I Facebook Files

Sonia Peratoner
BrixenLabs
Published in
1 min readJun 16, 2017

Risale a circa un mese fa la notizia dello svelamento dei documenti definiti dal Guardian “Facebook Files”, presentati dal sito giornalistico come “lo scandalo del momento”.

Ma cosa sono questi Facebook Files? Sono degli elenchi di norme che i moderatori della piattaforma dovrebbero rispettare quando si trovano a filtrare i contenuti che appaiono sul social. E da quello che è emerso pare che l’unico, solo arbitro sia sempre e comunque Facebook.

Non esiste infatti una vera e propria “logica” nel bandire i contenuti; la violenza sui minori può essere mostrata, a meno che non costituisca esaltazione della stessa o del sadismo, mentre immagini del dipinto di Courbet “L’origine del mondo” sono state nascoste al pubblico.

Nel suo articolo su repubblica.it Francesca de Benedetti definisce Facebook come una via di mezzo tra network, aggregatore e editore e, in quanto tale, gli riconosce alcune responsabilità per quanto riguarda la gestione di contenuti falsi o violenti. Dato il massiccio utilizzo che di questa piattaforma viene fatto nel mondo (quasi 1,65 miliardi di utenti, dati Panorama ), importante può essere il suo ruolo in situazioni come ad esempio l’inneggiare al terrorismo o il sostenere la violenza.

Ecco allora, a mio parere, la necessità per Facebook di adottare delle norme che siano coerenti e non così controverse.

E forse, ciò di cui ci sarebbe ancora più bisogno, è che Facebook abbandoni la sua presunzione di poter dettare completamente ed arbitrariamente il destino dell’umanità, e che cominci a rendersi conto — assieme al suo fondatore — di poter essere fallibile (come qualsiasi cosa creata dall’uomo).

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