Tigri a Torino

Danilo Ausiello
BINDER
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3 min readAug 7, 2023

Lezioni di fantasia

Ad un certo punto ho scoperto che l’uomo che ha inventato Sandokan e tutte quelle avventure di tigri e pirati nella giungla scriveva le sue storie in un piccolo appartamento a due passi da casa mia, in corso Casale a Torino, restandoci per gran parte della sua vita. Non era mai stato in Malesia o in India, non aveva mai visto una scimitarra o una tigre, nella sua vita non si era mai spinto, in generale, oltre Brindisi.

Eppure dal chiuso della sua stanza raccontava storie mirabolanti ambientate in luoghi lontanissimi, affascinando il pubblico come un avventuriero reduce da un viaggio nei 5 oceani. Solo che lui era quasi sempre a casa in vestaglia.

Emilio Salgari era arrivato a Torino con la famiglia, si era sistemato in questo sobborgo appena fuori dal centro, al primo piano di un edificio modesto dove adesso c’è una targa che lo ricorda. Dovete sapere che il quartiere mio e di Salgari si colloca, in termini narrativi, più o meno agli antipodi della giungla malesiana: non succede mai nulla, comunque niente di particolarmente avventuroso, se escludiamo certi crateri che si aprono improvvisamente nella strada. Inoltre, pur con una sua fauna interessante su cui potrei riferirvi un episodio o due, è popolato principalmente da signore anziane con i carrelli della spesa, molto meno da animali feroci. Nulla lascia immaginare che ai tempi di Salgari, circa 100 anni fa, la situazione fosse molto diversa.

(Corso Casale, Torino — 1)

Durante il suo soggiorno Salgari scrisse più di 10 romanzi ambientati tra le Antille, la Malesia e le Bermuda, località che stanno a Torino come la capoeira sta al giuoco delle bocce. Come faceva? Dove trovava ispirazione per raccontare mondi così remoti, così profondamente diversi da quello in cui era calato? LSD? No, ho letto un paio di articoli su come faceva: unendo un’immaginazione formidabile e una particolare dedizione allo studio. Che poi secondo me è la combinazione vincente di ogni grande creativo e creativa, scrittore e scrittrice, pittore e pittrice. Fantasia + talento nella ricerca.

(Corso Casale, Torino — 2)

Tutte le mattine Salgari prendeva il tram che passava lungo il fiume e raggiungeva la Biblioteca Nazionale in centro, dove si trova ancora oggi. Lì si immergeva per ore in mappe, atlanti e manuali di botanica, costruendo il suo mondo picaresco e selvaggio (colonialista, certo, un po’ razzista). Poi riemergeva e tornava in corso Casale, dove la moglie lo aspettava per cena.

(Corso Casale, Torino — 3)

Alla fine, dopo anni di laboriosa routine, lo scrittore lasciò il quartiere in modo amaro, un modo di cui i residenti non amano parlare. Da allora non si è più vista una figura così da queste parti, un visionario capace di portarci in luoghi remotissimi, per quanto la zona abbia trovato una sua vocazione esotica nella proliferazione di ristoranti di sushi.

Certe sere passando in strada proprio sotto al suo balcone lo immagino ancora lì, dietro la finestra, con lo sguardo che viaggia in cerca di ispirazione verso spiagge, palme e corsari neri. I piedi piantati in un posto e la testa nell’altra parte del mondo. Chissà se qualcuno in un villaggio in Malesia sta scrivendo una storia su corso Casale.

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