Ruggero Cappello Motivation Letter

Silvia Longhin
Aurorafellows
Published in
5 min readMay 23, 2022

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Sono pochi i momenti della vita in cui vieni costretto a fermarti per riflettere su te stesso, per guardare indietro e fare un resoconto di dove hai lasciato un segno e da cosa ti sei lasciato segnare. Uno di questi momenti per me, è adesso: mi ritrovo davanti alla tastiera incalzato dal problema più critico per chiunque debba dare significato alle proprie parole… “adesso come inizio?”.

Il mio professore di italiano era solito recitare: “Come iniziare è un falso problema! I contenuti sono quelli che contano”. E, forse in questo c’è un fondo di verità, quindi schivo il falso problema. Le cose alla fine, verranno man mano.

Mi ricordo la prima volta che ho ascoltato il discorso dato all’università di Stanford da Steve Jobs, raccontò di tre storie, la prima è quella che ancora oggi mi colpisce di più, iniziò col dire: “The first story is about connecting the dots”.

Unire i puntini per Jobs rappresenta la capacità di creare connessioni tra le esperienze di ognuno, per dare valore anche a fatti delle nostre vite apparentemente distanti tra di loro, che altrimenti non avrebbero fruttato. Provo quindi a fare un esperimento: cosa succederebbe se cercassi dove ho lasciato i miei puntini?

Il primo puntino lo lasciavo 5 anni fa in un Liceo Scientifico di Catania. È in questo momento che faccio la conoscenza di alcuni ragazzi più grandi di me che rappresentavano la scuola nelle varie competizioni di robotica; così mi accettano nella loro squadra ed inizia un capitolo di grande arricchimento e colmo di soddisfazioni che continua ancora oggi. Mettendo a punto uno spettacolo tenuto da delle mani robotiche che abbiamo scherzosamente chiamato “Musicurao” capaci di suonare un pianoforte , riscuotiamo i nostri primi successi conquistando la “RoboCup junior”, dapprima con un secondo posto nazionale, poi partecipando alle fasi europee e ottenendo il quarto posto. Adesso ho una squadra diversa, assieme otteniamo il secondo posto internazionale alla “RomeCup” progettando un robot in grado di affrontare simulazioni di pericolo e mettere in salvo delle vittime di finzione.

Contemporaneamente, ansioso di buttarmi a capofitto nelle nuove opportunità che mi si presentavano, raccolgo tutto il coraggio che avevo in corpo e durante la notte dei ricercatori rintraccio l’allora presidente della Scuola Superiore di Catania (l’attuale Rettore dell’Università di Catania) presentandomi come un amico di suo figlio, chiedendogli informazioni su cosa dovessi fare per entrare nel team di TEDxCatania (al tempo TEDxSSC — Scuola Superiore di Catania), convinto di voler portare il format nella mia scuola. Così entro a contatto con il team di TEDxCatania e coinvolgendo i ragazzi della squadra di robotica, organizziamo un evento TEDxCatania Salon sul tema “La trasmissione del sapere: tra biblioteca e internet” in cui esploravamo i nuovi paradigmi della trasmissione della conoscenza in un luogo emblematico come il nostro liceo. Sono ormai 4 anni che partecipo all’organizzazione di TEDxCatania come volontario facendo parte del Team Curation, dove viene definito il tema e la narrativa degli eventi e dove viene trasformata l’idea di uno speaker in un TED Talk.

Questa esperienza mi ha insegnato quanto sia grande il valore della condivisione delle idee e ad apprezzare la potenza del lavoro di squadra e del networking quando si vive circondati da persone motivate e fuori dal comune. In questo ambiente ho trovato importanti figure di riferimento e raccolto fondamentali lezioni che mi hanno aiutato a mettermi in gioco come mai prima.

Dopo questa prima esperienza di contaminazione extrascolastica inizio a guardare con curiosità al mondo esterno e in particolare sorge il desiderio di confrontarmi con la mia città, così con un mio compagno di classe nasce il progetto GreenCataniaMovement, una pagina social media che mira a sensibilizzare i giovani della nostra città sulle tematiche ambientali organizzando anche attività di pulizia in luoghi simbolici di Catania. È stato il nostro primo timido e ingenuo passo nella direzione dell’attivismo ambientale, di fatto un trampolino di lancio che ci ha permesso di riportare a Catania il movimento Fridays for Future, che dopo la pandemia aveva cessato di esistere nella città.

Grazie al progetto europeo Erasmus+ Media4Democracy, che mette in contatto studenti delle scuole superiori di diversi paesi, mi lascio contaminare da miei coetanei dalla Svezia, Repubblica Ceca, Germania e Olanda, prendendo consapevolezza del mio essere cittadino europeo. Insieme studiamo gli effetti dei mezzi di comunicazione ed informazione sulla società e la vita politica di un paese, attraverso analisi storiche, socio-politiche e indagini statistiche supportate da questionari che ogni paese si impegna a distribuire. Adesso che le restrizioni dovute alla pandemia si stanno allentando, portiamo questo impegno nei paesi di ognuno dei partecipanti, visitando le scuole ospitanti per una settimana ricca di attività e workshop.

Man mano che il mio percorso liceale volge al termine e in cerca di nuove possibilità di crescita e arricchimento, prendo parte a Conthackto dove scopro il valore delle azioni concrete che ognuno di noi può intraprendere nei confronti di se stessi e la realtà che ci circonda: il primo passo per fare qualcosa di grande è iniziare a farla, ed anche se non si mira alle stelle la vera differenza la si fa impegnandosi concretamente.

Questi “puntini” che ho lasciato durante il mio percorso non raccontano una storia esente da fallimenti. Prima di ottenere risultati tangibili nel campo della robotica, una volta finito il mio periodo di gavetta, non è stato facile tornare a essere competitivi sul campo di gara fino a quest’ultimo anno. Il mio percorso a TEDxCatania è stato pieno di soddisfazioni, ma anche di errori causati da miei difetti e inesperienza. Catania non è ancora la città più Green del mondo e il nostro esperimento sociale, seppur regalando soddisfazioni, è stato interrotto.

I “dots” hanno finalmente preso forma su questo foglio, forse è il momento di scrivere l’introduzione mancante.

Cara Aurora,

sono Ruggero ed ho 18 anni, vengo da Catania ed ho tanti puntini da connettere per dare forma al mio futuro, mi aiuterai a trasformarlo in “A story about connecting the dots”?

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