Resilienza, tenacità e fragilità.

Sidrea Besacchi
BIO-Energetica Umanistica
3 min readMay 13, 2022

Da una lezione di Pino Ferroni anno 2018

Sono molti gli aggettivi che si usano per definire le qualità delle persone e delle cose, ma è difficile descrivere con esattezza la caratteristica che consente loro di rimanere vive, coerenti, integre, attive, presenti e quasi inattaccabili da eventi a loro esterni o interni, ossia la capacità di “resistere”.

In ingegneria la resilienza definisce la capacità di un materiale di resistere agli urti fino al raggiungimento di una tensione in grado di deformarlo, mentre la tenacità è la capacità di quel materiale di assorbire energia dall’inizio della deformazione fino allo rottura come avviene nella trazione.

Sia la resilienza che la tenacità difficilmente possono essere utilizzate per descrivere la resistenza che attua l’uomo, o un multiforme gruppo di uomini, per sopravvivere a un evento capace di devastare e cambiare il “corso normale” delle cose che caratterizzavano la loro esistenza prima di quel drammatico momento.

Qui bisogna abbracciare la fragilità.

Qualcosa è fragile quando ha la caratteristica strutturale di potersi rompere con facilità e nel nostro mondo le cose fragili sono spesso anche cose belle e preziose, come vetri pregiati, cristalli, fiori, farfalle ecc.; ma la condizione di fragilità che coinvolge fatalmente ogni cosa, e anche l’uomo nella sua complessità, è sempre relativa.

La fragilità esistenziale in cui si ritrovano tutti gli esseri viventi è il rapporto con la vita stessa che ogni giorno ci presenta la precarietà, la sofferenza, l’invecchiamento, la morte e tutti gli eventi che possono generare e amplificare queste condizioni.

Nudibranco o lumaca di mare

Allora la resilienza ci permette di imparare a prosperare nelle avversità. Resilienza è la forza esistenziale che indica la solidità, la resistenza fisica e psicologica agli insulti esterni, la stabilità morale, la forza competitiva, l’autorevolezza e la capacità di gestire la paura.

La storia della vita ha visto la scomparsa delle razze che sono rimaste rigide e rocciose nella loro staticità e ciò è successo agli esseri viventi più forti, grandi e potenti che siano mai esistiti, come, ad esempio, i dinosauri.

L’uomo “fragile” sembra incarnare la debolezza sia sul piano organico che psicologico-emozionale, come dimostra la sua predisposizione ai cedimenti fisici e alle malattie, alla debolezza morale, alla timidezza, alla paura, etc., ma nell’uomo esiste un’altra fragilità che si combina con la capacità di provare emozioni, con la percezione e con la flessibilità, fattore indispensabile per rimettere in equilibrio il corpo e la mente dopo ogni tempesta.

Foresta di bambù

L’uomo del Tao è fragile perché sa essere flessibile, elastico e plastico, perciò si piega ma non si spezza, come la pianta di bambù, e questo genera capacità di adattamento e di cambiamento.

Un sistema robusto e forte, ma rigido, si fa distruggere molto più facilmente di un sistema la cui fragilità si combina con una flessibile adattabilità.

Questa visione taoista della vita viene vissuta e trasmessa dagli operatori in Bioenergetic-shen Treatment® alle persone che accompagnano in percorso.

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Sidrea Besacchi
BIO-Energetica Umanistica

Master in bioenergetic-shen treatment, insegnante in Naturopatia Umanistica, tecniche di rilassamento, Parma