Cosa porta di nuovo Pessina

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Il confronto tra Pessina e Gomez é l’esempio perfetto di come i concetti di posizione e ruolo siano ormai due cose ben differenti.

La stagione di Matteo Pessina è iniziata ad un ritmo poco allineato con quello della squadra di appartenenza. Tante panchine, qualche spezzone a partita in corso. Le cose si fanno più serie poi verso fine novembre, giusto in tempo per sfruttare al massimo l’esplosione del caso Gomez.

L’argentino incomincia a vedere il campo dalla panchina, finirà poi fuori dalla lista dei convocati. Gasperini continuerà a spiegare la scelta con motivazioni tecniche, di equilibrio. Parla di situazione cambiata, di squadra che fa fatica a sostenere lo stesso tipo di ‘tuttocampista’. Sono parole che forse non portano una piena verità ma ma che ben si allineano con il diverso contributo che Gomez e Pessina — di fatto suo sostituto — apportano alla squadra.

Partiamo dalla posizione. La stagione é quella in corso, le partite sono quelle di campionato e Champions League e le zone di campo occupate dai due sono le stesse.

Sì, Gomez entrava con un po’ più di continuità nella manovra bassa dell’Atalanta ma le grossi differenze vanno individuate nel tipo più che nel volume di passaggi.

L’argentino era l’uomo protagonista della risalita palla dell’Atalanta. Confrontando le statistiche per 100 palloni toccati, si nota come la differenza nella progressione palla attraverso passaggi sia di 84 metri nelle due metà campo e di 143 in quella avversaria.

L’Atalanta passava da Gomez per risalire il campo ma anche per arrivare ad attaccare con velocità il lato debole. Cambi di gioco e cross dell’argentino erano spesso giocate che rompevano il fraseggio corto sul lato sinistro per trovare Hateboer (o Zapata) sulla corsia opposta o dentro l’area avversaria.

E Pessina invece? Cosa porta di diverso?

È un giocatore più dinamico. Rispetto a Gomez incide di più senza palla. I suoi movimenti sono spesso il risultato di letture in anticipo di situazioni di gioco che devono ancora manifestarsi. Attacca la profondità, sa integrarsi bene con il lavoro delle punte ed è molto bravo nell’aprire linee di passaggio per i compagni.

Pessina non è un elemento estraneo alla risalita dell’Atalanta ma non è nemmeno il protagonista. Sembra essere più adatto al ruolo di facilitatore, alla figura che accompagna la manovra con passaggi corti spesso indirizzati verso Gosens o Freuler.

Il grosso, poi, Pessina lo offre quando il pallone é tra i piedi degli avversari. Il confronto tra le sue statistiche e quelle di Gomez evidenzia quanto il suo volume di lavoro sia importante per rendere efficaci i tentativi di riconquista della Dea.

A parità di minuti di possesso avversario (30), Pessina pressa con maggior continuità (16 vs 12 azioni di pressing) ed efficacia (35.6% vs 25,7% di percentuale di riuscita). Intercetta più palloni (4 vs 1.5), ingaggia più duelli (9.53 vs 3.77) e ne vince di più (70% vs 47%).

Apporto e crescita di Pessina hanno quindi permesso a Gasperini di ringalluzzire una squadra priva del talento del Papu ma non sono abbastanza per spiegare il continuo successo dell’Atalanta.

Senza la tempestiva rinascita di Ilicic saremmo forse qui a parlare di una squadra ancora verticale ed intensa ma a cui manca qualcosa in rifinitura, quell’eccellenza che soltanto Gomez e Ilicic sanno garantire.

Non é infatti a Pessina che si può chiedere di incidere in maniera così prevalente sulla fase di rifinitura dell’Atalanta. Questo tipo di apporto era proprio di Gomez ed é stato ora raccolto da Ilicic.

La rinnovata centralità dello sloveno ha spostato anche le dinamiche offensive della Dea. Eravamo abituati ad una squadra che sapeva colpire anche a destra ma che costruiva soprattutto sulla catena di sinistra. Con Ilicic la catena di destra ha ritrovato la sua figura guida.

Dinamiche vicine o lontane a quelle di campo possono portare un collettivo a dover rinunciare a figure chiave come quella di Gomez, a ribaltamenti che costringono a rivedere priorità e a trovare nuovi interpreti. L’Atalanta lo ha fatto in velocità e con efficacia grazie a protagonisti ritrovati, a basi forti come la forza di una struttura di gioco ben definita e a talenti diversi come quelli di Matteo Pessina.

Dati Wyscout e FBREF

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