Cambia la tua città premiando

Fiori agli automobilisti corretti, musica per chi getta i rifiuti nell’apposito cassonetto e un semaforo che diffonde messaggi utili e divertenti: è il sorriso la chiave per modificare per il meglio il comportamento dei cittadini in ambito urbano, seguendo i suggerimenti della behavioral economics.

Iescum
Behavioural sciences

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La recente visita in Italia di Antanas Mockus, ex sindaco di Bogotà, capitale della Colombia, ci ha spinto a riflettere sulle possibilità offerte dall’ingegneria sociale nella gestione urbana di cui Mockus è diventato promotore.

Mockus — filosofo, matematico e pedagogo — nella sua esperienza di amministratore pubblico è divenuto noto alle cronache internazionali per i suoi esperimenti sociali. Già nel 2004, Maria Cristina Caballero scriveva, sull’Harvard University Gazette, di questo professore senza esperienza politica che — reduce da un incarico di prestigio presso la Colombian National University — aveva applicato su una città di sei milioni e mezzo di abitanti le sue teorie sociali.

Bogotà, all’epoca, era una metropoli piagata dalla criminalità, dal traffico, dall’inquinamento. Mockus stesso spiegò come era riuscito a ridurre l’incidenza di questi fenomeni negativi durante una lezione tenuta presso la Kennedy School’s Institute of Politics, al termine del suo secondo mandato come sindaco di Bogotà. Agli studenti di Harvard, Mockus spiegò che nel passaggio dalla teoria alla pratica, nella gestione urbana democratica, era stato fondamentale invogliare il cittadino a modificare il proprio modo di pensare, utilizzare incentivi materiali per ridurre la corruzione, ricorrere alla disapprovazione della comunità verso i gesti criminali o in qualche modo non congruenti alla pacifica vita della comunità stessa.

Gli esempi più noti della sua politica del cambiamento sociale — quelli che indussero a definire un “miracolo” il volto nuovo di Bogotà — furono l’idea di mandare 400 mimi nelle strade della capitale, con il compito, da un lato, di prendere apertamente in giro gli automobilisti indisciplinati, dall’altro di rappresentare sul palcoscenico reale della strada cosa volesse dire osservare le regole, e l’intuizione di rendersi testimonial di una campagna per la riduzione dello spreco dell’acqua. Entrambe le iniziative diedero ottimi risultati: ci fu una sensibile diminuzione degli incidenti stradali nell’area urbana e un risparmio dell’acqua che arrivò a toccare il 40% del precedente consumo totale.

L’idea di mandare dei clown a dirigere il traffico, per i suoi buoni risultati, venne — anni dopo, nel 2011 — rimessa in pratica da Carlos Ocariz, politico ed ingegnere, a capo della Municipalità di Sucre, una delle aree più povere di Caracas, capitale del Venezuela. L’esperimento ebbe successo e venne riportato dalle cronache italiane. Jacopo Fo, per il Fatto quotidiano, descrivendo le iniziative tanto di Ocariz, quanto di Mockus ai lettori italiani, affronta un punto essenziale per la scienza del comportamento promossa da Iescum: “una bella mattina gli automobilisti di Bogotà trovarono i semafori presidiati da gruppi di clown buffoni, che piangevano a spruzzo se non ci si fermava col rosso e invece danzavano e offrivano fiori se si rispettavano le precedenze”. Fiori per chi rispettava le regole: un rinforzo, si direbbe in termini comportamentali.

«La scienza del comportamento», ci spiega il professor Paolo Moderato, ordinario di Psicologia presso l’Università IULM di Milano e Presidente di Iescum — Istituto Europeo per lo Studio del Comportamento Umano, «può fare molto nelle situazioni motivazionali, ovvero relativamente a ciò che muove le azioni personali. All’interno di un contesto di segnali verbali e non verbali, assume estrema importanza che l’individuo possa apprendere dalle conseguenze dirette della propria azione sull’ambiente. Accade, però, che una persona non possa vedere tali conseguenze, a causa di un ostacolo dell’ambiente stesso o del tempo. Quell’ostacolo si definisce costo della risposta: è uno sforzo che compiamo o, in altre parole, una punizione. Eliminare quell’ostacolo — lo sforzo, il costo della risposta — consentirebbe di apprezzare le conseguenze della propria azione. Il vedere le conseguenze è un segnale non sempre verbale, ricevuto nel breve o brevissimo periodo, che induce un cittadino, nel caso degli esempi riportati, a modificare il proprio comportamento. Pertanto, l’ingegneria sociale deve puntare a rimuovere gli ostacoli, cioè i costi della risposta, e a offrire conseguenze alle azioni socialmente utili».

