Video ergo marketing:

Il presente e il futuro del visual storytelling in 6 punti

Patrizia
Bee Free (the social bee)
7 min readJan 18, 2016

--

“Behind the scene” shooting an interview 2014 — Giulia Manelli Photo

Nella comunicazione in internet il Visual Storytelling è (quasi) tutto. E sarà sempre di più così. Lo dicono i dati, i numeri, l’esperienza on line. Per questo noi di BeeFree lo mettiamo al centro di ogni strategia digitale.

1. Il mondo è mobile

La comunicazione globale in internet si sposta sempre di più verso i device mobili; e i device mobili sono dominati sempre di più dai video.

Non è una moda, non è un vezzo. È un trend globale di media-lunga durata. Che è stato sintetizzato bene da Chris Horton — Digital Strategist di Synecore, notando come entrambe le tendenze siano state colte da Facebook:

Chris Horton

“The world goes mobile; mobile is fast dominated by video; Facebook sees both trends coming and jumps in first; Facebook takes over the world.”

Questo significa molto per tutta la comunicazione on line, a iniziare dal digital marketing. Che ha tra i suoi primi obiettivi quello di produrre contenuti nei format che le audience apprezzano di più.

Ma cosa vuole l’audience? Cosa apprezza?

Innanzitutto la sintesi.

Il che, nel marketing, vuol dire soperattutto Visual Storytelling: il modo migliore per coniugare la sintesi e l’immediatezza del messaggio con l’imprescindibilità dei video propria dell’era mobile.

Ma c’è di più.

Bryan Kramer

“Website visitors are 64% more likely to make a purchase after watching a video “

lo dice Bryan Kramer, uno dei più autorevoli studiosi a livello globale di contents sharing, autore tra l’altro di Shareology: How Sharing is Powering the Human Economy”.

2. In un solo frame, un oceano di parole

Il simbolo di tutto questo è una cifra: 1.800.000.

Un milione ottocentomila parole è il valore di un minuto di video secondo James McQuivey di Forrester Research. Un milione ottocentomila parole è l’equivalente di 3.600 pagine web.

Ci vogliono 150 giorni di scrittura assidua su un web magazine o su un blog o su una pagina facebook per ottenere lo stesso risultato (in termini di engagement) di un minuto di video.

3. La scelta di Facebook

Come notava Chris Horton, tra le big corporation digitali che prima di altre hanno fatto proprio questo dato c’è Facebook, i cui video sono inseriti nel flusso di notizie e di post che raccontano socialmente la realtà quotidiana a ogni suo utente.

In un report recente, Socialbakers spiega che i video nativi su Facebook raggiungono il numero di utenti più alto di qualsiasi altro tipo di post. Infatti,

quando postiamo un video anziché una semplice foto con didascalia la portata di utenti raggiunti aumenta mediamente del 135%.

Da giugno 2014 a settembre del 2015, Facebook ha registrato una media di oltre 1 miliardo di video visti al giorno; nel gennaio del 2015 questo numero è aumentato di 3 milioni di video al giorno; nel mese di aprile del 2015 è salito ancora di oltre 4 milioni al giorno.

Già nel dicembre 2014 i video caricati direttamente sulla piattaforma di Zuckeberg superavano per condivisioni — sempre secondo Socialbakers — perfino i video di Youtube.

In un comunicato postato lo scorso gennaio 2015, l’ufficio stampa di Facebook ha riferito che il numero di video/post per persona è aumentato del 75% a livello globale e del 94% negli Stati Uniti e — altro dato significativo — il 75% delle visualizzazioni su Facebook avviene da dispositivo mobile.

Così già a marzo 2015 — cavalcando l’onda — Facebook ha introdotto l’ auto-play, che consente ai video di partire automaticamente non appena l’utente apre la newsfeed e si trova davanti al post che contiene il video. Inoltre ha introdotto la funzione che rende i i video caricati direttamente sul social embeddabili in qualunque altra pagina o sito, il che ne eleva esponenzialmente la viralità.

Dunque il mondo passa da desktop a mobile e il video guadagna terreno in termini di preferenze tra i contenuti online.

L’utente mobile è caratterizzato da un consumo di contenuti veloce, sicché servono mezzi veloci ed immediati. Ed ecco spiegato il successo crescente del visual storytelling.

4. I numeri di un fenomeno

45.4%

Secondo comScore, che misura il potenziale di ingaggio della comunicazione digitale, è la percentuale di utenti che hanno visto almeno un video nel corso dell’ultimo mese. La media rilevata per utente è di 32,2 video in un mese.

75%

È la percentuale di uomini di affari che ha dichiarato a Forbes di guardare corporate o business video almeno una volta la settimana. In dettaglio: Il 50% guarda video corporate o business su youtube, Il 65% visita il sito del brand dopo la visione del video. Inoltre in questo studio Forbes spiega che il 59% dei dirigenti / executive preferisce guardare video che leggere testi.

