Cose da leggere per imparare a scrivere

Danilo Ausiello
BINDER
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2 min readSep 11, 2024

Per tutti quelli che scrivono, qualunque cosa scriviate.

Nel 1967 Italo Calvino fu incaricato di preparare una collana di libri per insegnare ai ragazzi e alle ragazze delle scuole italiane come scrivere in modo efficace. Ne nacquero indicazioni di lettura e riflessioni sugli scopi della scrittura (“descrivere”, innanzitutto, nel miglior modo possibile) ancora utili per tutti👇
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«L’idea didattica alla base di “Osservare e descrivere” era tanto semplice quanto originale: s’impara a scrivere imparando a guardare. “Descrivere”, sottolineava Calvino nella nota introduttiva, vuol dire tentare delle approssimazioni che ci portano sempre più vicino a quello che vogliamo dire, e nello stesso tempo ci lasciano sempre un po’ insoddisfatti, per cui dobbiamo continuamente rimetterci ad osservare e a cercare come esprimere meglio quello che abbiamo osservato».

«Quello sforzo di esattezza che 15 anni dopo sarebbe diventato un tema centrale delle sue Lezioni Americane, veniva già allora presentato ai ragazzi delle medie come la chiave per entrare nel mondo della scrittura. Calvino ne dimostrava l’efficacia ricorrendo ai brani meno prevedibili […]».

«Si andava dalle pagine di un racconto di Ernest Hemingway, che, “nel suo stile semplice e limpido, tutto a frasi brevi, spesso ripetendo le stesse parole, come in un manuale d’istruzioni” spiegava come si pianta la tenda in un bosco, a quelle del romanzo “La noia” di Alberto Moravia, che, attraverso la descrizione di una stanza disabitata, evocava “un modo di vivere, un determinato tipo di società umana” […]; da un articolo di Cesare Zavattini sul boom della bicicletta nell’Italia del miracolo economico, ad un passo della “Prigioniera” di Marcel Proust, in cui ascoltando con le palpebre ancora chiuse i rumori attutiti del mattino, l’io narrante riusciva ad indovinare con sorprendente precisione che tempo faceva fuori».

«Accanto alle descrizioni dell’esercito schierato in battaglia di Niccolò Machiavellli, del fuoco scoppiettante di Leonardo Da Vinci, della coda del capodoglio di Herman Melville […] del risotto alla milanese di Carlo Emilio Gadda […], Calvino antologizzava le pagine di John Ruskin, in cui il grande critico d’arte spiega ad un aspirante pittore come si disegna una nuvola “trasparente, o fioccosa, o lineare, o ondulata”, e il capitolo del De Rerum Natura in cui Lucrezio descrive, in un latino nitido ed esatto, il pulviscolo fluttuante nell’aria colpito da un raggio di sole: “in quel filo di luce vedrai corpuscoli innumerevoli andare e venire per l’aria in tutti i sensi, e come in una guerra perpetua scontrarsi e battagliare, a torme, quali eserciti che un po’ serrano le file un po’ si disperdono, ma non si concedono tregua; e arriverai a intuire — per quel tanto che le piccole cose possono darci un’idea delle grandi e metterci sulla via per capirle — quale dev’essere nello spazio infinito l’agitazione perpetua degli atomi”».

(Da questo libro qui)

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