Gianni Pisano
BIO-Energetica Umanistica
8 min readMar 13, 2023

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SEMI DI FUTURO

Quando penso ad un futuro penso: “bellezza”. Che la bellezza sia conosciuta ed apprezzata.

INIEZIONI DI BELLEZZA

Il nostro paese l’Italia ha la più grande normativa in materia di salvaguardia dell’ambiente ed è forse uno dei paesi maggiormente oggetto di attacchi al patrimonio paesaggistico moltissime volte per assoluta mancanza di consapevolezza del valore di questo patrimonio. Non a caso la passata situazione pandemica ha visto la cultura, lo spettacolo, i luoghi della tutela del patrimonio storico, artistico, archeologico come aspetti dimenticati considerati non rientranti nelle categorie economiche indispensabili al paese e quindi sacrificabili.

Se considero la bellezza parte di me, se sono consapevole del suo valore è pressoché inutile salvaguardarla e soprattutto legiferare per affermare l’importanza.

Una delle cose che mi stupisce della storia è come durante gli anni del ventennio ci fosse una tutela del patrimonio storico maggiore di quanto sia oggi. Allora lo scopo era esaltare la civiltà romana al fine di rivivere gli splendori dell’età imperiale e quindi se ne esaltò il valore per la nostra tradizione e ciò favorì da un lato il recupero di materiale, la sua conservazione e tutela e la scoperta ad esempio di Ercolano e di altri importanti reperti.

La cosa che mi stupisce è che tutto ad un tratto quelle rovine dove pascolavano le pecore o si buttavano immondizie non erano più considerate MACERIE (qui si che è passata la guerra diceva una signora ignara del passato) ma erano un passato italiano di cui essere orgogliosi.

Abbiamo ovunque un patrimonio che i nostri antenati, con fatica e gioia, ci hanno lasciato. Ma noi non ne siamo completamente consapevoli.

Esempi come quello di Matera che si è risvegliata come luogo di cultura, che ha investito nel proprio sapere immateriale portando alla rinascita della città sono elementi isolati.

Occorre lavorare sul racconto, creare percorsi suddivisi per temi ed educare i ragazzi delle scuole affinché siano loro a diventare accompagnatori, guide orgogliose del proprio luogo.

SEMI DI FUTURO

Cosa significa? Significa che per avere una pianta alta, forte, rigogliosa occorre seminare in un terreno adatto il seme giusto.

Abbiamo già inserito un gran numero di variabili.

Terreno adatto=un terreno che sia fertile, che possieda le caratteristiche ottimali per dare nutrimento, per garantire radicamento, che fornisca supporto, ancoraggio, presenza di acqua senza ristagni, che sia adatto anche dal punto di vista climatico, con una buona esposizione ai raggi solari, riparato dai venti, con clima favorevole.

Seme giusto= un seme sano, potenzialmente fornito di tutto il bagaglio necessario per radicarsi e crescere, per cercare la luce ed il migliore appoggio.

Semplicemente abbiamo visto che occorrono tantissime cose affinché il seme generi una pianta. E’ anche vero che sono state le piante, il mondo vegetale nel corso dell’evoluzione a creare l’ambiente adatto in una continua gara di mutui adattamenti.

Torniamo a noi ed ai nostri semi di futuro.

Qui e ora esistono le condizioni per poter pensare a un futuro migliore. Umberto Galimberti direbbe che in questo nostro intento siamo profondamente inseriti nella cultura cristiana che vede il futuro come un luogo migliore rispetto al presente di sofferenza ed al passato.

Per me il futuro può essere migliore solo essendo maggiormente consapevoli di noi stessi. Delle nostre relazioni profonde con l’ambiente, con tutto ciò che ci circonda. Ogni nostra scelta produce effetti sul nostro intorno. In questa epoca di “contagi”, di chiusure forzate, di blocco delle attività e distanziamento obbligatorio ce ne rendiamo conto quotidianamente. Quando dico ogni scelta vuol dire che anche il non scegliere è una scelta. Se non mi occupo di qualcosa delego a qualcun altro tale compito avvalorando la sua scelta.

Questo continuo impegno genera ansia, un’ansia di essersi dimenticati qualcosa, per aver scordato qualcosa di “importante”, di fondamentale e questo senso di mancanza va lavorare su quel senso sottile di inadeguatezza che mina la mia autostima.

