La supremazia della mediocrità

Giuliano Di Paolo
ASKJULIOD
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3 min readJul 10, 2015

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L‘egemonia dei luoghi comuni

di Giuliano Di Paolo

La mediocrità è ovunque : per strada, nei media, sulla bocca della gente, sotto pelle.

È quella cosa che ci fa parlare per luoghi comuni, credere il calcio sia l’unico sport degno di attenzione o abbronzarsi sia sinonimo d’estate, che ci fa dire “lei non sa chi sono io”, dubitare del diverso, credere il lavoro ci raffiguri o i numeri ci rappresentino.

In sostanza tutto ciò che ci fa allontanare dalla vera immagine di noi.

Chi è il mediocre?

Colui che sta nel mezzo, fra due estremi, ma comunemente, che è inferiore al normale; scarso, di poco pregio (definizione da dizionario).

Colui che si accontenta, si adegua, non si pone domande. Non prende posizione, ma si adagia su quella degli altri. Si aggrega sempre e comunque alla maggioranza (mia definizione).

Io vs io = loro

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Presi dall’affermazione del nostro ego, non ci accorgiamo di ciò che succede intorno a noi. Intrappolati in un quotidiano oberato d’impegni : non pensare o farlo troppo alimenta la piattezza. Un pensiero non finalizzato è contrario alla creatività. La creatività è nemica dell’inetto.

Amiamo esprimere giudizi comodi senza argomentarli. Preferiamo l’inattività all’azione perchè quest’ultima comporta responsabilità. L’opportunità di commettere sbagli.

Per questo il mediocre si nasconde dietro facili sentenze da collettivo. Il senso di appartenenza lo rende forte : impugnando titoli di giornale, evitando l’analisi critica, ascoltando la solita musica o usufruendo di contenuti studiati per sentirsi a proprio agio nella banalità .

Non ha il coraggio dell’individualità. Scaccia la solitudine.

Originalità + semplicità = eccellenza

L’originalità è dote rara. Richiede enorme impegno e ricerca perchè ci si possa avvicinare. Eppure aziende, brand, artisti e personaggi più o meno noti si sono distinti grazie a questo tipo di ambizione.

Semplicità d’altro canto è spontaneità, franchezza, sobrietà. È la cosa più difficile da raggiungere (per ognuno di noi).

Vivendo un’epoca dove tutto è iper strutturato, le relazioni perdono naturalezza, lo status sociale conta più delle azioni, l’apparenza è sostanza, i sogni sono per i perdenti e pensare fuori dagli schemi significa fallimento certo, come reagire?

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Sbagliando s’impara

Assumendosi gli oneri delle proprie scelte, il peso delle parole, l’importanza dei gesti. Tornando al nostro centro originale : io + te = noi. Una somma dovuta. Un risultato necessario.

Dobbiamo tornare a essere curiosi, porci domande, cercare risposte. Studiare, viaggiare, capire, sbagliare.

È doveroso tornare ad agire in prima persona, contemplando l’errore. Correndo il rischio di bruciarsi. Dimenticandosi le soluzioni semplici. Stimolando reazioni. Non esponendo tesi definitive, ma mettendo tutto e tutti costantemente in discussione.

Ciò che faremo oggi potrebbe essere sbagliato domani, ma se non compiamo un percorso come faremo a capirlo?

Inizia a sbagliare. O almeno provaci. È più facile di quanto sembri.

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Originally published at giulianodipaolo.com

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