I 10 ecosistemi al mondo dove dar vita alla propria Startup

Jonathan De Sciscio
Pathfinder
Published in
8 min readNov 25, 2016

Sappiamo tutti perfettamente che nel mondo esistono ecosistemi e città in cui fare Startup, scalare velocemente sul mercato e puntare alla exit risulta essere decisamente più semplice. Realtà che, grazie alla combinazione di fattori culturali, tecnologici, economici e legali offrono opportunità che altrove, ad oggi, semplicemente non sono replicabili.

Sparkslab Global Venture ha stilato un rapporto (Potete leggerlo qui!) all’interno del quale trovate la lista dei 10 migliori posti nel mondo per lanciare la propria Startup. Prima di entrare nel dettaglio della top ten, cerchiamo di capire però quali sono stati i parametri utilizzati per stilare la classifica:

  • Talenti nel campo dell’ingegneria;
  • Numero di imprenditori e mentor;
  • Infrastrutture tecniche;
  • Funding ecosystem e exit;
  • Startup culture;
  • Infrastrutture legali e politiche;
  • Fondamenta economiche;
  • Politiche e programmi governativi.

10. Berlino

Al decimo posto si piazza Berlino, certamente tra gli ecosistemi europei più giovani, dinamici e soprattutto in forte crescita. Gunnar Graef, founder e partner di Deutsche Ventures, ha parlato della capitale tedesca come di una

Way of life — you come to Berlin to live and work in Europe, but you think Silicon Valley.

I vantaggi più significativi offerti dalla città sono essenzialmente due, il basso costo della vita (soprattutto rispetto ad altri centri europei come Londra o Stoccolma) e l’enorme attrattività che la città nel corso degli ultimi anni è riuscita ad esercitare nei confronti di talenti e startupper provenienti da ogni angolo del Vecchio Continente. Klaus Wovereit è stato il sindaco di Berlino dal 2001 al 2014 ed ha avuto la lungimiranza di comprendere quanto la propria città, soprattutto grazie al proprio background culturale, storico e artistico, fosse un luogo ideale dove l’economia digitale avrebbe potuto rappresentare una ghiotta oppotunità di crescita. A qualche anno di distanza possiamo dire con certezza che l’ex sindaco socialdemocratico non si sbagliava. Se parliamo d’Europa non possiamo non menzionare la Brexit. Va detto che senza ombra di dubbio in molti hanno cominciato a volgere lo sguardo verso la città tedesca dopo che Londra è entrata nel vortice di incertezza causato dal referendum dello scorso 23 giugno. Ma per poter comprendere veramente quanto grande sia stato e sarà l’impatto che quest’ultimo ha avuto sull’intero ecosistema europeo, abbiamo bisogno di attendere ancora un po’.

9. Londra

Di cosa stavamo parlando? Ah sì, di Brexit! Ed eccoci sbarcare proprio nella cara e vecchia Londra che si inserisce al nono posto della classifica. Molto probabilmente l’incertezza causata dal “fattore Brexit” non ha giovato particolarmente ai fini della posizione in classifica della capitale del Regno Unito. Ma nonostante ciò Londra è ancora l’hub punto di riferimento in Europa in grado di guidare e trainare l’intero ecosistema. Va sottolineato come l’economia digitale britannica abbia, in termini percentuali, un impatto sul PIL notevolmente più alto rispetto a qualsiasi altro paese della UE. Londra è senza dubbio l’emblema della città perfetta quando si parla di fintech ed inoltre rappresenta un “unicuum”. Infatti, molto probabilmente, si tratta dell’unico luogo al mondo dove poter trovare una così straordinaria combinazione di talenti e businessman con esperienza in settori estremamente eterogenei. Insomma nella City finanza ed innovazione tecnologica vanno ancora a braccetto, nonostante tutto.

8. Boston

La capitale del Massachusetts è certamente uno dei luoghi più affascinanti degli Stati Uniti. Città antica e storicamente teatro di alcuni tra i più importanti avvenimenti che hanno segnato la storia statunitense. Oggi rappresenta uno dei più importanti centri culturali, scientifici e universitari del mondo (MIT, Harvard, Boston University). Sono proprio questi i fattori principali che permettono alla città di piazzarsi all’ottavo posto della classifica potendo contare sulla presenza di otto unicorni.

