Perchè Non Siamo Felici?

Giuliano Di Paolo
ASKJULIOD
Published in
4 min readOct 27, 2018
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Partiamo da una premessa fondamentale: non essere sempre felici, non solo è normale, ma è assolutamente naturale! Ora il problema è se la non felicità dura troppo a lungo. E’ giusto e salutare avere momenti di sconforto. Non è normale se una condizione di tristezza si protrae per molto tempo, sfociando in una forma depressiva.

Cos’è la felicità

La felicità non è una condizione di nascita o che si acquisisce. Ci sono persone con una attitudine maggiore verso allegria, spontaneità, serenità. Ma anche se non dovessi rientrare tra queste, sappi che la felicità è una scelta!

Si è felici (o meglio sereni) quando si sceglie attivamente di porsi in una condizione di benessere psico-emotivo, in maniera consapevole. A breve ti svelerò delle tecniche che possono letteralmente trasformare il tuo stato emotivo. Ma prima vediamo quali sono le accezioni che la cultura popolare ha dato all’espressione felicità, come:

La felicità non è data dai soldi / si stava meglio prima / la tecnologia ci ha reso più soli / le cose semplici sono le migliori / ecc

La storia (blueprint) che racconti a te stesso, è quello che determina le tue azioni, e di conseguenza i risultati che ottieni. Se pensi ad esempio che la tecnologia ci ha resi soli, allora non importa il potenziale dietro le apps di dating o comunicazione, la tua mente rimarrà ancorata a questa convinzione, di conseguenza le azioni che compirai per relazionarti con gli altri(ad esempio sfruttare il potenziale comunicativo della tecnologia mobile) saranno molto limitate, con la conseguenza di ottenere risultati mediocri e convincerti ancor di più di quello che racconti a te stesso!

L’uomo fa di tutto per rimanere coerente con ciò che definisce la sua identità. Abbiamo necessità di ancorarci a delle certezze. Le certezze che ci raccontiamo riguardo quello che siamo. Non importa siano vere o meno.

La serenità è più vicina di quanto pensi

Essere sereni avviene con la realizzazione di due componenti: equilibrio nelle varie aree della tua vita e consapevolezza della propria purpose.

Il primo è dato quando ogni sfera della tua esistenza è appagata sopra la media.

Socialità (relazioni), crescita (apprendimento), business (vita lavorativa), spiritualità (ricerca di un significato), amore (relazioni affettive), salute (prendersi cura di corpo e mente), devono superare il 50% della tua soglia personale di appagamento.

Puoi essere soddisfatto di come ti vanno gli affari, ma avere una vita privata mediocre. Avere ottime relazioni ma avere un lavoro non appagante. Curare il tuo corpo, ma essere privo di una ricerca di significato. Quando una o più componenti vengono a mancare, sei nella soglia dell’insoddisfazione, che nel tempo può tramutarsi in atteggiamenti non costruttivi, o autodistruttivi, se non sviluppi consapevolezza a riguardo.

La seconda è la purpose. Che in soldoni significa avere uno scopo nella vita. Qualcosa che vada oltre te stesso, che ti trascenda. La mia ad esempio è:

Rendere le persone più consapevoli, attraverso la comunicazione e gli strumenti creativi, per rendere il mondo un luogo degno dove vivere intensamente ogni giorno.

Lo so può suonare un pò altisonante, ma è quello che voglio fare, e che nel mio piccolo sto già facendo! Avere una purpose ti permette non solo di dare un significato alla tua vita, ma soprattutto di attribuire valore a quella degli altri.

Se hai già un buon equilibrio nei diversi ambiti della tua vita, è arrivato il momento di comprendere il significato del perchè sei qui, come puoi contribuire a rendere questo mondo un posto migliore (eliminando competizione, avidità, ambizione dal tuo vocabolario).

Priming: la direzione della felicità

Se vivi costantemente in una condizione di NON serenità da troppo tempo, è ora di correggere la direzione che dai ai tuoi pensieri. Non importa se sei triste o amareggiato perchè hai perso una persona cara, il lavoro, si è interrotta una relazione d’amore o quant’altro. Puoi letteralmente cambiare il flusso dei tuoi pensieri.

Come farlo? Due modi. Uno dettato dalla mente. L’altro dal corpo.

  1. Focus e reframing. Il focus ci permette di concentrare la nostra attenzione laddove la dirigiamo. Solitamente una mente non allenata tende ad andare dove vuole, un pò come un cavallo pazzo! Ma scegliendo di porre la nostra attenzione sulla gratitudine, sulla bellezza di ciò che abbiamo (relazioni, esperienze, possibilità), creeremo un circolo virtuoso che ci porterà a enfatizzare il positivo che ci circonda. Il reframing invece è necessario qualora viviamo un situazione di sconforto, dove è quindi necessario reincorniciare una situazione negativa, per vedere le opportunità costruttive che si celano dietro ad essa (se ad esempio perdo il lavoro, posso vedere la cosa in prospettiva di iniziare una nuova carriera più appagante).
  2. Motion. Emotion is dictated by motion. Il corpo governa le nostre emozioni, per questo è necessario osservare come quando viviamo in una situazione di grande euforia o entusiasmo, i nostri muscoli facciali, la nostra postura, il nostro attaggiamento fisico cambiano drasticamente, impattando sulla nostra condizione biologica ed emotiva. Imparando a comprendere le diverse sfaccettature, delle dinamiche fisiche/posturali, potrai cambiare drasticamente il tuo stato psicologico ed emozionale, andando a richiamarle.

La felicità è un percorso. Devi innamorarti del cammino che ti porta in questa direzione, imparando ad acquisire consapevolezza di chi sei, delle tue emozioni, delle tue azioni. Non è semplice, ma è necessario imparare a farlo! Non esiste una scuola per questo, ma imparando ad osservarti più in profondità e non smettendo crescere, studiare, apprendere il tuo potenziale, inizierai a mettere tutto in discussione: solo allora farai le scoperte più entusiasmanti.

Ho scritto un libro ARTISTREVOLUTION, che parla dei segreti per trasformare la tua creatività in un lavoro. Lo puoi scaricare su Amazon, Kobo e Mondadori.

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