La mappa della memoria

Alla scoperta della Mantova ebraica
attraverso un’attività ludica, creata dalla I AIN

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Dopo una lezione introduttiva sulla storia degli Ebrei a Mantova e su alcuni aspetti della loro cultura, i ragazzi della 1 AIN sono stati divisi in 7 gruppi. A ciascun gruppo è stata assegnata una delle tappe previste nel nostro viaggio “Alla scoperta degli indizi della Mantova ebraica”, celata agli altri.

Ciascun gruppo ha creato un indovinello o un crucipuzzle per i propri compagni, che si sono sfidati in una gara di velocità nell’interpretare e scovare l’indizio il giorno del nostro viaggio.

Cartina alla mano, il 17 maggio, in centro a Mantova, per le strade del vecchio quartiere ebraico, ogni gruppo ha accompagnato gli altri nella propria tappa e sottoposto loro il quesito preparato. Corse, urla di gioia, sorprese hanno connotato il nostro viaggio nel passato e nel presente!

Nel pomeriggio i ragazzi sono stati accolti da Licia Norsa nella sinagoga in via Govi 13, che oggi è anche sede della comunità ebraica. Smontata nel 1904 da v. Scuola Grande, fu qui ricostruita. Ex casa di riposo israelita, una targa ricorda i 41 ebrei della casa di riposo portati al Binario 1 della stazione centrale di Mantova per la deportazione il 5 aprile 1944.

Il Ghetto di Mantova

Nel 1610, per volere di Vincenzo I Gonzaga, su pressione del Vescovo della città Francesco Gonzaga, viene istituito il primo ghetto mantovano.

Agli Ebrei è imposto il distintivo di riconoscimento: agli uomini un cerchietto di panno giallo sulla parte sinistra dell’abito, sopra la cintura, oppure un nastro giallo attorno alla calotta del berretto; alle donne orecchini ad anello oppure un velo giallo sulle spalle.

Gli Ebrei saranno costretti a trasferire la loro residenza nel ghetto, dentro al quale saranno sistematicamente chiusi di notte da 4 cancelli. Il ghetto sarà chiuso nel 1790 con l’arrivo di Napoleone, riaperto con l’introduzione delle leggi razziali nel 1938.

Prima tappa

Tappa 1: quesito

Ti aspettavano amici e famigliari, sapevi sempre dove
trovarli, potevi andare ovunque, ma la sera solo da una via
potevi passare e se le stelle volevi vedere, solo dalla tua
finestra le potevi ammirare.”

Che cosa si trovava qui?
Trova le 6 parole in quest’ordine:
articolo determinativo singolare — sostantivo — preposizione
semplice — sostantivo — preposizione articolata — sostantivo.

Tappa 1: i portoni di accesso al Ghetto

La Rotonda di San Lorenzo fu chiusa dal duca Guglielmo Gonzaga alla fine del 1500 e inglobata nelle case che entrarono a far parte del Ghetto nel 1610. Uno dei portoni d’ingresso al Ghetto si trovava proprio a fianco delle case che avevano inglobato la Rotonda.

Piazza Concordia — il nome antico della Piazza era piazza dell’Aglio perché qui si teneva il mercato ebraico della frutta e della verdura, speculare rispetto a quello cristiano di Piazza Erbe (così come l’attuale Via Spagnoli era via degli Orefici ebrei in linea con la via degli Orefici tuttora esistente). Il suo nome cambiò nel gennaio del 1798 (era il 21 gennaio per precisione) quando i francesi decisero l’abbattimento dei portoni del Ghetto e li bruciarono proprio in questa piazza che divenne piazza Ghetto. L’ultimo cambiamento toponomastico risale invece al 1867 quando in virtù dell’impegno degli ebrei nelle lotte per il Risorgimento italiano le venne attribuito il nome di Concordia, a celebrazione di una rinnovata intesa tra ebrei e cattolici. Una particolarità era che questa piazza era l’unica presente all’interno del Ghetto, le piazze attuali Bertazzolo e Sermide sono frutto di demolizioni.

4 i portoni d’ingresso al Ghetto: a metà di via Giustiziati, in piazza Concordia (ex piazzetta dell’Aglio), in via Spagnoli (ex via degli Orefici ebrei — si sbucava in via Calvi) e via Bertani (che sbucava in via Pomponazzo).

Classe 1AIN, Istituto Fermi, Mantova. A.S. 2023–2024

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