L’eredità digitale

Sante Dino Facchini
Blockchain & Innovazione
2 min readFeb 6, 2019
La morte ha le sue complicazioni anche nel mondo digitale

La società sta cambiando e molti degli aspetti che in passato venivano gestiti tramite supporti fisici e cartacei negli ultimi anni sono stati digitalizzati: il denaro, la corrispondenza epistolare o il biglietto del treno, solo per citarne alcuni.

Si curano sempre di più aspetti quali la sicurezza e la riservatezza delle transazioni, nonché l’identificazione della clientela per evitare perdite irreparabili di denaro. E quindi sigle e termini come KYC, chiavi private, 2FA sono sempre più di uso comune. Le policy sulla privacy ormai invadono ogni aspetto della vita quotidiana, rendendo di difficile navigazione siti web con disclaimer di ogni tipo.

Poi arriva la notizia surreale che porta a considerare che, probabilmente, ci sono anche altre priorità “digitali” da valutare. Gerald Cotten, il fondatore dell’exchange di cryptovalute Quadriga CX, muore improvvisamente a soli 30 anni per le complicazioni del morbo di Crohn dal quale era afflitto.

Gerald Cotten — fondatore dell’exchange Quadriga CX

Piccolo particolare: i circa 100 milioni di euro in cryptovalute di cui disponeva l’exchange, erano conservati in un cold wallet al quale nessuno riesce più ad accedere, essendo le chiavi crittografiche solo a lui note ed accessibili.

Al di la della “good horror story” che sta facendo il giro del web, questo tipo di accidenti dovrebbero farci riflettere su un aspetto molto sottovalutato nel mondo digitale: come salvaguardare gli asset digitali dopo la nostra dipartita? E’ possibile tramandare ai nostri eredi i beni sul cyberspazio con un testamento “digitale”?

I quesiti che ci poniamo non sono di facile soluzione. Intanto sussistono problemi tecnici, logistici e di sicurezza rilevanti; a chi affidare le chiavi di accesso? Sotto quale forma? E’ meglio fornire copie cartacee dei wallet a un istituto bancario oppure le chiavi in formato elettronico a società specializzate operanti on line?

In seconda battuta non sono di minor dimensione i problemi legali; ad esempio quali norme applicare per definire gli eredi: seguire il diritto del luogo di residenza ovvero definirne uno ex-novo visto l’intangibilità dei beni?

Una startup che ha provato a dare una risposta a queste domande è stata DigiPulse (DGPT https://icobench.com/ico/digipulse), ma non ha avuto molta fortuna, il progetto è naufragato supportato da soli 2 (due) clienti paganti ed il token è stato delistato a dicembre scorso.

Ad oggi dunque l’unica proposta affidabile che consente di destinare le propria “eredità virtuale” è quella di Facebook, sebbene si tratti semplicemente di memoriali in ricordo del defunto.

Un problema quindi, quello del testamento digitale, ancora lungi dall’essere considerato seriamente dagli utenti del mondo tech. Speriamo non debbano pentirsene (per carità fra cent’anni!).

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Sante Dino Facchini
Blockchain & Innovazione

Engineer with good expertise in management and tech. Supporting entrepreneurs in starting up and developing business. Blockchain enthusiast.