Andare fuori

Danilo Ausiello
BINDER
Published in
3 min readJun 28, 2022
(photo: Panama)

Aggiungo l’esperienza di Panama alle riflessioni in giro su remote working, nuove organizzazioni del lavoro e sugli stravolgimenti portati da una pandemia che ha cambiato molte cose nelle teste e negli uffici.

Da circa due anni in Panama alterniamo lavoro a distanza e presenza in sede, con buoni risultati. È stato un cambiamento nato spontaneamente, profondo nei rinnovamenti ma vissuto con entusiasmo, reso possibile dalla disponibilità di un piccolo gruppo di lavoro flessibile e professionale (siamo fortunati).

Abbiamo affrontato la cosa gradualmente: c’è stata una prima fase di sparpagliamenti occasionali, poi una divisione a metà tra ore in ufficio e quelle in remoto, fino all’organizzazione attuale, con un giorno in sede e quattro giorni a distanza a settimana.

(photo: Panama)

Nel frattempo proviamo a compensare gli allontanamenti individuali con incontri di gruppo, nei locali o nei campetti, quando si può. L’idea è che riappropriarsi del proprio tempo sia prezioso tanto quanto condividerlo.

È un terreno nuovo di organizzazione e abbiamo raccolto alcune solide impressioni, qualche dubbio, poche certezze. Ne parliamo molto tra noi, per confrontarci e capire come va, per tenerci d’occhio. Spesso suggeriamo modifiche e aggiustamenti.

Una parte delle discussione mi pare riguardi il conflitto tra esigenze dell’azienda e quelle delle persone, che è un conflitto in parte innegabile, incastrato nelle cose, ma anche in parte frutto di un equivoco.

(photo: Panama)

L’azienda ha conservato livelli di produttività analoghi, grazie al senso di responsabilità e organizzazione di tutti i membri del team. Ne eravamo preoccupati, ragionevolmente, e abbiamo trovato conferme negli obiettivi raggiunti e nei feedback dei clienti. Al tempo stesso le persone si dicono più soddisfatte e motivate, come abbiamo verificato con incontri individuali e un po’ di confronti informali.

Qualche dubbio resta sulla distanza tra smart working fantasticati (i chimerici Mac in spiaggia) e una realtà di lavoro fatta più spesso di isolamenti strettini nelle nostre stanzette. Ma ci pensiamo spesso, vedremo cosa farci.

Due cose, più chiare, ci sembra di notare: una che sia molto più di una tendenza, piuttosto un cambio di sistema, e tornare indietro suona improbabile come reinstallare Windows 96.

L’altra è che si tratta di uno di quei casi in cui esistono poche certezze universali, pochi modelli trasferibili ad aziende diverse in contesti diversi. Quasi tutto dipende dalle singole realtà, dalle persone che ci lavorano e dalle loro esigenze. Ma guardarsi attorno può aiutare a riflettere.

Ci siamo guardati molto intorno negli ultimi tempi, per studiare il cambiamento e trovare altri esempi. Questo è l’esempio di Panama, tra i tanti. Funziona abbastanza per noi, magari torna utile come sponda per voi.

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