Una storia vicentina: la A. Zaccaria srl, una tradizione di eccellenza e innovazione al servizio del settore tipografico e cartotecnico

Bericus srl
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7 min readApr 8, 2023

Questa è una storia vicentina. È una storia di tenacia, rispetto, duro lavoro, umiltà, capacità di innovare e vedere lungo. È una storia che inizia un po’ di anni fa, per la precisione nel 1960: in un’Italia in pieno boom, che dopo gli anni bui della dittatura e della guerra si rimette in piedi, e poi comincia a correre, trasformandosi in uno dei paesi più industrializzati e ricchi del mondo.

È una storia che inizia con un sogno: il vicentino Angelo Zaccaria vuole offrire alle aziende tipolitografiche e cartotecniche della sua terra gli stessi servizi disponibili a Milano per le grandi ditte del settore. Vicenza non è seconda a nessuno, e merita di essere all’avanguardia nazionale.

Nasce così la A. Zaccaria srl. Che oggi, a distanza di oltre mezzo secolo, è ancora una realtà pionieristica, che unisce esperienza e innovazione, e che investe nelle tecnologie più avanzate e nell’eccellenza dei suoi collaboratori per garantire a clienti di tutta Italia (e non solo) un lavoro di altissima qualità al prezzo giusto.

La A. Zaccaria srl è leader nei servizi per la nobilitazione degli stampati (plastificazione, verniciatura UV, verniciatura UV serigrafica, finestratura di scatole e astucci ecc.). La sua sede, a Torri di Quartesolo, si estende per ben 3.000 metri quadri, ed è attiva dal 1982, quando l’ampliamento del parco macchine spinge Angelo Zaccaria a lasciare i piccoli uffici degli esordi e a cercare nuovi spazi.

La A. Zaccaria srl è un’azienda, ma è anche una grande famiglia: il suo perno sono i tre figli del fondatore (Andrea, Nicola e Paolo), che con lo stesso entusiasmo, gli stessi valori e lo stesso sguardo rivolto al futuro portano avanti una tradizione di eccellenza e innovazione.

Nella conversazione Andrea e Paolo ci raccontano un po’ meglio la storia dell’azienda. Una storia vicentina, una storia italiana. Buona lettura!

Raccontateci brevemente come è nata la A. Zaccaria.

All’inizio nostro padre faceva il ragioniere, lavorava alla Tipolitografia Palladio di Vicenza. All’epoca era una delle poche, infatti copriva il servizio stampa in tutto il nord Italia. Lavorando lì si rese conto che per vari tipi di lavorazione ci si doveva per forza rivolgere a Milano perché qui nessuno aveva i macchinari necessari. E, dato che trasportare il materiale a Milano e riportarlo indietro lavorato implicava tempi e spese aggiuntive, gli venne l’idea di offrire lui quei servizi alle tipolitografie e cartotecniche del vicentino.

È così che nacque l’azienda?

Esatto, era il 1960. Naturalmente all’inizio era una realtà molto piccola, partì con lui che faceva il macchinista e due impiegate. Iniziò principalmente con la produzione della verniciatura; ancora non si faceva la plastificazione, ma lui teneva sempre d’occhio gli sviluppi del settore. Tanto che fu il primo in Italia a offrirla appena arrivò sul mercato.

Quindi vostro padre fu pioniere nella plastificazione in Italia?

Sì, e non era sempre facile. All’epoca il collante non garantiva la stesura perfetta, come succede oggi. Il giorno seguente alla lavorazione c’era sempre l’incognita della riuscita, talvolta la pellicola si alzava perché la tenuta non era ottimale. Ma nonostante tutto lui restava convinto della sua idea e spesso andava a Milano dai fornitori di collante per scoprire le nuove formule che stavano studiando.

Che tipo era vostro padre?

Era molto curioso. Guardava un oggetto qualunque, anche di carta, e immaginava modi di abbellirlo o renderlo più robusto. All’epoca non c’era ancora niente, è arrivato tutto dopo, ma lui era sempre curioso delle novità, seguiva tutti gli sviluppi. Così riusciva a offrire nuovi servizi ai clienti.

All’apparenza era anche abbastanza tranquillo. Forse in quegli anni, da un certo punto di vista, era più semplice lanciarsi in cose nuove rispetto a oggi. C’era meno burocrazia e più voglia di imprenditorialità, e forse questo ha aiutato. Inoltre lui era nato nel 1925, e dopo aver studiato ragioneria al Fusinieri di Vicenza fu mandato in guerra. Partecipò all’offensiva nelle Ardenne, l’ultimo assalto, e insieme a moltissimi altri venne catturato dagli americani e mandato in un campo di prigionia in Germania. Fu liberato quando finì la guerra. Quindi passò momenti piuttosto duri in gioventù.

L’attenzione per le nuove tecnologie è rimasta una cifra della vostra azienda negli anni?

