Ma a Vercelli il turismo come va?

sara rocutto
aVCnamenti

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Uno sguardo ai numeri aspettando #MilanoCortina2026

È stato presentato a fine aprile 2019 l’annuale rapporto della Regione Piemonte relativo ai flussi turistici 2018.

I numeri parlano di un settore, quello del turismo a livello regionale, in crescita, anche per quanto riguarda la provincia di Vercelli.

Ma quali numeri? E in crescita rispetto a quando? Cosa dire nello specifico della città capoluogo? L’impressione avuta in questi anni è di un numero crescente di comitive a zonzo per la città. Ma in questi casi è scorretto parlare di turisti: si tratta infatti di escursionisti. Turista è infatti colui che pernotta almeno una notte. Che di sicuro insomma, spende qualcosa nel posto in cui si trova, che sia per ragioni di lavoro, di famiglia, di piacere.

Ed ecco che se il senso comune ci parla di un turismo in crescita anche in città ecco che invece i numeri ci dicono altro.

Che cosa sappiamo quindi di questi turisti? Di coloro che dormono nella nostra città? Provare a riordinare questi numeri oggi può aiutare a pensare agli spazi che possono esserci per questo territorio in vista dei grandi, limitrofi, eventi futuri.

Cominciamo a vedere, utilizzando i dati disaggregati messi a disposizione da ISTAT, dove dormono i nostri turisti, operazione utile a capire la capacità recettiva vercellese.

[NB: I dati in tabella non tengono conto delle strutture Airbnb presenti in città. ]

Ovvero: se tutti i letti venissero occupati per 9 mesi l’anno le presenze in città potrebbero toccare quota 200.000.

Per provare a capire come va il turismo, tanto più il turismo locale, occorre scindere poi tra arrivi e presenze. Le presenze tengono infatti conto del numero di giorni di permanenza (TMP) di un turista in città, mentre gli arrivi indicano solo le diverse persone che vi giungono. Insomma: 5 persone che dormono in città per 2 giorni equivalgono a una persona che si ferma per 10. Con la differenza che una persona che si ferma per 10 giorni avrà molte più occasioni di spesa…

Così se da un lato potrebbe apparire entusiasmante l’andamento degli arrivi in città, nonostante un calo tra il 2017 e il 2018 (sì, un calo)…

…dall’altro ecco che le presenze ci raccontano una storia diversa. Le presenze calano di oltre 20.000 unità tra il 2015 e il 2016, si risollevano leggermente nel 2017, scivolano di nuovo verso il basso nel 2018.

Nessun boom in città nel 2018 insomma. Anzi.

Nel corso degli ultimi 12 anni il momento di sostanziale crescita per il territorio si è avuto nel periodo 2013–2015 (l’anno di Expo a Milano), quando non solo sono cresciuti gli arrivi, ma anche i tempi di permanenza si sono mantenuti a livelli tali da far crescere le presenze complessive rispetto al crollo del 2010. Quel che è cambiato nel tempo è il tipo di presenze, come si evidenzia dal grafico qui sotto: nel 2017 sono arrivate in città il triplo di persone rispetto al 2006, ma si sono fermate quasi un terzo dei giorni.

Fonte Dati: Visit Piemonte, rielaborazione Tabelau

In linea con quanto accade nel resto d’Italia (ed Europa — Fonte: Banca d’Italia), è un turismo mordi e fuggi, di passaggio, quello che sta riempiendo il vuoto legato al turismo più prettamente legato al lavoro dell’epoca pre crisi. Ed ecco, forse, perché gli arrivi triplicati non hanno mutato sostanzialmente l’economia cittadina, come di fatto non hanno particolarmente mutato l’occupazione dei posti letto.

Riusciranno le Olimpiadi Invernali a animare un comparto di cui si è parlato molto e forse non sempre con il dovuto senso? Sapremo attrezzarci per approfittarne nei limiti delle possibilità del territorio? Avremo il coraggio in caso di dire “vabbè, forse serve sviluppare prima qualche altro comparto”?

Guarderemo ai numeri più che alle illusioni?

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sara rocutto
aVCnamenti

Qualche volta dietro la cattedra, altre attorno a scrivanie a disquisire sul mondo. Ovunque il vino sia buono. Scrissi http://bit.ly/2s4V0Nu