L’identità digitale al centro della trasformazione del nostro Paese

Come l’identità digitale può accelerare la digitalizzazione di cittadini, imprese e Pubblica Amministrazione

Silvana Filipponi
Blog per la trasformazione digitale
5 min readSep 16, 2021

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La Banca Mondiale ha calcolato che nel mondo un miliardo di persone non ha nessuna forma di identità, ed oltre tre miliardi possiedono un’identità solo cartacea. Nonostante il grado di digitalizzazione dell’economia globale, molte persone rimangono ancora escluse dalla possibilità di accedere ad una economia digitale, perché non dispongono di un sistema di identificazione con cui autenticarsi in modo certo, sicuro e protetto nelle interazioni online.

In Italia, il Sistema Pubblico d’Identità Digitale(SPID), e la Carta d’Identità Elettronica (CIE) sono nate per rispondere a questa esigenza. E oggi l’identità digitale è un componente fondamentale per la digitalizzazione del nostro paese all’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza — Next Generation Europe.

Come rendere l’identità digitale una modalità di accesso ai servizi online sempre più inclusiva per tutti i cittadini e come massimizzare l’opportunità di digitalizzazione per la pubblica amministrazione e le imprese?

L’identità digitale è un diritto di ciascuno di noi

A partire dall’inizio della emergenza pandemica, SPID e CIE hanno accelerato la loro crescita in maniera esponenziale e sono state adottate da oltre il 30% della popolazione, percentuale in linea con i grandi paesi in Europa.

Accesso ai servizi pubblici con SPID oppure CIE

Tuttavia questo risultato non è ancora sufficiente.

La nostra priorità è di diffondere l’identità digitale presso tutte le fasce della popolazione comprendendo anche i concittadini meno digitalizzati o gli anziani, le fasce più povere, i minori, gli stranieri in Italia e gli italiani residenti all’ estero. Nella consapevolezza che il cartaceo o l’interazione di persona non sono semplicemente cancellabili e forse non dovranno mai esserlo, la nostra responsabilità al Dipartimento per la trasformazione digitale è abilitare la piena cittadinanza digitale presso tutta la popolazione grazie alla ulteriore diffusione della Identità Digitale.

Italia Digitale 2026

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza pone un obiettivo ambizioso: l’adozione dell’identità digitale da parte del 70% della popolazione italiana entro il 2026, traguardo che può essere raggiunto grazie ad un’esperienza utente sempre più semplice ed accessibile per ciascun cittadino, all’evoluzione della identità digitale verso un modello avanzato, ad iniziative che facilitino l’adozione da parte dei cittadini meno digitalizzati, alla diffusione della consapevolezza e della conoscenza legata alla identità digitale.

Una identità digitale potenziata grazie agli attributi

Il 2021 vedrà un momento importante nella diffusione della identità digitale. Grazie ad un unico sistema di accesso, la Pubblica Amministrazione favorirà una nuova relazione con il cittadino, unica per tutti i suoi servizi digitali e che permetterà la creazione di servizi innovativi, resi possibili da livelli di identificazione sempre più certa e sicura.

SPID e CIE, l’identità digitale in Italia: la campagna di comunicazione istituzionale.

Parallelamente, nel settore privato, i fornitori di servizi digitali potranno accelerare l’ingresso di nuovi clienti grazie a percorsi di adozione completamente digitali e aprendo nuove modalità di interazione con l’utente.

Per favorire appieno la crescita di servizi innovativi nel mercato privato e dei servizi pubblici, stiamo lavorando per arricchire l’identità digitale con gli attributi qualificati, informazioni certificate da enti preposti che, associati all’identità, la descrivono maggiormente e ne permettono nuove forme di utilizzo da parte di aziende e start-up innovative.

Per fare un esempio di attributi, si pensi alla patente di guida che deve essere fornita durante l’iscrizione ai servizi di mobilità in sharing o alle qualifiche professionali che vengono inoltrate durante il processo di selezione per lavori qualificati. Grazie all’ identità potenziata di attributi, le aziende potranno allora, automaticamente e con il permesso del cittadino, ricevere i dati necessari per la piena digitalizzazione di processi e servizi.

La sovranità del dato appartiene all’utente

La sovranità del dato è un punto centrale in questo disegno. Molto spesso le modalità di identificazione e autenticazione digitale che utilizziamo ogni giorno sfuggono a livelli di sicurezza adeguati oppure alla regolamentazione e ai principi di protezione della nostra privacy. La fase cruciale è quella autorizzativa che deve essere garantita privacy-by-design: solo il set di dati strettamente necessari per quella specifica transazione ed in quello specifico momento deve essere inviata. Sempre con l’autorizzazione dell’utente, che ha il diritto di avere piena trasparenza e controllo dell’utilizzo dei propri dati in ciascuna fase della interazione digitale.

In linea con l’Europa, le direzioni evolutive vanno a confermare sempre di più la centralità dell’utente nella gestione della propria identità e dei propri attributi qualificati. Interessanti a questo proposito sono i modelli Self Sovereign Identity, molti dei quali sono accessibili via mobile.

Verso una identità digitale europea

L’identità digitale è al centro della strategia verso un mercato digitale unico in Europa.

Da quando è stata emanata, la normativa eIDAS ha posto le basi di questa strategia garantendo l’interoperabilità delle soluzioni nazionali notificate e l’accettazione delle stesse da parte di tutti i paesi della European Cooperation Network.

In risposta alla sfida di una Europa Digitale, la Commissione Europea ha posto l’obiettivo di una ulteriore accelerazione del programma e ha recentemente annunciato il progetto di Identità Digitale Europea i cui principi cardini rinforzano ed evolvono ulteriormente le direzioni già intraprese in Italia. Quella di una identità digitale ampiamente disponibile a chiunque voglia usarla, che siano cittadini, residenti e imprese; utilizzabile sia in ambito pubblico che privato; che ponga il cittadino sempre in controllo dei propri dati e dove verranno condivise solo le informazioni strettamente necessarie.

L’identità digitale diventa uno dei componenti cardini alla base del mercato digitale unico in Europa e ci condurrà verso la consapevolezza di essere cittadini europei.

Il percorso di crescita digitale per il nostro Paese

In un’economia iperconnessa, l’identità digitale è e sarà sempre di più un fattore determinante per le transazioni digitali che favorisce lo sviluppo di un’economia digitale. La necessità di stabilire identità individuali non è limitata agli individui ma si estende a persone giuridiche, macchine e dispositivi.

La pandemia del COVID-19 ha fornito una spinta evidente alla digitalizzazione e con questa l’urgenza di fornire rapidamente a tutti i cittadini e le imprese in Italia ed in Europa un’identità digitale affidabile e universalmente accettata per consentire una continuità alle attività privata e l’accesso a servizi pubblici digitali.

La nostra attenzione, al Dipartimento per la trasformazione digitale del Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, è rivolta al presente e futuro della identità digitale come acceleratore per la digitalizzazione del paese e un diritto per ciascuno di noi. Una sfida che possiamo vincere solo in collaborazione con tutti i cittadini, la pubblica amministrazione ed il mercato privato.

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Silvana Filipponi
Blog per la trasformazione digitale

Expert in Digital Identity and Payments. I believe that diversity drives innovation