La pubblicità sfrutta amabilmente questa sottile insoddisfazione fornendo adeguati prodotti atti a completare il mio mondo in una continua rincorsa ad AVERE dimenticando di ESSERE.

Cosa può cambiare il nostro mondo se non l’educazione, se non l’apprendimento della consapevolezza.

Abbiamo relegato l’educazione al momento scolastico dove i ragazzi vengono riempiti di nozioni come se fossero menti vuote da colmare di conoscenze di saperi già completamente definiti e pronti all’uso, di prodotti.

Non ci si chiede cosa sanno, da dove provengano, cosa desiderino, quale sia la loro cultura, a cosa aspirano, che sogni hanno.

Sono considerati contenitori VUOTI da riempire. Occorre instillare il desiderio di conoscere: La ricerca, la scoperta, la possibilità di inventare.

Mi piace quella frase di Einstein che diceva:

Tutti noi sappiamo con assoluta certezza che ci sono cose IMPOSSIBILI da realizzare. Fino a quando arriva qualcuno che non lo sa e le inventa!

Quando Marconi ha realizzato la trasmissione con onde radio a grande distanza i più grandi fisici del tempo erano assolutamente sicuri che le onde non AVREBBERO POTUTO ESSERE TRASMESSE a grande distanza! Era scientificamente provato che non poteva funzionare.

Tutta questa digressione ha lo scopo di sottolineare come l’impegno maggiore per i semi di futuro debba concentrarsi sulle conoscenze in un nuovo paradigma del sapere, della consapevolezza, presenti a noi stessi.

La psicoanalisi ci dice che le nostre azioni sono ampiamente governate dall’inconscio, il non conosciuto di noi, la nostra parte sommersa dell’iceberg del nostro se. La parte consapevole è la parte piccola che emerge al di fuori delle acque.

Il prof. Galimberti sollecita a cercare di conoscere sempre un po’ di più il nostro inconscio in modo da non fare scelte, azioni A NOSTRA INSAPUTA!

Questa ricerca di conoscere se stessi è coltivare la consapevolezza, è un lavoro quotidiano che comunque ha bisogno di un primo passo, di un inizio, di un innesco.

Io ho trovato un modo per lavorare su di me: è la Bioenergetica Umanistica e l’associazione di cui faccio parte vuole far conoscere questa possibilità.

Il mio desiderio è diffondere questo modo che io stesso ho approfondito e che mi ha aiutato e mi dà una mano ogni giorno.

Qui però si erge un ostacolo, questo PERCORSO NON è PER TUTTI. Non perché sia appannaggio di un ‘élite, di un gruppo di iniziati ma per due semplici motivi:

1. Deve essere scelto dalla persona, non può essere “subito”, scelto da altri al posto nostro, imposto.

2. E’ un percorso che ci mette di fronte al giudice più impietoso che esista_ noi stessi.

3. Fa affrontare le nostre parti buie, quelle che NON VOGLIAMO VEDERE. Che ci specchiano realmente e questo è un combattimento per il quale non siamo addestrati, che ci fa più paura, uscire dalla trincea, baionetta in canna, e correre verso il nemico. Qui occorre veramente coraggio.

Mi chiamo Giandomenico Pisano. Sono un architetto di formazione, mi piace la bellezza, soprattutto se non è solo un abbellimento esteriore ma è frutto di una funzione, se risponde a perché più profondi che mi illustrano una cultura, un pensiero, un obiettivo che si intende raggiungere.

Voglio dire che un disegno, una scelta progettuale ha alla sua base motivazioni, ha dei perché cui intende dare risposte.

Osservando un edificio possiamo dedurre, scoprire tantissime informazioni e possiamo ripercorrerne la storia, leggerlo o sfogliarlo come una cipolla per recuperarne l’essenza. Un’architettura reale può essere letta e riletta mille volte riscoprendone aspetti sempre differenti.

Nella Bioenergetica Umanistica accade la stessa cosa, osservando, studiando le persone.

Ogni persona attraverso il proprio modo di camminare nel mondo, di respirare, con il portamento o il modo di presentarsi, di esporre le proprie idee racconta di sé, del proprio percorso di vita. Alexander Lowen, il padre della Bioenergetica, dice che qualsiasi problema è strutturato nel nostro corpo ed alla base di tutti i problemi c’è la paura di sentirsi vivi, di provare emozioni.

