TRASH TOYS?

Adriano Parracciani
blocknotes
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2 min readOct 19, 2015

Domenica 16 ottobre 2015, è il terzo giorno della terza edizione di Maker Faire Rome. Sono quasi le cinque di pomeriggio ed il mio talk è cominciato da una mezz'ora; parlo di Trash Toys — oggetti per l’apprendimento creativo

Si potrebbe immaginare che dopo mezz'ora, sia più che chiaro di cosa io stia parlando, viste anche le immagini mostrate, oltre alle parole.

L’inaspettato, però, è sempre pronto a coglierti di sorpresa: una signora al centro della sala m’interrompe e chiede:

Trash Toys? Ma cosa vuol dire trash?

Qualcuno tra i partecipanti sorride, e qualcun altro mi precede.

significa spazzatura, sono giocattoli fatto con materiali di riciclo

Le sorprese, però, non sono finite. La signora ne ha in serbo una seconda, acida e volutamente polemica:

Ma non potrebbe usare l’italiano, invece che questi termini?

Il pianeta Terra è proprio un posto bizzarro.

Sorrido pensando a quella signora, che ha acquistato il biglietto (credo) ed è venuta appositamente per visitare la Maker Faire. Avrà fatto caso che chiama così, e non Fiera del Faidate?

Chissà, magari si; e magari ha contestato il nome quando si è presentata ai cancelli d’ingresso.

Sorrido pensando al fatto che la signora in questione è venuta appositamente ad un talk, il cui titolo era Trash Toys — oggetti per l’apprendimento creativo.

Sorrido ancora pensando al fatto che il talk si svolgeva nella Room 12, così come riportava il totem fuori dalle sale.

E sorrido pensando che nonostante Maker Faire, Trash Toys, talk, room, e qualche altra quintalata di termini non italiani, quella signora fosse lì

Meno male che non mi chiamo Paul o John, altrimenti mi sarei beccato

ma non potrebbe farsi chiamare con un nome italiano?

credits: foto by Guido Brescia

Vi state chiedendo come ho replicato?

Mi scusi, pensavo fosse chiaro; in ogni caso tenga conto che teoricamente avrei dovuto tenere il talk in inglese, ma visto che i presenti sono tutti italiani…

Capiamoci: non che sia un fervido fautore della lingua inglese come lingua universale, anzi, io sarei per l’esperanto, una lingua che non appartiene a nessuno. Ma di certo non condivido le posizioni autarchiche ed ottuse della signora.

Trash Toys

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Adriano Parracciani
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aka Cyberparra. Senior Educational Designer in Codemotion, Area Ricerca e Sviluppo CodemotionKids. Coach/ Maker/ Scrittore/ Artista/