Le cose migliori che ho letto

Danilo Ausiello
BINDER
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4 min readJan 15, 2024

Tra articoli, newsletter, libri. Nel 2023.

  • FERROVIE DEL MESSICO (Gian Marco Griffi)
    È anche la cosa più lunga che ho letto: 800 pagine di mappe, treni, mal di denti, soldati ed eroi. Poi 800 pagine sono sempre troppe per me, ma queste sono da fuoriclasse. Se arrivi alla fine ci arrivi felice.
  • AUTOBIOGRAFIA DI UNA RIVOLUZIONARIA (Angela Davis)
    Che vita quella di Angela Davis, da farci un film. O un libro, appunto. Fughe, travestimenti, libri, amicizie, prigioni e proteste. Non possiamo vivere una vita così, possiamo almeno leggerne una.
  • V13 (Emmanuel Carrère)
    Lo abbiamo letto in tanti, tornando insieme a quella sera spaventosa a Parigi di 8 anni fa. Un reportage doloroso che si estende in memoir e romanzo, una cosa che fanno in molti ma che Carrère fa sempre meglio.
  • THE CASE AGAINST TRAVEL (Agnes Callard - The New Yorker)
    Che viaggiare sia bello è una cosa su cui non abbiamo dubbi. Ma siamo sicuri?
  • IL DIALETTO PADRONE DEL MONDO (Stella Sacchini - Il Post)
    Discorso prezioso sul ruolo del dialetto nella vita di tutti e tutte, come lingua delle origini attaccata ai ricordi, a certe corte e certe persone. “La parola del dialetto è la cosa stessa”, è vero, non ci avevo pensato.
  • IL FUTURO È UN IPERMERCATO VUOTO (Vincenzo Marino - “Zio”)
    La newsletter “Zio” è una guida perfetta al mondo delle cose che piacciono a chi ha almeno 20 anni meno di me. Questo episodio parla della parte social che assomiglia sempre di più ad un centro commerciale.
  • IL PASSATO FINO AD UN CERTO PUNTO (Michele Serra - “Ok, Boomer”)
    Mi è piaciuta un sacco questa storia familiare e luminosa di una vecchia casa in montagna e della incredibile smazzata che il cugino dell’autore affronta per ristrutturarla e ridarle vita. Opposizione all’abbandono, inerzia spezzata, declino interrotto. Per salvare le cose vecchie bisogna mantenerle esattamente com’erano: giovani.
  • TAMPINATI DALL’ALGORITMO (Pietro Minto - Link Idee per la Tv)
    Mi piacciono gli articoli che esplorano le zone meno note di Internet, come reportage dai bordi di periferia. Questo mi ha fatto riflettere su quei contenuti molto scemi o fastidiosi che incorniciano le nostre esperienze online, ai margini delle pagine che visitiamo: articoli fake, pubblicità-truffa, fesserie varie. Sono intorno a noi, inevitabili e neanche le notiamo più, come certe macchie sui muri di casa.
  • WHY? WHY? WHY? UKRAINE’S MARIUPOL DESCENDS INTO DESPAIR (Mstyslav Chernov, Evgeniy Maloletka, Lori Hinnant — Associated Press)
    Angoscia e distruzione in un articolo che ha vinto il Pulitzer nel 2023. Le cose scritte in questo modo mi convincono che le parole siano ancora il mezzo più efficace per raccontare l’orrore di un bombardamento o la disperazione di una guerra. Una storia ben scritta vale più di 1000 immagini.

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