Pietro e Bruno tra gli aspri sentieri della montagna

Mauro
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di Mauro Lodadio

In una delle prime cinquanta pagine, Paolo Cognetti scrive che “ognuno di noi ha una quota prediletta in montagna, un paesaggio che gli somiglia e dove si sente bene”. “Le otto montagne”, romanzo vincitore del LXXI Premio Strega 2017, esercita quel fascino che solo la natura sa regalare. Invita, più precisamente, a scoprire quell’altitudine racchiusa dentro il nostro corpo.

Il bello dei laghi alpini è che non te li aspetti, salendo, se non sai che ci sono, e non li vedi finché non fai un ultimo passo, superi l’altezza dell’argine e a quel punto, davanti agli occhi, ti si apre di colpo un paesaggio nuovo.

E’ difficile leggere un libro italiano ambientato nell’arco alpino del nostro Paese. Cognetti ha scelto i piedi del Monte Rosa per raccontare l’amicizia tra Pietro e Bruno: il primo ragazzo di città, il secondo figlio di montanari. Pietro, chiuso tra il silenzio di suo padre e il rumore assordante di Milano; Bruno, alla perenne ricerca di quella quota dove il pascolo degli animali diventa mezzo di sostentamento.

Mi sembrava di essermi perso le cose più importanti, mentre ero indaffarato in altre così futili che nemmeno me le ricordavo.

Cresce su questa dicotomia la trama fatta di torrenti, laghi, abbeveratoi, di incontri e di dialoghi costruiti sul silenzio dei paesaggi. A Grana, il piccolo paese dove Pietro ogni estate incontra Bruno, vanno in scena esplorazioni, escursioni, un nuovo modo di respirare, un itinerario spirituale con ritorni obbligati.

L’estate cancella i ricordi proprio come scioglie la neve, ma il ghiacciaio è la neve degli inverni lontani, è un ricordo che non vuole essere dimenticato.

Ed è proprio questa l’educazione di Pietro, e sarà anche la sua eredità: una mappa dove ripercorrere i sentieri del padre, una piccola baita da costruire, una donna in comune alle prese con una scelta.

Da tempo non si leggeva un premio Strega così sensibile e “naturale”. Peccato per il finale, un po’ troppo frettoloso e sparpagliato.

Qualunque cosa sia il destino, abita nelle montagne che abbiamo sopra la nostra testa.

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Mauro
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E quando si riebbe era disteso sulla schiena su una spiaggia di sabbia ghiacciata, e pioveva da un cielo basso, e la marea era molto lontana.