Francesco Porto

Il fondatore

Luca Melchionna
Archiporto
2 min readMar 30, 2020

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Il vero fondatore del castello, nel ’400, è Francesco Porto senior. Di lui sappiamo poco, ma sicuramente era il più ricco nobile di Vicenza.

Francesco ebbe un nipote, che portava lo stesso nome, vissuto un secolo dopo. Di lui invece gli storici sanno tutto: potente, colto e con una forte visione del futuro, Francesco Porto junior è l’uomo che ha deciso le sorti e la fortuna del Castello di Thiene, dopo averlo ereditato, scelto a sorte tra sette fratelli.

I Porto sono una delle più illustri casate della nobiltà della terraferma veneta, da sempre alleata con Venezia. Il 14 novembre 1521 il vescovo di Vicenza, su mandato di Papa Leone X, nella cattedrale di Vicenza conferì a Francesco Porto junior il titolo di Cavalier Aureato della sua milizia. Venerdì 25 marzo 1532, alle ore 22.00, Francesco Porto ricevette dal Senato Veneto un’importante carica militare: fu nominato Collaterale Generale in Terraferma, con titolo di Magnifico. In questa veste doveva soprintendere alla formazione delle milizie di terraferma della Serenissima. Esercitò questa carica fino all’anno della sua morte a Thiene.

In quegli stessi anni Francesco dovrebbe avere iniziato un importante restauro del Castello, che lo rese meraviglioso. Nel suo testamento Francesco inserì una clausola per impedire il frazionamento dei beni: l’eredità non solo sarebbe dovuta passare «in stirpes et non in capita» (cioè collettivamente alla discendenza, non ai singoli individui), ma sarebbe stata vincolata anche al Castello di Thiene. La proprietà consisteva in «più di 700 campi vicentini», corrispondenti a circa 300 ettari. Il Castello pur essendo centro di una notevole proprietà agricola e luogo di conservazione dei prodotti, aveva un chiaro intento celebrativo: dava lustro ai proprietari ed era un luogo di vita colta e raffinata.

Alla fine del Cinquecento il cronista Giacomo Marzari descrisse il Castello, sottolineando quanto fosse importante per Francesco: «dilettossi sopra modo delle statue, e figure antiche delle pitture, delle fabbriche, e giardini, facendone testamento il superbissimo Palazzo suo da Tiene da lui riordinato tutto di dentro di figure eccellentissime di pitture rarissime, et altre notabili cose, et fuori di sopra humani giardini, et barchi tutt’intorno di mura cinti, et di aranzi, cedri, limoni, et arbori di tutte le sorti fruttiferi, et di salvaticine di varie specie pieni, cose tutte d’imperatoria grandezza, et per le quali ne seguita alla casa una una stravagante spesa 800 scudi l’anno per l’accoglienza che si fanno quivi a personaggi et altri forestieri e terrieri, che assiduamente a i buoni tempi si vi conducono a vedere questi splendidissimi luoghi».

Bibliografia: Manuela Morresi, Villa Porto Colleoni a Thiene. Architettura e committenza nel Rinascimento vicentino, Milano, 1988, pp. 17–30.

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Luca Melchionna
Archiporto

Founder @ machineria.it. Giornalista. Comunicazione e innovazione nei musei | Le opinioni sono di tutti, basta prendersele.