 2019 è stato approvato in Prima commissione l’emendamento del consigliere Bianchini (Fratelli d’Italia). Si tratta di un provvedimento che prevede degli incentivi e la riduzione delle imposte alle attività che sceglieranno di rimuovere le slot e gli apparecchi VLT dalle proprie sale.
È un primo passo, ma ci auguriamo che si prosegua in tale direzione e che i provvedimenti che si stanno discutendo e quelli attuati siano strumenti utili a combattere questa malattia sociale.

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Mario Pireddu
Apprendimento in rete e Gestione della Conoscenza

Associate Professor @ UniTus, dealing with media, knowledge and education. Sardinian, Linux user, bass player.