Rinnova la tua creatività. Reinventa il tuo business

Cambia le carte in tavola

Giuliano Di Paolo
ARTISTREVOLUTION
Published in
4 min readJun 3, 2016

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Hai sempre lo stesso approccio. Sbagli, ma continui a ripetere i tuoi errori. Ti consideri un’artista, ma quando si parla di creatività legata al business ti volti di spalle. Sono diversi anni che usi pratiche (che credi) differenti, ma in realtà segui costantemente gli stessi principi. Non è ovvio il motivo del tuo essere sempre al medesimo punto?

Nothing But Biz

Quello che fai (o meglio che dovresti fare) non è solo comporre hits, dipingere bei quadri o scrivere trame interessanti. Fin lì ci arrivano in molti. Molti più di quanto immagini. La differenza sta nel:

Cosa faccio dopo avere realizzato un buon prodotto artistico?

L’imprenditoria, la visione d’insieme e manageriale a lungo termine è ciò che può portarti lontano. Molti creano un prodotto e lo affidano al classico editore (o curatore/ente esterno) nella speranza succeda qualcosa.

Conosco personalmente decine di persone (indirettamente centinaia) che lo fanno costantemente. Amano fottersi con le prorie mani (cedono il master o i diritti delle proprie opere in cambio di un pugno di mosche).

L’imprenditore sei tu. Tu decidi la strategia. Tu investi sul tuo business. Tu trai i profitti dalla tua attività. Ma soprattutto gli oneri.

Non lo dico io. Ma Jo-Na Williams, una delle più grandi mentor di creativi al mondo.

Smetti di ragionare come un impiegato e inizia a correre i rischi d’impresa. Se non lo farai tu, non lo farà nessuno (è tempo di sincronizzare la propria mentalità al 2016).

Tech World = More Oppurtunities

La tecnologia ci ha reso più liberi (in molti sensi). Molti storceranno il naso. Soprattutto i romantici e amanti del vintage o mondo analogico.

Ma parliamoci chiaramente.

Lo sviluppo tecnologico non ha solo trasformato il processo di creazione (con un iPad in qualsiasi contesto posso realizzare/editare progetti grafici/fotografici/multimediali/audio). Ma anche quello distributivo e editoriale (ha ancora senso parlare di label?). Quello promozionale (ricordate l’era pre-social?). Quello fruitivo (da l’iPod a Kindle, da Spotify a YouTube, il mondo editoriale non è stato più lo stesso!). Quello mediatico (tra 5 anni esisterà ancora la tv via cavo o la radio fm?).

Ora si può essere nostalgici. Si può essere o meno d’accordo. Ma questo è ciò che è successo (e sta succedendo). Inutile tergiversare.

Il futuro, che lo si voglia o meno, ha sempre ragione.

The New Money

La nuova valuta è l’attenzione. I dischi (in primis) e altri prodotti editoriali non vendono più (vedi sopra). Ora molti daranno al solito la colpa al digitale (download illegale prima, streaming gratuito ora, ecc…).

Non è sottolineando i limiti che si crea un vantaggio competitivo, ma enfatizzando le risorse.

Prendiamo ad esempio i millenials (e con loro i più progressisti). Non acquistano musica (la ascoltano su Soundcloud, Deezer), non ascoltano radio (preferiscono app come TuneIn), non guardano la TV (meglio i curated content su YouTube).

Ripagano i creatori di contenuti condividendo quelli che più apprezzano.

E allora il creativo come ci guadagna?

I grossi brands da sempre investono in eventi importanti (per assicurarsi la loro presenza) o in advertising (per spingere prodotti/servizi). Avere l’attenzione delle persone significa avere maggiori opportunità di essere coinvolti in eventi (conferenze, gigs, vernissage), sincronizzazioni (utilizzo di musica per immagini), consulenze (visual, content editor, creative director).

Da qui la formula attenzione = $

Creativity Is The Limit

Ma il limite più grande è quello che ci poniamo noi stessi.

Nell’arco degli anni ho cercato di espandere la mia sfera creativa il più possibile. Ho imparato e (pratico professionalmente) fotografia, videomaking, graphic design, comunicazione da affiancare all’attività di musicista e produttore. È forse strano?

Kaysha, cantante e producer di afrobeat (rinomato nei paesi francofoni e anglofoni), gestisce una etichetta con cui realizza decine di compilation l’anno, ha un business di abbigliamento/cases e un vlog attivissimo su YouTube.

Brian Hazard (rinomato cantante e produttore) è in auge col progetto Color Theory da anni, gestisce uno studio di mastering e ha un blog di music promotion.

Potrei andare avanti con altri esempi di personaggi trasversali al mondo artistico. Persone che generano entrate da diverse attività creative: business paralleli che si intersecano con il loro core-business.

Il punto è sempre lo stesso. Impara dagli altri: crea una tua linea che abbia un nesso con ciò che sai fare, e con ciò che il mercato richiede.

La Coca-Cola negli anni ’80 incentrò la sua attività sulla vendita di bevande zuccherate (la domanda lo consentiva). All’inizio del 2000 passarono all’acqua minerale (Dasani), per poi spostarsi su energy e soft-drink, sempre spostando l’offerta in relazione alle richieste di mercato (per maggiori info vedi libro di Michael Blanding).

Come vedi non è solo ciò che vuoi fare, ma anche ciò che è richiesto, che consente maggiori margini e può aprirti nuove prospettive.

Ora sta a te.

Originally published at giulianodipaolo.com

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