Il mondo B Corp e l’impegno alla Carbon Neutrality entro il 2030
La United Nations Framework Convention for Climate Change (UNFCCC) è un trattato firmato da 196 stati + l’Unione Europea per far fronte alla crisi climatica che stiamo vivendo.
Periodicamente, i rappresentanti della UN (abbreviazione di UNFCC) si ritrovano per fare un punto sulla situazione in corso e delineare le azioni per far fronte al problema del clima.
L’ultimo di questi raduni, la UN Climate Change Conference COP 25 ha avuto luogo dal 2 al 13 Dicembre 2019 a Madrid. La conferenza è stata progettata con l’obiettivo di definire i passi da compiere per rendere operativo quanto definito con l’accordo di Parigi del dicembre 2015, che definisce un piano d’azione globale, inteso a rimettere il mondo sulla buona strada per evitare cambiamenti climatici pericolosi, limitando il riscaldamento globale.
Infatti, in accordo con la comunità scientifica, è necessario che la temperatura non aumenti ulteriormente di più di 1,5° C per evitare danni irreversibili all’ecosistema.
Gli studi effettuati sono estremamente allarmanti, in quanto questo limite massimo potrebbe già essere raggiunto nel 2030.
Per questo motivo, durante la COP 25 di Madrid, il movimento internazionale delle B Corp ha rilasciato una dichiarazione sulla necessità di un’azione congiunta e mirata per combattere questa emergenza.
La sfida della Carbon Neutrality
Il movimento B Corp ha lanciato per l’occasione una sfida tra i suoi membri: impegnarsi per raggiungere la Carbon Neutrality entro il 2030.
Con “Carbon Neutrality” s’intende l’azzeramento dell’impronta di carbonio della propria organizzazione, ovvero l’annullamento e, dove non sia possibile, la compensazione della produzione di CO2.
Questo obiettivo riguarda tre ambiti:
- Scope 1: emissioni prodotte direttamente da fonti di proprietà dell’azienda
- Scope 2: emissioni generate indirettamente attraverso l’acquisto di energia
- Scope 3: emissioni generate indirettamente attraverso la catena di produzione, come per esempio le spedizioni o i trasporti dei dipendenti.
Il processo per raggiungere questo obiettivo prevede una fase di quantificazione delle proprie emissioni, delle azioni per ridurle e dove non possibile delle soluzioni di compensazione (per esempio destinare dei fondi ad un progetto di riforestazione).
Abbiamo accettato la sfida
Mondora ha deciso di aderire a questa importante sfida per salvaguardare il futuro del nostro pianeta.
Al momento, abbiamo già diverse politiche volte a ridurre il nostro impatto climatico.
Pur producendo prodotti unicamente digitali, siamo consapevoli dell’impatto negativo legato ad esempio all’utilizzo di server in cloud. Infatti, nel 2018 abbiamo effettuato un’analisi approfondita dell’impatto delle nostre azioni aziendali che ha portato alla definizione delle linee guida per la scelta dei server da utilizzare. Dopo un’attenta valutazione dell’impatto ambientale di vari fornitori si è deciso di appoggiarsi principalmente ad Amazon AWS e Microsoft Azure . Questi provider infatti hanno un piano di riduzione della propria carbon footprint e risultano la scelta migliore per l’utilizzo di server a minor impatto possibile.
Per quanto riguarda l’energia utilizzata per l’ufficio, abbiamo un contratto con NWG, un provider che utilizza energia rinnovabile ed è certificato B Corporation.
Promuoviamo inoltre la mobilità sostenibile anche tra i nostri dipendenti, ad esempio con il progetto Cycle2work che permette ai nostri colleghi di ricevere un rimborso chilometrico se decidono di recarsi al lavoro in bicicletta. E’ un’iniziativa che ha visto molto entusiasmo e partecipazione, facendo sì che alcuni di loro abbandonassero per mesi l’utilizzo dell’auto per recarsi al lavoro.
Per chi invece, vuoi per scarsa preparazione atletica o eccessiva distanza, non può utilizzare la bicicletta, promuoviamo l’utilizzo del carpooling o il lavoro da remoto, in modo da evitare di utilizzare l’auto tutti i giorni.
Siamo inoltre promotori di una cultura della mobilità sostenibile, organizzando convegni ed eventi volti a sensibilizzare su questo tema, come il recente Food4Thought nel quale abbiamo riunito diversi esponenti di questo mondo, provenienti dal mondo dell’impresa e del pubblico.
Tra le pratiche di mondora che generano impatto ci sono anche l’agricoltura e l’allevamento biologici, attraverso iniziative come Hire a Farmer, un accordo che prevede che ogni 20 colleghi (perlopiù informatici) venga assunto un contadino che operi con metodi biodinamici, e HireBitto, con il quale mondora acquista per ogni nuovo assunto una forma di formaggio prodotta con metodi tradizionali. Dopo 3 anni di stagionatura la forma viene rivenduta a un prezzo più elevato e i proventi reinvestiti in altri progetti etici.
Per tutti questi motivi, abbiamo ritenuto di essere pronti a rispondere a questa chiamata e abbiamo aderito con entusiasmo all’iniziativa: verso un 2030 ad emissioni zero!