Sretna Nova Godina: Benvenuto 2016
Progetti e speranze per l’anno nuovo in direzione Balcani
L’anno che si è concluso è stato ricco di soddisfazioni, di incontri e di confronti: un anno che mi ha portato a fare nuove esperienze in relazione alle realtà balcaniche, e a raccontarle su questa pagina.
Inizia un anno nuovo e simbolicamente ho scelto la data di oggi per scrivere il primo post. Sedici anni fa è accaduto l’avvenimento principale che ha legato la mia storia a quella di Sarajevo: tre ragazzi del mio paese sono morti in un incidente stradale nel viaggio di ritorno dalla capitale bosniaca. Li conoscevo, frequentavano l’oratorio dove fino a quel momento ero cresciuta e con due di loro avevo condiviso momenti di servizio e di svago. Il loro esempio mi ha spinto a impegnarmi nella mia piccola azione di volontariato a Sarajevo.
Quest’estate, la mia camera era in un’ala del pensionato francescano, in cui è situato il laboratorio informatico, che le loro famiglie hanno donato alla struttura. Ogni giorno era un monito, uno stimolo a non mollare anche nei momenti di stanchezza e di difficoltà. Isabella Allende, nel libro dedicato a sua figlia Paula, in coma, affermava:
“Non esiste separazione definitiva finchè esiste il ricordo”
Questa è una delle più importanti motivazioni che mi spingono a continuare a impegnarmi per questa causa: la costruzione di un ponte tra il mondo in cui viviamo e Sarajevo, una città che cerca di rinascere dalle proprie macerie e si batte per il proprio riscatto. In questi giorni, il ponte è diventato più solido: sette dei bambini residenti nelle strutture in cui noi operiamo nei soggiorni estivi, sono stati ospitati da alcune famiglie di Milano, del quartiere Gratosoglio. E’ stato bello potersi rivedere in un contesto diverso e vedere la speranza che si riaccende nella gioia di rincontrarsi.