Sì, sempre. Nostro padre è stato un pioniere in questo settore perché gran parte delle lavorazioni della carta e degli stampati ancora non esisteva, i materiali e le tecniche venivano testate mano a mano che emergevano. E questa è sempre stata la nostra storia perché nel corso degli anni sono emerse altre lavorazioni, la verniciatura UV, la verniciatura UV serigrafica, le nuove colle, la plastificazione, la finestratura delle scatole… Molte volte abbiamo dovuto fare prove, cambiare i macchinari, ricominciare da capo. Ma con la nostra azienda siamo sempre stati pionieri, su qualunque lavorazione: abbiamo sempre preso le nuove colle, i nuovi materiali, le prime macchine che uscivano sul mercato, per poter sempre proporre ai nostri clienti le lavorazioni più nuove.

Si direbbe che anche il dinamismo sia una cifra della A. Zaccaria.

In effetti sì. Dopo aver fatto i test sui nuovi materiali e le nuove macchine, nostro padre andava dai clienti e proponeva loro le novità, che venivano accolte con molto entusiasmo. Una macchina dopo l’altra il parco macchine si è ampliato molto, tanto che la prima sede, che stava in centro a Torri di Quartesolo, vicino a casa nostra, divenne troppo piccola. A quel punto fu costruita questa sede, dove ci trasferimmo nell’82.

C’è qualche tecnologia in particolare che state tenendo d’occhio in questo momento?

Certo. Ad esempio, c’è la possibilità di sostituire le lampade UV con lampade a LED, ne abbiamo già presa una per un forno e la stiamo testando. Questa scelta è stata dettata anche dal tema energetico, senza dubbio, ma il punto è che bisogna sempre stare al passo. Ogni volta che c’è una novità noi la proviamo, puntualmente, non restiamo a guardare che succede. Certo, questo implica che a volte qualcosa non funzioni subito, che richieda qualche test in più, ma è sempre così in tutto. Un passo alla volta, si comincia, si prova e poi si va avanti.

Vi tenete aggiornati insomma.

Sì, infatti siamo anche un punto di riferimento per i nostri clienti. È da tanto che siamo sul campo e sanno che da noi possono aspettarsi di conoscere le novità, quindi spesso vengono qui o ci telefonano per sapere come vanno le cose, in generale. In campo tipografico, in campo cartotecnico, abbiamo sempre il polso della situazione e dell’andamento. Che ormai non è più stabile come lo era negli anni ’80, al giorno d’oggi ci sono molti saliscendi.

Voi siete tre fratelli, e avete tutti deciso di lavorare nell’azienda che ha fondato vostro padre. Sicuramente conoscete questo lavoro da quando eravate piccoli.

È così. Quando tornavamo da scuola andavamo a giocare in capannone, non ai giardini. Tra l’altro nostro padre lavorava moltissimo, stava in ufficio dalle 8 del mattino alle 7 di sera, quindi per stare con lui dovevamo per forza andare in capannone! E per noi vedere le macchine girare era quasi come un gioco, e avevamo un bel rapporto anche con i dipendenti. Nulla dell’ambiente nel capannanone ci era estraneo, era la nostra normalità, quasi un’estensione della nostra sfera famigliare. Anche a casa si parlava del lavoro e siccome nella prima sede non c’erano uffici spaziosi, a volte quando arrivava un cliente nostro padre lo portava a casa. Era tutto molto familiare e ha continuato a esserlo.

La storia della vostra azienda è anche la storia di una famiglia che è rimasta sempre unita, pare.

Sì. Noi tre fratelli, per esempio, siamo sempre andati molto d’accordo, sia al lavoro che nel tempo libero. Prima di sposarci passavamo spesso il tempo libero insieme, facendo sport, agli scout, in vacanza, per le feste… e restavamo uniti anche qui al lavoro. Questo nostro sistema, diciamo, è una tradizione assolutamente tipica dell’azienda a conduzione famigliare. E vede, per avere buoni rapporti con le persone, prima di tutto in famiglia, ci vogliono molto rispetto e correttezza. Entrambi valori che i nostri genitori ci hanno trasmesso, e che la A. Zaccaria ha sempre applicato, anche con i suoi clienti e dipendenti.

Mettete il cliente al centro.

Certo.

E c’è ancora questo clima famigliare con i vostri dipendenti?

Sì, assolutamente. Alcuni lavorano qui da tanti anni, e pensi che alcuni sono figli, parenti o amici di persone che lavoravano qui ai tempi di nostro padre! La storia della A. Zaccaria è anche quella di persone che si sono conosciute, innamorate e sposate lavorando qui. Del resto nostro padre fu nominato Cavaliere del Lavoro per un’iniziativa dei dipendenti, volevano esprimergli un riconoscimento.

Grazie. Per ora ci fermiamo qui. La prossima volta ci racconterete meglio i servizi che offrite, e la vostra tecnologia.

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