L’accettazione della “ritornata”

Mauro
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di Mauro Lodadio

Dalla prima all’ultima pagina de “L’Arminuta” ci si trova di fronte ad una scrittura cruda, fredda, senza fronzoli, a volte dialettale. Donatella Di Pietrantonio scrive frasi, periodi e capoversi che rispecchiano in pieno il carattere e la sensibilità della “ritornata”. Siamo in Abruzzo ma nessuno lo cita, siamo nel vivo delle campagne e dei paesini abruzzesi, ci spostiamo nella città, ma non sappiamo se si tratta di Pescara o di Teramo. Questo senso di straniamento fa immedesimare ancora di più nell’“arminuta”, un’adolescente che, affidata a una famiglia di città, viene scaricata all’affetto freddo della sua vera mamma, cugina di quella precedente.

Ero figlia di separazioni, parentele false o taciute, distanze. Non sapevo più da chi provenivo. In fondo non lo so neanche adesso.

La trama, semplicissima, si dipana da questo mistero. La “ritornata” chiede a sé stessa e ai suoi numerosi fratelli il perché del suo abbandono. Il secondo, paradossalmente quello più illeggibile e intollerabile.

Sul cuscino mi aspetta ogni sera lo stesso grumo di fantasmi, oscuri terrori.

C’è Vincenzo e c’è soprattutto Adriana, da fratelli mai visti ad amici pazienti, persi nella vita di provincia dell’entroterra abruzzese. Troveranno nell’“arminuta” un prezioso mezzo per provare a scappare dalla povertà economica e culturale di una famiglia malinconica che cinge e avvolge.

Mia sorella. Come un fiore improbabile, cresciuto su un piccolo grumo di terra attaccato alla roccia. Da lei ho appreso la resistenza. Ora ci somigliamo meno nei tratti, ma è lo stesso il senso che troviamo in questo essere gettate nel mondo. Nella complicità ci siamo salvate.

“La ritornata” gradualmente si farà apprezzare dalla sua seconda e vera mamma: i misteri dell’abbandono si sveleranno in un finale in crescendo.

Il romanzo di Donatella di Pietrantonio ha vinto il Premio Campiello 2017: un racconto vibrante, in prima persona, dritto e spedito alle emozioni di chi è madre, di chi è figlio. Tante le domande che restano a libro ultimato: cosa significa scegliere il meglio per il proprio figlio, cosa significa essere figlio di una scelta calata dall’alto. Nel mezzo una scrittura ritmata, verista, ai tempi meno abbienti della provincia degli anni passati.

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Mauro
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E quando si riebbe era disteso sulla schiena su una spiaggia di sabbia ghiacciata, e pioveva da un cielo basso, e la marea era molto lontana.