Trauma da rientro post vacanza? Ecco come risolverlo.

Giuliano Di Paolo
ASKJULIOD
Published in
4 min readSep 1, 2017

Capita a tutti. Molti ne parlano, altri fingono indifferenza. Ma nessuno ne sfugge. Se esiste un problema, esiste una causa. Dunque la prima domanda da porsi è: perchè?

Perchè soffri d’ansia da rientro (o saudagi vacanziera)?

La risposta è più semplice di quanto ci si possa aspettare: c’è qualcosa nella tua vita, nel tuo quotidiano che non va! O forse più di una cosa. Una relazione, il lavoro, le abitudini, le amicizie, i ritmi serrati, i troppi impegni, lo smarrimento.

Ti dirai è normale, ognuno di noi ha qualcosa che non va. E’ giusto che sia così. La vita è sacrificio. Non si può avere tutto. Le vacanze sono giorni di svago per poi tornare alla normalità. Tutto finisce. Anche le ferie. Dunque basta poco per riadattarsi a ritmi normali. E’ solo un malessere passeggero. Una cosa momentanea.

Stronzate!

Perchè la vacanza non può essere una fuga

Per la maggior parte di noi i giorni di vacanza sono una fuga dal quotidiano, appunto da quel malessere che risorge ogni qualvolta ritorniamo alla vita normale. La nostra cultura (occidentale/cattolico-cristiana) descrive la vita come sacrificio, impegno, sofferenza, dolore. Qualche attimo di tregua, in media 20/25 giorni l’anno. Per poi tornare alla routine del malessere. Attenzione: questo malessere post vacanza è davvero momentaneo! Perchè come per qualsiasi altra cosa, ci riadattiamo facilmente a qualsiasi sia il nostro quotidiano, fino ad assuefarcene. E non renderci più conto di cosa sia normale e cosa no!

Si vabbè quante chiacchere! Alla fine non si può essere sempre felici e spensiarati (come in vacanza). La vita è soprattutto compromessi e sacrifici, intervallati da momenti di serenità..

Mai cosa fu più falsa. Ma come dimostrarlo?

Riparti da te stesso

La cosa più comune che facciamo è additare le colpe di ciò che ci succede all’esterno. Tutto dipende sempre da una causa esterna. Il nostro dolore, la nostro routine, i nostri stati d’animo. Non è vero!

Tutto dipende dalla percezione che noi diamo a quel che ci succede all’esterno.

Ti faccio un esempio. E’ probabile che da adolescente, o in un’altra fase della tua vita, ti sia ritrovato/a in una condizione esterna oggettivamente brutta, ma percepissi solo il bello.

Potevi essere in un parcheggio desolato, o nella piazzetta del tuo insignificante paesino, ma circondato dagli amici di sempre, ti sembrava di essere sul Sunset Boulevard o in cima alla torre Eiffel. Oppure ritrovarti in uno squallido monolocale in una zona degradata di una grande città, massacrato dalle zanzare e dal caldo, ma abbracciando la tua donna o uomo, credevi di vivere un sogno hollywoodiano.

E ancora una volta non sono ne gli amici, ne il tuo partner a creare questo peak state, questo stato positivo emozionale, ma il modo in cui tu lo percepisci. Quindi non una causa esterna, ma la tua percezione interiore.

Visione a lungo termine

Dando per scontato che hai iniziato a comprendere le dinamiche che sbloccano emozioni positive, limitando quelle negative (cambiando la percezione da fuori a dentro, assumendoti la responsabilità dei tuoi stati d’animo: prova a leggere tra gli altri Wayne Dyer); è ora di comprendere praticamente cosa non sopporti del tuo attuale quotidiano.

Qualsiasi cosa sia, deve essere sostituito al più presto con qualcosa di nuovo e potenziante.

Che siano abitudini alimentari/sportive, o la mancanza cronica di tempo, l’amore che non va, o il lavoro che non ti piace. Tutto è risolvibile (e se non esiste una soluzione inutile lamentarsene). Basta porsi le giuste domande. E avere un piano a lungo termine.

Perchè i risultati come per tutte le cose arrivano con il metodo e il tempo, ma soprattutto con la giusta motivazione.

Se ti dici di non avere tempo per praticare sport o cambiare abitudini alimentari (cosa che in vacanza ti veniva spontanea) stai solamente giustificando te stesso nel non compiere un’azione. Puoi risolverlo con una migliore gestione delle risorse che già hai.

Se ti lamenti perchè non trovi la persona giusta da amare, mentre in vacanza hai incontrato più opportunità, è semplicemente perchè nel tuo quotidiano non ti crei le occasioni, chiudendoti mentalmente ed emotivamente. Non hai bisogno di essere in vacanza per fare nuove esperienze e conoscere persone.

Se il tuo lavoro non ti piace, allora cerca innanzitutto di capire cosa ti piace, e datti da fare ogni giorno, definendo un planning da qui a 5/10 anni per realizzare le tue ambizioni, acquisendo maggiore libertà e facendo ciò che più ti piace. Anche questo richiede impegno e sacrificio, ma se lo fai per qualcosa che ami, sarà molto più facile da affrontare.

Sapevi che ci sono persone che di mestiere fanno gli youtuber, i travel vloggers o i digital nomads? Hanno totale autonomia nella gestione del tempo e dello spazio (dove lavorare). Se sei una persona particolarmente creativa e avvezza all‘esplorazione e alla tecnologia, potresti prenderli in considerazione.

Soluzioni pratiche

Fondamentalmente esiste una soluzione pratica a qualsiasi problema tu abbia. Ma il mio consiglio è soprattutto di lavorare sulla propria psicologia per trasformare i problemi in opportunità. Partendo dalla ri-definizione stessa di termini come problema, ansia o dolore con termini più produttivi e potenzianti: relativamente possibilità, comprensione, cambiamento.

Modificando la percezione di quello che ci succede, cambia non solo il nostro modo di reagire, ma di vivere.

Non possiamo controllare ciò che ci succede esternamente, ma cambiarne la comprensione: ridefinendo il nostro approccio, ossia cancellando (parzialmente) quello che di sbagliato la nostra cultura ci ha trasmesso.

In apparenza sembrano solo parole, ma ricorda:

le parole che pronunci, diventano la vita che vivi!

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Originally published at giulianodipaolo.com

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