Dewey Rooms: rivivere la storia attraverso gli escape narrativi

We Are Müesli
Breakfast with Muesli
2 min readJun 13, 2019

Per trovare una definizione accurata di “gioco” non basterebbe una vita. Nel nostro intervento a Games Beyond Games abbiamo raccontato quanto i giochi abbiano a che fare con le narrazioni.

A differenza della letteratura e dei film, i giochi (sia digitali che analogici) ci raccontano storie molto particolari: non leggiamo né ascoltiamo le vicende di qualcun@ raccontate da altr*, come nella letteratura; non guardiamo le avventure di altre persone, come nei film o nelle serie tv non interattive: siamo noi protagonist* in prima persona della storia. E immers* nelle storie, giocando, riusciamo a conoscere di più.

I giochi e la cultura hanno molto a che fare uno con l’altra, dunque. Il luogo comune vuole però che la cultura sembri snobbare i giochi, e chi è appassionat@ di giochi sembri rifiutare la cultura: la nostra esperienza, insieme a quella di molt* altr* autori e autrici di videogiochi, specie in ambito indipendente, speriamo dimostri che è possibile realizzare giochi coinvolgenti per raccontare storie culturalmente significative.

Le storie sono ovunque: andiamo a cercarle! Con il progetto Dewey Rooms si entra in archivi, biblioteche, centri culturali per scoprire fatti storici, artistici e culturali da raccontare in escape games.

Dopo il card game Colpo di Stato (è partita la campagna di crowdfunding!), il prossimo appuntamento è per l’autunno 2019 al Polo del ’900 di Torino per Wer ist Wer, un’escape room che, a trent’anni dalla caduta del Muro di Berlino, ci interroga su conformità e non conformità, e su ogni Potere che alza muri per stabilire chi è dentro e chi è fuori, chi è normale e chi è diverso, “chi è chi”.

Matteo Pozzi (feat. lo zio dell’Uomo Ragno) racconta qui perché i giochi sono in grado di farci entrare in relazione con il passato:

Matteo Pozzi @ GBG19

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