100 milioni

E’ il numero di utenti internet che guardano video on line ogni giorno. E non parliamo solo di video di gattini o bambini: la maggior parte di questi utenti guarda video di intrattenimento, video su come o cosa fare, e una buona parte di questi si informa su un servizio o un prodotto.

90%

La percentuale degli shopper on line che hanno dichiarato che il video pubblicato dal brand di riferimento è stato utile per conoscere il brand/prodotto, per alcuni di questi persino determinante nella decisione d’acquisto

Secondo la On Line Publisher Association l’80% degli utenti che naviga in rete dichiara di aver visualizzato i video pubblicati su un sito tra quelli visitati negli ultimi 30 giorni.

Ma c’è di più: di questo 80%, il 46% dichiara di aver compiuto altre azioni dopo aver visto il video. C’è chi ha voluto approfondire gli aspetti informativi (26%), chi ha voluto sapere di più sull’azienda (15–22%), chi ha deciso di fare un acquisto/aderire ad un’iniziativa proposta nel video (12%)

Le aziende che utilizzano il video marketing dichiarano che i loro prodotti che hanno una presentazione video vendono di piu di quelli che non ce l’hanno.

16 minuti e 49 secondi

Sempre secondo comScore, questo è il tempo medio che gli utenti spendono per guardare video pubblicitari on line ogni mese

Le statistiche presentate nell’ultimo report di CISCO Visual Networking Index forecast evidenziano la crescita costante del ”consumo” di video indicandolo come trend di rifermento nei prossimi anni:

«It would take an individual over 5 million years to watch the amount of video that will cross global IP networks each month in 2018. Every second, nearly a million minutes of video content will cross the network by 2018».

A livello globale passeremo dal 66% di video traffico del 2013 al 79% nel 2018 che diventerà il 90% del traffico internet includendo ogni forma di video (TV, video on demand, P2P etc.)

5. L’era del Branded Visual Marketing

Il traffico in rete si sposta lontano dai post dei blog tradizionali verso canali sociali e i videoblog verticali: quindi il marketing non potrà fare a meno di seguire questo trend. Contenuti video brandizzati saranno la la linfa vitale del moderno marketing digitale.

I branded video altro non sono che video di vario genere (dalle interviste, ai dietro le quinte, ai footage dei “making of” di servizi o prodotti) pubblicati sotto l’egida di un brand al solo scopo di creare interesse ed engagement, intrattenere, portare valore aggiunto a degli utenti.

Il fine ultimo è sempre quello di generare awareness di marca e traffico sui propri spazi social.

Molti brand iniziano convertendo i loro contenuti esistenti in formato video per poi avviare delle vere e proprie videoproduzioni di intrattenimento.

Ad esempio, “I miei interessi” è la web serie che racconta storie di persone che hanno messo i loro interessi al centro della loro vita ed è stata una case history di successo prodotta nel 2015 da Bee Free per Banca Farmafactoring / Conto Facto.

La designer Pauula Cademartori intervistata per la web serie “i miei interessi” prodotta da Bee Free per Banca Farmafactoring / Conto Facto

L’altro trend in crescita è l’integrazione dei video nel web design.

La maggior parte dei siti web avrà un video in home page e le sezioni prodotto includeranno contenuti video che guideranno l’utente nelle scelte d’acquisto, aumentando così le conversioni visitatore/acquirente.

Il video live streaming

è l’altro trend da tenere d’occhio. Periscope e Meerkat sono ancora in fase beta ma si tratta di piattaforme che offrono il perfetto mix tra social media e video. Vedremo molti marchi che faranno anticipazioni, presentazioni di prodotti, sessioni di domande e risposte in tempo reale, aziende che mostreranno i loro dietro le quinte, lanceranno concorsi e molto altro ancora. Le possibilità offerte dalla social diretta-streaming sono gigantesche ed entusiasmanti. È il futuro del settore, e sarà interessante vedere come il live-stream si evolverà sui social nel 2016.

I video rivitalizzeranno anche l’ e-mail marketing.

Saranno fondamentali nel processo di rinvigorimento di questo strumento oggi in fase discendente rispetto ai social e persino agli Sms. Le newsletter aumenteranno redemption e click rate proporzionalmente ai contenuti visuali che integreranno.

6. Take away: il domani dello storytelling

Il marketing digitale dei prossimi tre-cinque anni sarà sempre meno focalizzato sul testo scritto e sempre più sullo storytelling visuale finalizzato ad incentivare l’interazione con la nostra azienda/prodotto/marchio.

Chi non farà videomarketing perderà un’opportunità.

Quando postiamo on line un marketing video di alta qualità autoriale abbiamo un’ottima chance di intercettare e coinvolgere in modo estremamente competitivo qualcuno che è potenzialmente interessato ai nostri servizi/prodotti.

E “di alta qualità” non è un inciso né un dettaglio: perché in tutto questo il palato degli utenti è (e soprattutto sarà) sempre più esigente e raffinato a fronte di un’attenzione sempre più parcellizzata.

Seth Godin

“Marketing is a contest for people’s attention.”

--

--