7. Seoul

Il viaggio intorno al globo, per la settima posizione, ci porta direttamente in quel di Seoul. Per comprendere il successo di quello che è uno dei centri asiatici più importanti, ci affidiamo alle parole di Chris Kho, co-founder di Coupang. Quest’ultimo ha dichiarato che esistono essenzialmente due fattori che fanno della capitale sudcoreana uno degli ecosistemi per startup migliori al mondo. Il primo è rappresentato dalla popolazione, infatti circa il 40% dei sudcoreani vive a Seoul, più di dieci milioni di persone con una profonda e radicata cultura digitale. Il secondo vantaggio è rappresentato dalla presenza di infrastrutture tra le più avanzate che permettono a Seoul di sfornare un numero di esperti come poche altre città al mondo. Inoltre stiamo parlando di una delle città più connesse di tutto il globo (forse addirittura quella più connessa in assoluto) condizione ideale che permette ai numerosi imprenditori presenti in città di penasre, svilluppre e offrire servizi che in questo momento non sarebbe possibile poter realizzare altrove.

6. Pechino

Non ci allontaniamo così tanto da Seoul, infatti alla sesta posizione troviamo Pechino. La capitale della Cina presenta un ecosistema di Startup tra i più dinamici nel mondo che può contare su un numero impressionante di spazi di co-working, eventi per Startup e venture capital. La città non rappresenta solo ed esclusivamente un centro fondamentale per il tech, il business, la politica e la cultura cinese, ma si tratta in assoluto del più grande mercato al mondo in termini di early adopters per le nuove tecnologie e per i nuovi trend di consumo. Una situazione che, per ovvi motivi numerici, non è possibile replicare altrove. Anna Fang, CEO e partner di ZhenFund definisce infatti Pechino come

“The next most vibrant place for startups”.

5. Los Angeles

La prima tappa californiana ci proietta a L.A. che si piazza al quinto posto potendo contare, tra le altre cose, sulla presenza in città di 12 unicorni tra i quali possiamo annoverare SpaceX, Snapchat e Oculus. Già a partire dal 2015 la città ha visto aumentare esponenzialmente l’interesse e gli investimenti in alcuni trend. Tra questi spicca la VR che ha innescato una vera e propria corsa per la conquista del primato nel settore. Particolare attenzione è stata rivolta anche al settore del real estate tech utilizzando la potenza del crowdsurcing per rivoluzionare il settore degli investimenti immobiliari. L.A. può anche contare poi su un bacino di Angels e VC come poche altre città nel mondo. Ma Los Angeles è anche la città delle star e la capitale mondiale dell’intrattenimento e, ovviamente, anche questi due fattori hanno contribuito ad influire sullo sviluppo dell’ecosistema losangelino. Il caso più noto è rappresentato dalla “Honest Company” di cui l’attrice Jessica Alba è co-founder. L’azienda si occupa della produzione di prodotti per la casa non tossici e, a cinque anni dalla sua fondazione, oggi vale quasi 2 miliardi di dollari.

4. New York

Dalla West Coast attraversiamo tutti gli Stati Uniti per far tappa a New York che nella classifica stilata da Sparkslab Global Venture si piazza al quarto posto. Benvenuti nella “Silicon Alley” terra natìa per ben 16 unicorni. NYC rappresenta uno degli ecosistemi che cresce più velocemente al mondo, soprattutto per quanto riguarda le Startup che si occupano di tech. Meta di approdo per gli immigrati provenienti da tutto il mondo che, passando per Ellis Island arrivavano nella Grande Mela, oggi quel melting pot culturale rappresenta uno dei vantaggi più importanti che la città offra a tutto l’ecosistema. Oltre al fattore multiculturale che rende New york un caso unico, la città può contare su un numero enorme di early adopters, potenziali utenti e investitori.