Conoscere questo “dizionario” e le sue “regole grammaticali” permette di portare aiuto. Se vogliamo lavorare sulle emozioni occorre lavorare sul corpo. Si tratta di un percorso lungo ed impegnativo ma ne vale la pena.

Ad un certo punto della mia vita sono stato male, molto male. Il lavoro andava malissimo, avevo abbandonato la fiducia in me stesso, nella vita ed i problemi avevano trovato come luogo in cui fissarsi nell’intestino creandomi la sindrome del colon irritabile. Stavo male e stare male andava ancora di più a distruggere la mia vita quotidiana.

Ho intrapreso il percorso bioenergetico a Parma presso la scuola che Pino Ferroni, il creatore della Bioenergetica Umanistica, aveva fondato.

A che serve?

Serve ad affrontare se stessi, a cercare soluzioni non svicolate dalle responsabilità e dalla realtà. Serve ad investigare il proprio inconscio attraverso le sue scelte, a scoprire le motivazioni REALI nascoste dietro ogni scelta.

Serve a scoprire i proprio lati bui, ad affrontare il proprio io. Guardarsi nello specchio richiede coraggio. Noi siamo i migliori giudici di noi stessi ma allo stesso tempo i più impietosi: non accettiamo scuse, giustificazioni e la pena che viene comminata è sempre DEFINITIVA come se non ci fosse alcuna possibilità di migliorare.

Cosa mi ha dato la Bioenergetica Umanistica?

Due cose molto importanti:

Il sorriso interiore, un sorriso che permette di mantenersi un calore dentro in grado di resistere nelle giornate più fredde.

La capacità di svegliarsi ogni mattina felice di essere e di andare al lavoro sereno, permette di dare un significato ad ogni giorno.

Dopo aver seguito il percorso, dopo avere iniziato ad affrontare un po’ delle mie ombre con Claudia Tartara abbiamo pensato di creare una succursale della Scuola di Parma, una base della scuola di Bioenergetica Umanistica ad Alessandria.

Pino Ferroni è la persona che ha ideato il Metodo del Bioenergetic Shen Treatment. Pino aveva studiato comunicazione alla Scuola di Palo Alto in California, negli Stati Uniti e aveva frequentato il maestro Taoista Tchao e studiato la Medicina Tradizionale Cinese.

Forte di questa esperienza, avendo appreso la Bioenergetica dagli allievi di Alexander Lowen decise di mettere a frutto una sintesi delle conoscenze occidentali ed orientali.

Dopo anni di studi, analisi, confronti ed esperienze mise a punto le basi della Bioenergetica Umanistica, un metodo a mediazione corporea che si basa sull’intuizione che se la psiche è in grado di modificare il nostro corpo agendo sul corpo è possibile lavorare sulla psiche.

Quando riuscì a mettere a punto questa modalità di approccio al malessere esistenziale e iniziò ad avere ottimi riscontri decise di creare un centro per formare operatori in grado di aiutarlo e per riuscire a trasmettere l’essenza, le basi, i concetti e soprattutto le modalità, aspetti questi che non possono essere trasmessi solo attraverso lo studio teorico.

Claudia ed io abbiamo avuto il privilegio di frequentare in momenti diversi la Scuola di Parma a prezzo di difficoltà, di spostamenti di impegni.

Ripensando questi aspetti abbiamo cercato di avvicinare alle nostre zone, ai bisogni le potenzialità della Scuola di Pino Ferroni.

Il centro di Alessandria divenne centro affiliato alla Scuola di Parma e costituì per alcuni anni uno dei tre centri sparsi nel mondo dove si apprende la Bioenergetica Umanistica. Il centro Green Mountain Shen che ha sede nel Vermont (USA), il centro di Milano e noi.

Nel giugno 2018 scompare la figura carismatica di Pino Ferroni, la Scuola di Parma inizia ad affrontare una serie di difficoltà che con la pandemia portano alla chiusura della Casa Madre di Parma mentre il centro di Milano decide di affrontare la crisi generale spostando i suoi interessi verso un approccio olistico.

A marzo 2018 dopo anni di lavoro e di diffusione del metodo riusciamo, con altre 6 persone a fondare l’Associazione di Promozione Sociale Shou Kua –Il Telaio della Vita e diamo vita ad un vero centro che nello Statuto di fondazione ricalca gli obiettivi che il maestro Pino Ferroni aveva dato al suo Centro.

Giandomenico PISANO

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