Baby-boomer, millennial, generazione X, Y o Z . Tu a quale appartieni?

Giuliano Di Paolo
ASKJULIOD
Published in
3 min readDec 19, 2017

L’epoca storica, gli aspetti culturali/sociali, il progresso tecnologico incidono totalmente sulla definizione di costumi e abitudini delle generazioni passate e future. Di seguito un quadro completo sulle categorizzazioni genrazionali e la relazione tra contesto e modelli.

Babyboomer

«La vera religione universale proviene dalle donne, più che dagli uomini — soprattutto dalle madri, le quali portano la chiave delle nostre anime nei loro cuori» (O. Wendell Holmes)

Nati negli anni ‘50/’60, è la generazione che viene subito dopo il secondo dopo guerra. Legati alla rinascita economica dell’occidente, si identificano con il lavoro e la famiglia. La crescita professionale è relazionata al progresso in società. Il posto fisso è prerogativa irrinunciabile. Le rivoluzionarie tecnologie dell’epoca sono: radio e in seguito tv. Subiscono il verbo dei media (dell’epoca) come verità assoluta.

Generazione X

«La felicità non è avere quello che si desidera, ma desiderare quello che si ha.» (O. Wilde)

E’ quella nata tra il ’65 e l’80. Di mezzo c’è la rivoluzione femminista, l’approvazione del divorzio e le lotte di classe. Ma anche l’amore libero prima, e la nascita dei broker poi. Contraddizioni e paradossi distinguono questa era come fonte di crisi identitaria per chi vi è nato. La TV si afferma come mezzo d’informazione e condizionamento predominante. A seguire radio e carta stampata. L’intrattenimento televisivo (tra le altre nasce MTV) e i TG definiscono costumi/cultura di questi anni.

Generazione Y

«Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare» (Seneca)

Nascono tra il ’90 e il 2004 (per l’esatezza). In un epoca di inizio di trasformazioni radicali nell’informazione e nell’intrattenimento. Internet è agli esordi. I social media approderanno solo con l’inizio del nuovo millennio. La nuova progenie è profondamente indipendente. La ribellione culturale della musica grunge (parallelo del rock ’70) sta terminando. I ragazzi nati a ridosso di questi anni hanno maggiore consapevolezza della trasformazione del ruolo della famiglia (i divorzi imperversano) e dell’instabilità del lavoro, che li porterà a credere maggiormente nella possibilità di essere autonomi in termini sia familiari, che professionali.

Generazione Z

«La vita è 10% ciò che ti accade e 90% come tu reagisci alle cose che ti accadono» (John Maxwell)

Nascono dopo il 2005. Crescono in un epoca di iper connettività, e bulimia da selfie. L’identità sociale, sessuale, culturale è messa totalmente in discussione. Instagram, YouTube, Twitter, Facebook sono piattaforme di riferimento, non solo per trascorrere il tempo e socializzare, ma anche per trovare o inventarsi un lavoro (influencer?). Non contemplano minimamente l’idea del posto fisso (alcuni dodicenni guadagnano più dei loro genitori, semplicemente postando con il loro smartphone), radio e tv non esistono nel loro vocabolario (termini sostituiti da Netflix, Spotify, e quant’altro). La loro istruzione è costituita da video tutorial in rete o ricerche su Wikipedia. Rappresentano il futuro. Un tempo definito da termini come pari opportunità, sostenibilità, energie alternative e internet delle cose.

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Originally published at giulianodipaolo.com

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