I Generi

Valentina Manganaro
Aregolad’arte
Published in
5 min readMar 14, 2020

I.T.I.S. Casale, 2° C

Il terzo appuntamento di questo Laboratorio Selvaggio è stato dedicato ai Generi della scrittura.

Sempre con il prezioso aiuto delle opere d’arte, abbiamo fatto una panoramica dei generi di scrittura più comuni, spaziando dal romanzo storico al giallo, dalla fiction alla fantascienza. Poi ci siamo soffermati proprio su quest’ultimo genere e le sue principali sottocategorie, (o sfumature, per rimanere in tema artistico!). Così attraverso collegamenti con film, serie tv e fumetti, abbiamo ripercorso le principali caratteristiche specifiche dei diversi sottogeneri fantascientifici: post apocalittico, viaggio nel tempo, distopia, ucronia, space opera e robotica. Quindi abbiamo riscritto le storie delle famose favole de I tre porcellini e di Cappuccetto Rosso.
Ne sono venute fuori racconti bizzarri e spassosi!
Eccone un assaggio:

Lorenzo e la sua distopia sui tre Porcellini
Il governo centrale ha deciso di assegnare a ogni suo cittadino una casa in mattoni. La realtà è molto diversa, certo le case sono state ridistribuite, ma solo a quelli che appoggiano il governo, e solo i più ricchi. Case di legno per chi non se la passa male. Gli altri case di paglia.
Tutti devono dare il loro sostegno al governo, chi non lo fa scompare e anche chi ne parla male. Per questo le case sono di paglia: possono essere facilmente distrutte dalle guardie e dai loro lupi, quelli addestrati che usano per mantenere il consenso, o meglio, la paura.
Ci sono però alcuni che hanno il coraggio di opporsi alle ingiustizie, sono pochi, ma alcuni sono nelle sfere alte, sono dei membri importanti del Senato, e quindi, del governo. Quella notte, quella del giorno seguente, sarà sempre segnata nella Storia. Le squadre di polizia politica hanno effettuato rastrellamenti in tutta la capitale, e solo pochi sono riusciti a dare una mano ai concittadini. Un porcellino ha nascosto due suoi simili dopo aver assistito a quella scena: uno dei lupi ha distrutto prima una delle case di paglia facendo scappare il suo povero abitante che cerca riparo in una delle case di legno, ma il lupo riesce a tirare giù pure quella e il porcellino, che abita in una delle poche case di mattoni, offre rifugio a entrambi i porcellini, diventando così “Nemico della patria”, una patria che toglie tutte le libertà.

Valentina e un post-apocalittico dal titolo “Occhi familiari”
Tre giorni, tre giorni è durato il contagio. Sono da tre giorni chiusa in cantina, senza avere nessun contatto con il mondo esterno. Piano piano mi sto ammalando anch’io, non sono più così lucida, ma devo andare ad assicurarmi che mia nonna stia bene: è l’unica persona che mi rimane. Con tutte le forze che mi rimangono prendo il mio mantello rosso e risalgo in superficie incamminandomi verso casa di mia nonna. Passo per la via più corta: è l’unico modo, non ce la farò ad arrivare, altrimenti.
Mi sto indebolendo. Faccio una pausa. Sento dei fruscii e vedo uscire qualcuno dalla penombra, è un cacciatore. Entrambi molto restii iniziamo a parlare e racconto tutto, così egli decide di accompagnarmi.
Stiamo per arrivare, il sole sta calando e riusciamo ad entrare a casa della mia nonnina. Meno male che sta bene.
Decidiamo di passare la notte da lei anche perché non arriverò a domani mattina.
Durante la notte sento un rumore in cucina, scendo e trovo mia nonna ripiegata su se stessa, in posizione fetale, mi avvicino preoccupata. C’è qualcosa che non va, mia nonna inizia ad avere tratti animali. Capisco così tutto. Inizio a correre cercando di andare ad avvisare il cacciatore, ma non faccio in tempo perché l’ultima cosa che vedo è un lupo con degli occhi a me conosciuti.

Silvana e un Cappucetto Rosso distopico
Cappuccetto Rosso ormai rimasta orfana e povera decise di uccidere la nonna, vecchia befana milionaria. Allora uscì di casa, ma dovete rientrare essendoci un bombardamento. Poi decise di tagliare dalla fogna della città per arrivare ai piedi della montagna: in cima abitava la nonna. Durante la sua scalata incontrò “Il lupo”, un hacker chiamato così visto che uccise il lupo che viveva nell’appartamento in cui abitava in quel momento. Decisero di rapinare insieme la nonna e ucciderla, poi avrebbero chiamato Cacciatore, famoso trafficante di cadaveri. Arrivati alla porta della nonna Cappuccetto entrò e diede la torta alla nonna poi Il lupo le sparò uccidendola. Diedero il corpo al Cacciatore che lo vendette al mercato. I due diventarono ricchi, ma Cappuccetto non volendo dividere il denaro, sparò a Il lupo mentre dormiva.

Teresa e la sua “Cappuccetto Rosso” in chiave di Space Opera
Cappuccetto Rosso e la madre abitavano in una galassia chiamata 8-b. Un giorno Cappuccetto le chiese se potesse andare dalla nonna nella galassia a fianco, 9-b, per aiutarla a fare una torta, la madre acconsentì e le disse di fare molta attenzione nella foresta di asteroidi, perché ci abitavano in lupi lunari. Rosso quindi si mise in viaggio si avvicinò con la sua piccola astronave alla foresta di asteroidi. Cappuccetto ricordò le raccomandazioni della madre e decise di passarci accanto, ma quasi arrivata alla fine gli passò davanti un lupo lunare. Spaventata Cappuccetto si mise a scappare molto velocemente, però il lupo lunare, avendo dei propulsori sulla propria astronave e conoscendo l’abitudine di Cappuccetto Rosso di andare dalla nonna ogni fine settimana, arrivo prima di lei e mangiò la nonna. Quando arrivò Cappuccetto Rosso notò l’aspetto sospetto della nonna, ma essendo spaventata non le diede molto peso. Ad un certo, proprio quando Cappuccetto incominciò a fondare i suoi sospetti verso la nonna, irruppe una guardia galattica che si accorse subito del lupo al posto della nonna, perché era solito andare a farle una visita. Così sguainò la sua spada laser e decapitò il lupo salvando la nonna. Cappuccetto così fu sempre riconoscente alla guardia e non passò più per la foresta di asteroidi.

Alessandra, e l’opera robotica su “I tre porcellini”
Un giorno i fratelli porcellini andarono ad abitare da soli, ma essendo che c’erano molti lupi in giro, decisero di costruirsi dei robot che proteggessero la casa dai nemici; il più grande mise il bottone di spegnimento sul petto, il medio dietro al collo, e il più piccolo lo nascoste talmente bene che non lo sappiamo neanche noi. I lupi riuscirono a spegnere i primi due robot ed i proprietari scapparono dal fratellino che rimase protetto dalla sua invenzione facendo scappare i lupi, grazie alla sua forza meccanica.

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Valentina Manganaro
Aregolad’arte

Impara l’arte e mettila da parte…sì, ma dove? E perché mai? La Storia dell’Arte è espressione intima di donne e uomini del passato. E qui la voglio raccontare!