L’OCC apre alle banche USA il mercato delle valute virtuali e delle stablecoin

Paolo Pugliese
Blockfin News
Published in
2 min readMar 9, 2021

L’Office of the Comptroller of the Currency (OCC) è l’agenzia federale americana che si occupa di supervisionare le banche e le istituzioni creditizie federali USA.

Da tempo, con lo sbarco definitivo delle criptovalute nel mainstream economico e finanziario mondiale, tutti i governi ed i regolatori mondiali cercano di costruire un quadro normativo coerente, che possa, assieme, limitare i rischi del settore e promuovere l’innovazione. E in questa “competizione” scaturita tra ordinamenti ed autorità di regolamento, un posto di rilievo va assegnato senz’altro all’OCC del Tesoro statunitense.

In questo processo, infatti, l’OCC, specie con la sua ultima lettera interpretativa di gennaio del 2021, ha dimostrato una particolare attenzione al fenomeno delle stablecoin; crypto-asset digitali ancorati ad un bene fisico, come l’oro o il dollaro, liberamente convertibili nel sottostante su richiesta del possessore, e per questo motivo meno soggette alle fluttuazioni tipiche dei mercati delle cryptocurrencies. D’altronde, già a partire dal luglio 2020, l’OCC aveva delineato, in maniera univoca, un approccio coraggioso e sistematico, attirando il placito di gran parte dell’ecosistema che sembra aver molto apprezzato l’ingresso delle banche commerciali federali e degli altri istituti di credito nel perimetro dei servizi di utilizzo delle valute virtuali, avvenuto grazie agli interventi interpretativi di tale ente.

Il fil rouge che lega questi documenti è il riconoscimento che l’attività bancaria tradizionale presenta dei punti in comune con i servizi legati alle criptovalute, in particolare quelli relativi alla custodia degli asset e al regolamento dei pagamenti.

La prima lettera interpretativa ha chiarito la base giuridica in virtù della quale gli istituti di credito fondano la loro attività di custodia di criptovalute, associata in primis al possesso delle chiavi private degli utenti, necessarie per firmare le transazioni. La seconda lettera, invece, approfondiva i principi sottostanti la possibilità per le banche di detenere stablecoin: particolare enfasi viene posta sull’aggiornamento di protocolli di sicurezza adeguati ai rischi della nuova classe di asset.

Il documento interpretativo più discusso, però, è stato l’ultimo. Infatti, con la lettera interpretativa pubblicata il 4 gennaio 2021, l’OCC esplicita chiaramente che le banche e le associazioni di risparmio federali non solo possono acquistare, vendere ed emettere stablecoin, ma possono anche far parte esse stesse di reti di verifica dei nodi.
L’OCC sta applicando un approccio realmente innovativo per regolamentare il settore degli asset digitali, ed i primi effetti sono già visibili sul mercato: nell’ottobre del 2020 è stata infatti lanciata JPMorgan Coin, che è ampiamente utilizzata nel back-end dei sistemi di pagamento di JPM: essa contribuisce a liquidare quasi 6.000 miliardi di dollari ogni giorno.

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