Riportando tutto a casa
Mi sono appropriata del titolo dell’album dei Modena City Ramblers (è anche il titolo di un romanzo di Nicola Lagioia) per descrivere il tentativo che vorrei compiere nelle prossime settimane con alcuni post di questa pubblicazione.
Premetto che non sviscererò immediatamente tutto ciò che riguarda il viaggio, anche perchè ho proprio bisogno di “una vacanza dalla vacanza”, sia per la stanchezza fisica che mi sento addosso che per il dolore malcelato che mi colpisce sempre tutte le volte che vado in Bosnia e che finisco sempre per portare con me una volta che mi sono rituffata nella mia vita quotidiana.
Uno dei miei primi appunti sul quadernino fotografato nel post precedente è: “Sarajevo riapre tutte le ferite”. E anche quest’anno per me è stato così: nulla di quello che si vede in città e in Bosnia può lasciarti indifferente.
Passando in pullmino, ho visto le case tra Croazia e Bosnia, ricostruite senza intonaco oppure teatro del triste fenomeno delle occupazioni. Nel percorso che abbiamo fatto tra la Bosnia e la Croazia, invece, abbiamo effettuato una breve sosta a Mostar, in Herzegovina, una delle zone “più calde” in questo particolare momento storico in ex Jugoslavia.
Molte sono le storie da raccontare: abbiamo rincontrato Hasan Hasanovic a Srebrenica e il Generale Divjak con cui abbiamo visitato il Tunnel, abbiamo preso in braccio bimbi neonati portati in orfanotrofio con pochi giorni di vita e abbiamo costruito una nave dei pirati per i piccoli ospiti del SOS Village di Sarajevo. Concedendomi qualche tempo di elaborazione, condividerò in questa pagina, gli appunti di viaggio.
Per adesso, auguro a tutti coloro che possono, come me, staccare un pò la spina, delle buone vacanze.
