
Fondato dai fotografi Dorin Mihai e Claudio Maria Lerario — e formato da un gruppo di professionisti — Ayzoh! è un centro di fotografia documentaria e progettazione editoriale che opera al fianco dei costruttori di comunità: chi crea unità e non divisione, cooperazione e non competizione, dialogo e non discussione, diversità e non omologazione.
Dove siamo / Contatti
La sede di Ayzoh! si trova a Rimini in Via Lucio Lando 40 (accanto alla Nuova Darsena). Ci puoi sempre contattare scrivendo a hello@ayzoh.com, usando questo modulo oppure attraverso la nostra pagina Facebook.
Cosa facciamo
Il nostro lavoro è focalizzato sulla rappresentazione visuale del significato di senso di comunità — in ogni sua forma e declinazione — attraverso diverse situazioni, culture e latitudini.
Al nostro interno convivono — operando in stretta sinergia tra loro — fotografia e video, grafica e progettazione editoriale, laboratori didattici e un atelier di design.
Operiamo sia in Italia che all’estero, con un’attenzione particolare verso quelle comunità dove — in un mondo multi-locale, formato da identità collettive e individuali in perenne mutazione — la tutela della propria diversità culturale convive con un’attitudine conciliatrice, umanitaria e aperta.
Cosa cerchiamo
Cos’è davvero una comunità? Cosa la crea? Cosa la sgretola? Cosa la distingue da un ghetto o da una setta? E’ possibile conciliare libertà individuale e senso di protezione collettivo? Quali sono i cliché e i pericoli nascosti nelle parole “appartenenza” e “identità”?
E’ davvero tanto utopica l’idea della costruzione di una casa comune, sicura per chi la abita, accogliente per chi ci transita e dignitosa per tutti? Chi ci sta provando? Chi ci è riuscito? Dove? Chi ha fallito? E perché?
Attraverso racconti fotografici e prodotti editoriali, viaggi e reportage partecipativi, ricerche sul campo e transmigrazioni culturali, incontri creativi e circolazione di idee, cerchiamo una possibile risposta a queste domande.
Cosa intendiamo con la parola “comunità”
Il termine “comunità” si presta a infinite interpretazioni e utilizzi. E’ anche una parola en vogue e quindi spesso abusata o distorta, soprattutto quando viene usata per scopi di marketing.
Idealmente, per semplificare e per darci delle linee guida, noi identifichiamo il suo significato più puro nella filosofia dell’Ubuntu: “Io sono quello che sono perché voi siete quello che siete. Io sono quello che sono grazie a quello che siamo tutti”.
Pur se l’Ubuntu è un concetto che appartiene alla tradizione dell’Africa Sub-sahariana, crediamo che sia un buon punto di partenza per definire cosa davvero sia una “comunità” — e cosa non lo è — a qualsiasi latitudine e longitudine | leggi l’articolo dedicato all’Ubuntu
Sostenibilità dei progetti sociali
Ayzoh! è un’organizzazione indipendente e totalmente controllata dai propri membri. Per sostenere la nostra missione abbiamo adottato un modello di business che ci consente di finanziare i progetti a favore delle comunità più marginalizzate — sempre gratuiti per i beneficiari — senza dipendere da donazioni pubbliche o private.
Oltre che da parte dei proventi dei lavori commerciali dei propri membri, Ayzoh! è finanziata dalla vendita di servizi e prodotti — come viaggi, laboratori, corsi per professionisti, etc — che vengono offerti sul mercato come da qualsiasi altra piccola impresa.
Questo ci aiuta a difendere la nostra indipendenza, a mantenere bassi i costi amministrativi, a scegliere con cura i nostri sostenitori, a restare obiettivi e a evitare qualsiasi conflitto di interessi che possa influenzare il nostro lavoro.
Il significato del nostro nome
Ayzoh — አይዞህ (m) አይዞሽ (f) (ayzoh/ayzosh) — è una parola amarica che, a seconda della situazione, può significare “va bene”, “andrà tutto bene”, “spero che non ti sia fatto male” o “non preoccuparti”, “forza!”, “coraggio”.
Gli etiopi la usano per consolare chi sta soffrendo emotivamente o fisicamente oppure per infondere coraggio a chi deve affrontare prove impegnative. Inoltre, in caso di incontri fortuiti, è anche normale rivolgersi alle persone con “ayzoh!” (maschile) o “ayzosh!” (femminile) ancor prima di chiedere se stanno bene.