Wahoo Elemnt vs Garmin Edge 520: il progresso contro la pigrizia

Al Giro delle Fiandre faccio sfidare Wahoo e Garmin

Calamaro
Calamaro — ink and rides
6 min readOct 5, 2016

--

Original article posted on cykelnmagazine.com

Un nuovo device deve trovare spazio sullo stem della mia bici, che faccio? Dovrei affidarmi a quello che hanno tutti, al leader indiscusso, soprattutto per uno di quei mercati dove non esiste una vera e propria concorrenza. Monopolio e bike device, sì questo è praticamente il caso: quanti marchi di ciclocomputer si trovano in negozio? Rispondo così, di cuore, senza andare a pungolare il mio black mirror. Allora, ehm: Garmin. E poi? Nessuno entra nel mercato dei GPS di Schaffhausen, neanche ci si avvicina, anzi. Certo, per un periodo c’è stato Polar, anzi, Polar c’è ancora, ma boh, la storia dei prodotti finlandesi sembra sempre uguale. Poi Sigma, Cateye, Timex. Ma nient’altro dai.
Ah no, vero, ecco cosa esce fuori dal cilindro nei primi anni ’10: Wahoo. Atlanta, Georgia, una piccola azienda si fa conoscere prima per quel ripetitore che riflette tutti i dati che il vostro iPhone riesce a captare fra sudore e fiatone (il RFLKT), e poi si conferma come sponsor tecnico del Team Sky rivoluzionando il mondo dei rulli con il fantastico Kickr. E proprio da qualche settimana ecco anche il loro primo bike device: ELEMNT. Mi piace, deve essere mio.
Occasione perfetta per organizzare un bel A/B test: da una parte il campione in carica Garmin Edge 520, dall’altra la prima spremitura del Wahoo ELEMNT. Ecco tutti gli elementi: due computer (collegati a due premium Account Strava), una bici gialla, un ciclista nella sua forma di aprile e una sola corsa possibile: il Ronde Van Vlaanderen.
Pave, Muri, emozioni, birra e grigiume: il miglior campo di gara possibile.

Estetica

Garmin Edge 520
Si presenta più piccolino 2,3’’. Occupa poco spazio sul manubrio, ma lo schermo a colori risulta comunque interpretabile, magari con un pochino di sforzo, ma interpretabile, sì.
Forma leggermente rettangolare e sette piccoli tasti tutt’intorno.
L’eleganza sulla bici è estrema.

Wahoo ELEMNT
Più grande: 2,7’’ di schermo in bianco e nero. La differenza si sente. Le mappe e i dati sono tutti molto più leggibili e il semplice bicolore risulta davvero più intuitivo soprattutto nelle giornate di sole.
Qui i tasti sono sei, praticamente si perde il tasto di lap start, che giuro sul Garmin non ho mai usato.
Un’altra differenza mi scappa sotto gli occhi: ELMNT è dotato di Led segnalatori: quello verticale sulla sinistra utilizzabile come indicatore di prestazione (Velocità, Heart Rate, Potenza), quello orizzontale in alto… ve ne parlo dopo dai.
Anche qui, sulla bici ci sta da dio.

UI e UX

Garmin Edge 520
Vecchio sistema, tutto si sbobina fra tasti del device. Questa cosa ha dei pro e dei contro.

  • Pro: posso settare tutte le opzioni del tutto indipendentemente e in più completa autonomia. Anche in una palude col telefono finito nelle sabbie mobili.
  • Contro: il processo è davvero lento, snervante. Nelle sabbie mobili rischi di rimanerci a vita.

Wahoo ELEMNT
Tutto collegato all’app Elemnt. Questo device raccoglie a manciate i learnings maturati con il REFLKT: si tratta di un ciclocomputer completamente autonomo ma sincronizzabile immediatamente dal proprio telefono via Bluetooth. Va da sé che operazioni come impostare una nuova schermata, caricare una traccia GPS, regolare ogni tipo di impostazione risultano affilate e perfette. Anche i menù sono davvero intuitivi.

In pratica se per impostare da zero il Garmin ci ho messo circa 35 minuti, con ELEMNT in 35 minuti ci sono stati dentro anche 15km di pedalata.

Connettività

Garmin Edge 520
Col 520 sei sempre connesso grazie al Bluetooth e Connect, l’app di Garmin. Questi due strumenti a braccetto permettono operazioni come live tracking, avvisi di attività su telefono, email e social network, base musicale negli auricolari e, meraviglia delle meraviglie, Strava live Segments. Solo un problema però: l’esultanza alla collezione di KOM è un privilegio per i soli possessori di iPhone. Ehm, no. Proprio no!
Altro piccolo elemento interessante, Garmin possiede anche Desktop App e Web App, sempre utile se si vuole collegare il device al computer e sincronizzare dati pesanti (mappe e percorsi per esempio) niente impostazioni del ciclocomputer però, per quello bisogna sporcare le mani e i tasti.
Poi tutti i vari accessori: cadenzimetro, fascia cardio etc. Tutti molto semplici da accoppiare.

