Inizio civile

Andre
AVERE 30 ANNI
Published in
4 min readJan 4, 2017

“Sorry, you have to move from here, other people were here before you. So please go that way”. Lì è scattato l’amore, l’innamoramento inaspettato per il nord. Io mai avrei prenotato, Alessandro il 29 Agosto aveva caldo, era in ufficio, si stava scocciando per non poter abbassare ulteriormente l’aria condizionata ed è andato su easyjet. Ricevo il messaggio: “cià a capodanno andiamo in Danimarca, alla faccia del caldo!” Ora mi è ancora mistero se la prestazione l’abbia rinfrescato in quel frangente, fatto sta che due mesi dopo prenotiamo l’hotel, di rigore scandinavo e amen. Archiviata la pratica. Non ci ho più pensato, non ho avuto di sicuro il modo e poi… non era tra i miei sogni il nord. Uno nato a Udine non ama posti ancora più bui e umidi di solito, e invece…

Invece, tornando alla frase detta dal poliziotto all’inizio, mi sono innamorato. E non del poliziotto, ma di questo posto. La frase era riferita ad il solito pubblico di gente mediterranea che alla parata delle guardie arriva per ultima e si mette davanti a tutti (qui non servono le transenne). Specifico la parte del mediterraneo perché non voglio offendere i popoli evoluti: erano tutti italiani. Ovviamente.

La vergogna di quello sguardo bovino con mascella aperta, il poliziotto che gli gira pure la mappa (di carta, ovviamente, nel 2017) e tutto il nord Europa a riderci addosso, la vergogna mia per lo stesso territorio abitato dal bovino, col quale condivido un paese, ma non la visione della vita. Che pena, che fatica essere sempre quelli riconoscibili come i peggio, i meno evoluti, i Guidos alla scoperta dell’Europa. Che se ci penso bene però, sono gli stessi che seguono Grillo, il complottismo per cui ci deve sempre fottere qualcuno e allora li fotto io. Vorrei fare solo un esempio a questi, che tanto non leggono e non capirebbero il parallelo, a Copenhagen c’è un territorio libero, non danese, che si chiama Christiania. Era il posto dove la comunità hippy decise di fare il suo stato contro ogni sistema, contro la regina, contro le carte, contro il sistema. Bene, a 50 anni di distanza quelli che fuck the system si sono rivelati fucked by the system. Un luogo triste, desolato, di senza speranza in cui l’italiano bovino, ovviamente, si mette a fumare la cannetta orgoglioso sulla montagnola di fronte al laghetto. Lo stesso bovino che guarda me e Ale come due froci, lo stesso bovino che ha il mio stesso cappotto, quello di cui andavo fiero alle superiori, perché costò 800.000£ e che uso da 15 anni quando vado al freddo (il suo ovviamente è nuovo). Quello stesso cappotto che mi veniva indicato come etichetta da chi era alternativo e si rifugiava nell’etichetta del “contro”. Ma per favore. Se il bovino in questione avesse avuto un minimo di pensiero, a dimostrazione che quella nuca non serve a far crescere i capelli e basta, ma a produrre pensiero, si sarebbe accorto che l’eden degli hippy è il posto più triste nello stato (aurtoproclamatosi) più felice d’Europa. Quattro spacciatori in giro, sei disperati a farsi la cannetta e niente, niente di quello che ho sognato davanti a tele+ da giovane, a teatro con Hair, leggendo Kerouak, Leary, i testi della Joplin, dei Jefferson Airplane, di Mama Cass, niente di quello che ho visto a San Francisco c’era. Non c’era beat, groove, calm, sunshine. Solo merda, rifiuti architettonici, di pensiero, di sogni.

Era gente che andava contro e basta. Non contro civilmente, pensando, analizzando. Pensare che tutto il green pensiero nato lì è in mezzo al cemento e macchine rubate, quando la Regina, lei che è il vecchio costituzionale, se riporti indietro il bicchiere del glogg ti da 5 corone.

Sì, è tutto come te lo aspetti. La gente non suona in macchina, attraversa sulle strisce, non parcheggia a cazzo, vanno tutti in bici e sono gentilissimi, mica per una moneta come in Turchia, sono gentili veramente. Perché? Perché se tutto è a sistema, non hai tanti motivi per incazzarti, per fottere il vicino. Le persone ogni settimana hanno trattenuto dalla paga dal 40 al 60% in tasse e nessuno si lamenta. All’inizio pensavo fossero pazzi, poi vedendo come vanno le cose, anche io sarei contento di dare tutti i soldi che già do in tasse. Ma da noi non c’è un discorso civile, partecipato, interessato, accorto, attento, intelligente. Non c’è nemmeno mezza sovvenzione, aiuto, rispetto per un giovane imprenditore come me, sono una macchina da soldi e anticipi per cosa? Mi manca il passaggio. E sarà sta vecchiaia che avanza, la rigidità sempre più radicata, io non ho voglia di alimentare un sistema democristiano di furbetti, strette di mano, accordi, postfascismi che si dicono democratici. Li darei tutti ad uno stato come questo, ben volentieri. I bagni nei musei e aeroporti sono misti, nessuno ti guarda se hai un tuo uguale vicino sottobraccio, non importa il colore, qui hanno inventato il colore scuro per non rafforzare la stupidina, semplicina, distinzione blu-rosa dei vestiti, ci sono due chiese e stanno zitte lì senza dire la loro sulla politica, si fa ricerca, i recuperi architettonici sono un pregio, le aree recuperate non sono asili per ricchi, non c’è differenza tra chi ha di più e di meno. Cambia il posto dove mangiano. Anche la principessa porta i bambini a scuola con la bici. Approfitto per chiedere se, non dico tutta l’Italia, ma almeno Milano possa essere annessa al reame della Margrethe. Per favore.

--

--

Andre
AVERE 30 ANNI

Alle medie volevo essere il Principe di Bel Air, ma in verità ero Raven.