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Contrappasso
Ricordo il pennino da infilare nel manico, il rumore che faceva graffiando la carta, il boccettino e le macchie d’inchiostro sulla carta assorbente e sul banco verde, ma soprattutto il pensierino che non veniva proprio.
Poi, fast forward, le medie e le superiori e le ore trascorse a farsi venire delle idee. Anche i brutti voti di quei temi li ricordo.
Compiti in classe: non si vedeva l’ora di non farne più e di non doversi spremere le meningi per delle idee che non sarebbero interessate a nessuno.
Ma allora… che ci faccio oggi qui, con questa foga compulsiva di raccontarmi e spargere pensieri incontinenti su decine di siti, Social, blog e, ovviamente, qui su Medium.com?
Non ricordo quando venni posseduto o quando mi colpì il bisogno di lasciare qualcosa di inutile ma momentaneamente fondamentale che prima di scomparire.