Wahoo ELEMNT
Niente Web App, niente Desktop app, l’unico compagno del Wahoo è lo smartphone. Tramite Bluetooth anche qua abbiamo live tracking e riflesso di attività del vostro telefono, ma in questo caso solo telefonate e SMS. Quanto basta. Su ELMNT niente Strava Live Segments, non per ora, almeno. Mi hanno promesso che la funzione si farà viva nella prossima software release. Vi farò sapere.
Si possono poi sincronizzare un sacco di App e, conseguentemente, un sacco di dati. Anche quelli di Garmin Connect.
Sensori esterni connessissimi come anche il fantastico Kickr.
Una piccola magia: ELEMNT è dotato di WiFi: tramite telefono si imposta la connessione e, anche quando la batteria del telefono mi abbandona, completata la traccia è automaticamente caricata su Strava. Perfection!

Mappe

Garmin Edge 520
Si possono caricare le mappe sul 520 grazie a Garmin Express. La cosa è molto semplice e molto analogica.
Le mappe però sono praticamente illegibili sul 520, alla fine il dispositivo non è fatto per questo, e io con le mappe statiche di Garmin non mi sono mai trovato troppo bene. Anche questa volta nulla è cambiato. Certo, il Garmin avrebbe però una funzione molto utile che ELEMNT non ha: Back to Start, ovvero la chiave magica che ti permette di tornare a casa quando ti è saltato un raggio o sei sbattuto contro muro della fame e l’unica cosa che puoi fare è ondulare in stile Tom Simpson. Peccato che una volta, mano nella mano con il Back to Start, abbia quasi imboccato l’autostrada.

Wahoo ELEMNT
Il processo di caricamento delle mappe, sul device Wahoo, è davvero intuitivo. Si spostano le tracce direttamente dal telefono sincronizzando l’account Strava, RideWithGps o cliccando sul file .gxp ricevuto via email. Magia.
La leggibilità delle mappa poi è perfetta, con tanto di prospettiva pedalatore. Ma vi dirò di più, esiste anche un altro fattore che rende ELEMNT inarrivabile: il led di segnalazione posto sopra lo schermo: ve l’avevo promesso. Con le giuste tracce gps, quelle con specifici metadata (ad esempio quelle di RideWithGps, di Komoot, o quelle costruite ad arte su Strava) si possono ricevere indicazioni direttamente via led. Girare a destra e gira a sinistra, anche senza guardare lo schermo o in situazioni di scarsa visibilità, come durante le mie amate Night Ride. Questa cosa rende ELEMNT perfetto anche per il cicloturismo, sempre che si voglia mettere da parte l’agone.

Batteria

Garmin Edge 520
Ci ho girato per circa 13 ore, sempre connesso con bluetooth. Non l’ho ancora ricaricato.

Wahoo ELEMNT
Una carica per il Ronde Vlaanderen e una per le due uscite del finesettimana dopo. In tutto fa circa dieci ore a carica.

Dettagli

Un paio di cose non sconfinferano, su entrambi i device.

Garmin Edge 520
Ma l’auto-pause, qui, come funziona? Mi toccherà scendere in qualche ulteriore dettaglio del menù Setting. Uff, altri 35 minuti di agonia.
E poi ci mette un pelo troppo a connettersi al GPS.

Wahoo ELEMNT
Ma non esiste nessun segnalatore di carica batteria completata? Siamo pazzi? E io per capire a che punto di ricarica sono che devo fare? Staccare e riattaccare l’alimentazione? Sarà contenta la batteria!

Conclusioni

Questo confronto mi ha ricordato un adv di qualche anno addietro.
Il Garmin è il classico discreto prodotto. Un’ammiraglia, matura e precisa. A tutto discapito di elasticità e voglia di innovazione. Qualche carenza con le mappe e una UX che lo fa assomigliare esattamente al guidatore di una automobile grigia: vecchio commendatore arricchitosi negli anni del boom che non ha il minimo interesse di ascoltare le sirene del progresso. E io, onestamente, i commendatori impoltroniti non li ho mai sopportati.
ELEMNT d’altra parte soffre di qualche pecca di gioventù. Non appena il software riceverà qualche piccola ottimizzazione non avrà rivali. E poi, la semplicità con cui si può operare direttamente via app, lo rende un prodotto davvero dinamico. Niente, mi sono innamorato!

Ah, non vi ho parlato per niente della gara. Ma ci sarà occasione, tranquilli.

P.S.: nelle due foto della gara sono insieme a Donato, a cui vanno anche i crediti dietro la fotocamera.

--

--