Ripple vs. SEC: le criptovalute sono un contratto di investimento?

Paolo Pugliese
Blockfin News
Published in
2 min readMar 9, 2021

Come riportato dalla testata Cointelegraph, Ripple Labs, la società che emette la criptovaluta XRP, e due suoi dirigenti, Bradley Garlinghouse e Christian Larsen, sono stati recentemente citati in giudizio dalla SEC (Securities and Exchange Commission) americana.

Sin dal 2013, Ripple ed i due executive hanno venduto notevoli quantitativi di XRP sui mercati, ottenendo ricavi per oltre 1,38 miliardi di dollari: secondo l’autorità di regolamentazione, le vendite di XRP rappresenterebbero un contratto di investimento ai sensi delle leggi federali. La società, peraltro, avrebbe anche attivamente manipolato il mercato del token XRP a proprio vantaggio, ingannando gli investitori.

Ripple Labs, d’altro canto, rigetta categoricamente le conclusioni della SEC, e sottolinea che la società è attiva ormai da molti anni: la tardività dell’azione del regolatore, secondo il general counsel di Ripple, Stuart Alderoty, sarebbe da attribuire alla debolezza delle argomentazioni esistenti contro l’impresa blockchain.

La principale questione giuridica sottesa alla vicenda in oggetto è se l’emissione di token XRP costituisca un contratto di investimento. Ai sensi dei testi normativi di riferimento, gli emittenti di tali strumenti finanziari sono soggetti a requisiti specifici in tema di disclosure e di registrazione. Nella giurisprudenza della Corte Suprema degli Stati Uniti, lo strumento interpretativo principe per valutare tale status è il cosiddetto “Howey Test”, dal caso SEC v. W. J. Howey Co. del 1946.

Il collegio giudicante del Southern District di New York, per decidere se XRP rientri nel perimetro applicativo della suddetta decisione, dovrà valutare se il token soddisfi tutti i requisiti dell’Howey Test, e cioè essere: (1) un investimento (2) di denaro o di altro valore, (3) in un’impresa comune, (4) da cui ci si aspetta dei profitti, (5) che provengano esclusivamente dagli sforzi del promotore del contratto o di un terzo.

La decisione potrebbe avere ramificazioni dirompenti sull’ecosistema blockchain: difatti, un pronunciamento a favore della SEC sarebbe un monito per tutto il settore, in particolare nell’ambito del quadro normativo americano, decisamente frastagliato. D’altro canto, una decisione favorevole a Ripple Labs equivarrebbe ad una legittimazione fortissima, finora preclusa alle società che a vario titolo si occupano di blockchain e criptovalute.

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