Quartz e il giornalismo “conversazionale”

Elvira Odorizzi
BrixenLabs
Published in
3 min readMay 10, 2017

Quartz, il popolarissimo sito web di informazione, ha scelto un format innovativo per la realizzazione della propria app. Questa infatti non rappresenta semplicemente un duplicato del sito web, ma è a tutti gli effetti una chatbot, ovvero un programma del computer che simula una conversazione tra un robot e un essere umano.

L’introduzione dei chatbot da parte di diverse compagnie viene spesso vista come “il futuro del marketing”, allo scopo di andare oltre alla pubblicità passiva per coinvolgere i consumatori in conversazioni interattive. Questa modalità di comunicazione viene adottata infatti da molte aziende per gli scopi più disparati: comprare biglietti del cinema, ricevere notizie, ordinare cibo online, fare acquisti e molto altro.

Per quanto riguarda l’app di Quartz, questa diventa una nuova modalità di trasmissione delle notizie direttamente alle persone sotto forma di messaggio, e quindi attraverso uno dei mezzi di comunicazione prescelti dal pubblico. L’utente si ritrova così a messaggiare con un robot sulle questioni più interessanti della giornata.

Il linguaggio non risulta forzato perché ciò che viene proposto non è semplicemente l’estratto di un articolo, ma al contrario i contenuti vengono scritti quotidianamente da un vero e proprio team di giornalisti. In questo modo si ha quasi l’impressione di messaggiare con un amico molto informato che ci racconta le notizie della giornata.

Questo è ciò che definirei come giornalismo “conversazionale”, sicuramente un’innovazione nel campo giornalistico e anche culturale. Un limite sta però nella possibilità di risposta da parte dell’utente, che può infatti scegliere solamente tra due risposte pre-impostate. L’app non offre quindi un tipo di interazione spontanea, ma dialoghi già preparati.

Personalmente, trovo l’idea di questa app molto interessante e funzionale, ma non sono sicura che possa essere veramente utile nei momenti di fretta, come “in ascensore” o “in fila al supermercato”, come sostiene l’articolo di Quartz. Credo invece nella potenziale efficacia dell’app per il coinvolgimente di quelle persone che solitamente si annoiano a leggere un articolo intero.

L’idea di Quartz è sicuramente molto exciting, perché offre uno sguardo su quelle che probabilmente saranno in parte le modalità di comunicazione del futuro. Come annuncia un articolo su Wired:

With Quartz’s app, you don’t read the news. You chat with it.

E infatti, a chi non diverte l’idea di parlare con un robot? A chi non piace testare i limiti di un computer, o dell’intelligenza artificiale? Lo si vede tutti i giorni con Siri, la nostra assistente digitale dei dispositivi Apple.

Ma al contrario di Siri, l’app di Quartz non offre, appunto, conversazioni. Una conversazione è uno scambio di opinioni che comprende la partecipazione di almeno due interlocutori. Qui invece ci si deve attenere alle poche opzioni di risposta che ci vengono presentate. A mio parere, questo aspetto va a costituire un grande ostacolo per il successo a lungo termine dell’app. E quando l’emozione della novità sarà passata, il lettore si stuferà ben presto di cliccare risposte già pensate per lui, che non gli offrono nessuno stimolo intellettuale, né gli permettono di sviluppare nessun tipo di pensiero critico.

Un articolo interessante sul il futuro della messaggistica qui.

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