3. Tel Aviv

Il terzo gradino del podio se lo aggiudica Tel Aviv, la simbolica capitale della vera Startup Nation, Israele. Il Paese, che da anni punta con decisione sull’innovazione e sulle nuove tecnologie, è riuscito a creare un ecosistema in grado di sostenere la nascita e la vita di Startup come nessun altro al mondo. Basti pensare che gli investimenti pro-capite ad alto rischio risultano essere il doppio di quelli statunitensi e ben 30 volte superiori rispetto a quelli di tutti i paesi dell’UE messi insieme. Parliamo di uno Stato che ospita più di 1200 compagnie hi-tech, la maggior parte delle quali nei primi anni di attività, e con oltre 300 multinazionali che hanno scelto di aprire a Tel Aviv propri centri di ricerca. Ma soprattutto è importante sottolineare come, secondo dati risalenti al 2013, il 4,4% del PIL è stato investito in attività di R&S, cifra decisamente superiore rispetto a tutti gli altri paesi OCSE. Israele offre ad una Startup tutto ciò di cui quest’ultima ha bisogno per nascere, crescere e scalare velocemente. Insomma un piccolo angolo di paradiso, sviluppatosi però grazie a politiche ed investimenti corposi che proiettano ora il Paese nel gotha dello Startup Ecosystem.

2. Stoccolma

La vera sorpresa arriva qui. In seconda posizione troviamo Stoccolma, capitale della Svezia che non raggiunge neanche il milione di abitanti. Siamo di fronte al caso forse più interessante di come un mix ben riuscito tra cultura, investimenti in scuola e università e, nel caso svedese, il design nordico, siano stati in grado di dar vita ad un risultato straordinario. Un sogno, che nella pragmatica accezione nordeuropea diventa programmazione ed execution, ha trasformato in appena 15 anni la Svezia (e Stoccolma in particolar modo) in un dei più importanti hub europei per Startup. Per utilizzare le parole di Henrik Torstensson, CEO di Lifesum,

“The Stockholm startup ecosystem is on fire”.

Il successo costruito con pazienza mattoncino dopo mattoncino vede alla base un altro fattore determinante. La cultura di pensare in grande, quindi lavorando all’internazionalizzazione, fin dal primo giorno. Non si tratta unicamente di background culturale, ma bensì di necessità. Difatti il mercato svedese non è abbastanza grande e, viene da se, che puntare ad oltrepassare i confini nazionali diventa di vitale importanza. Insomma, di necessità virtù. I numeri parlano chiaro, tra il 2000 e il 2014 il numero di exit nella sola Svezia ha raggiunto quota 263 per un valore complessivo di ben 23,7 miliardi di dollari. Per concludere e comprendere l’effettiva portata e straordinarietà dell’ecosistema di Stoccolma basta citare pochi nomi: Spotify, Skype, King.com e Mojang. Possiamo affermare con certezza che no, a quelle latitudini non si producono più solo mobili.

1. Silicon Valley

La classifica avrebbe potuto concludersi con Stoccolma, anche perché competere con chi occupa la prima posizione non è francamente immaginabile per nessuna realtà odierna. I fattori storico-culturali che hanno permesso la nascita del mito della Silicon Valley non sono, e probabilmente mai lo saranno, replicabili in nessun altro luogo su questo pianeta.

“Silicon Valley isn’t just a place, it’s a state of mind. A state of mind where failure is okay, where risk taking is celebrated, where young people are seen as though leaders, and where folks try to help each other with no expectation of anything in return”.

La sintesi perfetta credo l’abbia fatta Sheel Tyle, Principal and Co-Head of the Seed Practice alla NEA. La SV è uno stato della mente e probabilmente dell’anima. Non mi avventuro oltre, ma mi piacerebbe chiudere con le parole utilizzate da Federico Buffa per descrivere la California e che, a mio parere, possono, nel loro significato immaginifico rappresentare ciò che è la Silicon Valley.

“Signori, secondo me lì a nostro Signore è scappata la mano e non se l’è voluta recuperare”.

@TheSciShow

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Jonathan De Sciscio
Pathfinder

Pensieri sparsi su Storytelling, Comunicazione e User Experience. Divoro sport. Seguace di Kahneman. Viaggiatore.