Le quattro vite di Archie Ferguson

Mauro
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3 min readJan 13, 2018

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di Mauro Lodadio

Esiste un Ferguson n°1, poi quello n°2, il n°3 e, infine, il n°4. Le prime 34 pagine del tomo di Auster sono l’introduzione comune (cap. 1.1), poi le trame si dividono in quattro romanzi, quattro vite possibili del protagonista, quattro infanzie, adolescenze e maturità diverse, ognuna con i suoi co-protagonisti e antagonisti, ognuna con una bambina, ragazza e donna in comune, Amy.

E così nacque Ferguson, e per diversi secondi, una volta uscito dal corpo di sua madre, fu l’essere umano più giovane sulla faccia della terra.

L’opera di maturità di Paul Auster conta 939 pagine che possono essere lette rispettando l’ordine del libro o suddividendo le quattro vite concentrandosi prima sul Ferguson n°1 (2.1; 3.1; 4.1; 5.1; 6.1; 7.1), poi sul n°2, e così via. Ogni vita di Archie, non tutte, consta di 7 capitoli di quotidianità, scelte, emozioni, amori e illusioni. Per questo, il primo metodo di lettura è quello più eclettico, paradossalmente quello più omogeneo: è interessante scoprire come alcuni nomi e ruoli tornino nelle diverse vite, ognuno con il suo bagaglio di esperienze, a volte diverso, talvolta decisivo nelle prove di Archie. Ci sono figure che cambiano il loro ruolo, si sdoppiano tra un capitolo e un altro, si rincorrono e diventano comparse. “4321” è un libro sulle scelte, sui bivi, sulle diverse connessioni che registriamo a seconda delle strade che imbocchiamo.

Sto dicendo che non saprai mai se hai fatto la scelta sbagliata. Avresti bisogno di conoscere tutti i fatti in anticipo, e l’unico modo per disporre di tutti i fatti è essere in due posti nello stesso momento, ma è impossibile.

Paul Auster ha esplorato la vita di Archie Ferguson in tutte le sue sfaccettature, non solo le ha moltiplicate per quattro, ma ha immaginato il suo rapporto con la famiglia, gli amici, la religione, la politica, lo sport, l’impegno scolastico e sociale. Lo ha immaginato nella sua fase di crescita leggere Dickens, Dostoevskij, Kafka; vedere i film di “Stanlio e Ollio” o studiare Bakunin, Marcuse e Adorno. “4321” è un romanzo che esalta la letteratura e la cinematografia, invita ad imitare il percorso culturale di Archie, fatto di libri e videocassette.

- Ne avrai da divertirti Ferguson.
- Per il momento sono sì e no all’inizio. A parte alcune commedie di Shakespeare, non ho ancora letto niente che sia stato scritto prima del Settecento.
- Hai citato Swift. E Fielding, Sterne e Jane Austen?
- No. Non li ho ancora letti.

Sarebbe riduttivo relegare ad un semplice romanzo l’opera di Auster. I mille personaggi che vivono nella testa dell’autore e tra le pagine del libro devono vedersela con il contesto storico: dall’assassinio Kennedy alla guerra del Vietnam, passando per il ’68 e le proteste per i diritti civili. Gli Stati Uniti, e in parte la Francia, sono i veri protagonisti di questa grandiosa ricostruzione storica. Sono i fatti storici, infatti, che si intrecciano con Archie determinando le sue scelte. Se quest’ultime si sovrappongono o si differenziano, in tutte e quattro le vite di Archie sono i fatti storici che non cambiano, restano immutati e vengono affrontati in una perfetta sincronia temporale. Se nel binario n°1 l’assassinio di Kennedy diventa centrale, in quello n°4 è Malcom X e la lotta ad ogni forma di discriminazione ad avere più spazio tra gli interessi di Archie. E poi il ’68, la rivolta alla Columbia University, e, ancora, i sei giorni di proteste di Newark in seguito all’arresto e alle violenze perpetrate al tassista afroamericano nel lontano 1967.

Piano A: lavorare per diventare un avvocato come Thurgood Marshall, lavorare per diventare il primo Sindaco nero di Newark, lavorare per diventare primo senatore nero del New Jersey. Ma se mi andasse male c’è sempre il piano B: compro un mitra e seguo le parole di Malcom X. Con ogni mezzo necessario. Non è mai troppo tardi, giusto Archie?

Se la letteratura, dice Philip Roth, “è l’impulso a entrare nei particolari” perché “come artista le sfumature sono un dovere e resta il dovere di spiegare la complicazione, suggerire la contraddizione e vedere dove, all’interno della contraddizione, si colloca lo straziato essere umano”, Paul Auster ha senza dubbio preso in prestito questi pensieri del collega americano, narrando le molteplici vite di un io, ideando un congegno perfetto di strade a incastri.

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Mauro
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E quando si riebbe era disteso sulla schiena su una spiaggia di sabbia ghiacciata, e pioveva da un cielo basso, e la marea era molto lontana.