Un esempio pratico chiarisce questo concetto. «Pensiamo alla gestione della raccolta differenziata dei rifiuti in ambito urbano», ci spiega il professor Moderato, «anche il cittadino più motivato a differenziare i rifiuti vede un ostacolo nella eccessiva distanza dei cassonetti dalla propria abitazione; quella distanza è il costo della risposta, è uno sforzo che impedisce alle conseguenze di irrobustire l’azione socialmente utile. Al contrario, una iniziativa di ingegneria sociale che consentirebbe buoni risultati, nello stesso ambito, è quella di premiare il cittadino virtuoso nel differenziare: un premio, ad esempio, può essere uno sgravio fiscale, anche minimo».

È ciò che accadeva ai concittadini del sindaco Mockus: nell’esatto momento in cui rispettavano le norme stradali, un clown li premiava con fiori e sorrisi. Un esempio, peraltro, che fa riflettere sull’intero sistema normativo, anche italiano: il nostro codice stradale, ma anche quello penale, sono fondati sull’idea dell’evitare la pena, la punizione. «Scappare da una punizione è un’azione di breve respiro, che non porta a modificare i propri comportamenti nel lungo termine», spiega Moderato, «cosa accadrebbe se i nostri automobilisti, invece di essere puniti con delle contravvenzioni per aver infranto delle norme stradali, venissero premiati per la loro buona condotta? Sarebbero indotti a proseguire nel loro comportamento virtuoso».

Spunti concreti ad un approccio comportamentista nella gestione urbana ed ambientale possono essere rinvenuti nell’edizione speciale di The Behavior Analyst, la rivista ufficiale della SABA, Society for the Advancement of Behavior Analysis, dedicata al cambiamento climatico. Nell’introduzione — curata da William L. Heward della Ohio Stae University e Paul Chance del Cambridge Center for Behavioral Studies — si parte da una semplice domanda: “come può un piccolo essere umano agire ottenendo come risultato il cambiamento climatico globale?”. La risposta arriva proseguendo nella lettura: “noi siamo progettati per modificare il nostro comportamento in risposta alle conseguenze dello stesso, conseguenze che siano certe, intense ed immediate, ma molti dei problemi che incontriamo oggi comportano conseguenze malcerte, deboli, e postposte nel tempo”.

Un metodo idoneo a perseguire azioni con conseguenze “certe, intense ed immediate” può essere trovato nell’applicazione della scienza comportamentale all’economia, ovvero nella behavioral economics. «L’adozione di una visione comportamentale, in economia, serve — fra l’altro — ad insegnarci non a spendere meno, a livello macroeconomico, ma a spendere senza sprechi. Una visione comportamentale, e dunque scientifica, aiuta a modificare i comportamenti economici, valutandone l’efficacia», chiarisce Moderato.

Un buon esempio di questi principi si ritrova nella Fun Theory, una iniziativa sponsorizzata dal gruppo Volkswagen basata sui principi della scienza comportamentale. L’intento è chiaro fin dalla presentazione sul sito web che raccoglie le molteplici applicazioni pratiche della teoria: “questa iniziativa è dedicata ad una semplice idea: ciò che è semplice e divertente è il modo migliore per modificare un comportamento per il meglio”. Proposte pratiche, come il semaforo con display sul quale appaiono notizie utili e curiose o il cestino per i rifiuti sonoro, aiutano a comprendere il funzionamento della Fun Theory, riportandoci alla nostra riflessione iniziale: si può modificare un comportamento, in ambito urbano, in maniera divertente, con risultati efficaci, proprio come ha fatto il sindaco Mockus.

APPROFONDIMENTI:

1. Antanas Mockus, incontro pubblico a Roma

2. Antanas Mockus — biografia

3. Harvard Gazette — Mockus lesson at Kennedy School’s Institute of Politics

4. Miracolo Bogotà — Antonio Carlucci, l’Espresso, 2007

5. Carlos Ocariz — biografia

6. Mimi per il controllo del traffico, Jacopo Fo, 2011

7. Vince chi sorride — Jacopo Fo, il Fatto Quotidiano, 2010

8. Chance, Paul & Heward William L. (2010) The Behavior Analyst, 33, 197-206 (ISSN 0738-6729). California State University, Los Angeles

9. The Fun Theory

10. The Fun Theory — wiki traffic light

11. The Fun Theory — garbage jukebox

12. Tony Biglan — Nurturing Environments

13. David S. Wilson — The Neighborhood Project

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI:

1. Luke, M. & Alavosius M. (2012). Impacting Community Sustanability Through Behavior Change: A Research Framework. Behavior and Social Issues, 21, 54-79.

2. Ryan T. O’Connor, Dorothea C. Lerman, Jennifer N. Fritz, & Henry B. Hodde (2010). Effects of number and location of bins on plastic recycling at a university. Journal of Applied Behavior Analysis, 43, 711-715.

3. Jennifer C. Manuel, Mary Anne Sunseri, Ryan Olson, & Miranda Scolari (2007). A diagnostic approach to increase reusable dinnerware selection in a cafeteria. Journal of Applied Behavior Analysis, 40, 301-310.

4. Chance, Paul & Heward William L. (2010) The Behavior Analyst, 33, 197-206 (ISSN 0738-6729). California State University, Los Angeles.

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