Il mondo che verrà

Democrazia rappresentativa e cyberspazio

BV TECH Group
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2 min readAug 31, 2020

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a cura di Marzio Di Feo

Stephen Castle, “D’ora in avanti il Parlamento britannico si riunisce nel cyberspazio”, The New York Times, 15 aprile 2020. Articolo su www.nytimes.com

Nel 1858, durante quella che divenne nota come la “Grande Puzza” (Great Stink), il lavoro fu ridotto a causa di un odore opprimente di liquame proveniente dal fiume Tamigi.

Durante la Seconda guerra mondiale, la minaccia dei bombardamenti tedeschi costrinse l’evacuazione e il trasferimento nelle vicinanze.

Ora, il parlamento britannico si sta muovendo verso un altro ritiro temporaneo dalla sua dimora secolare, questa volta nel cyberspazio.

Dopo un’assenza di diverse settimane, i legislatori sono ansiosi di tornare al lavoro e tener testa ad un governo, all’emergenza e, in generale, a dibattere sulla gestione della pandemia di coronavirus. Tuttavia, i pochi posti di una grande camera rivestita in legno del XIX secolo, dove i legislatori si sistemano regolarmente su panchine superaffollate per assicurarsi un posto, non sono adatti al rispetto delle regole di base del distanziamento sociale.

Quindi si è pensato di riscrivere la storia convertendo un’istituzione antica in una virtuale, con una decisione già nei prossimi giorni [decisione presa il 21 aprile].

La mancanza di una presenza parlamentare fisica e ben visibile è tanto più sconvolgente in un periodo in cui i legislatori britannici hanno attirato l’attenzione globale mentre si è discusso sul come lasciare l’Unione europea. Ma andare online non è facile per un’istituzione così intrisa di tradizione, come quella britannica, ed esprimere un voto richiede anche il rispetto di formalità particolari.

Paradossalmente, il compito di facilitare una delle più grandi rivoluzioni nell’operato del Parlamento spetta in gran parte al capo della Camera dei Comuni, Jacob Rees-Mogg, un uomo i cui manierismi sono così “liturgici” che è stato soprannominato “the honorable member for the 18th century”.

Alcuni sono preoccupati dall’idea stessa di un Parlamento virtuale. “La Camera dei Comuni si è incontrata durante le incursioni aeree durante la guerra”, ha dichiarato David Davis, ex ministro del governo, al quotidiano The Observer. “Penso che debba essere ricostituito anche se i membri del Parlamento dovessero venir sottoposti a test quotidiani”.

È probabile che le sfide a lungo termine includano l’introduzione del voto digitale.

Un report della Hansard Society sottolinea come esistano app di voto con opzioni di verifica per garantire la sicurezza, anche se, continua, i legislatori sarebbero diffidenti nei confronti di eventuali cambiamenti permanenti che riducano gli incontri e il dibattito de visu.

In preparazione per la nuova alba digitale, i legislatori devono poi curare ogni dettaglio poiché, com’è stato notato da alcuni analisti, “gli spettatori si concentrano solo tre secondi sul viso, quindi scrutano lo sfondo alla ricerca di qualcosa di più interessante”.

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