Milan, a che punto sei?

Calcio Datato
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6 min readJan 4, 2018

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Migliorato? Peggiorato? Cos’è cambiato dall’arrivo di Gattuso ad oggi.

Solo il tempo potrà dire se Gattuso sarà stato capace di far dimenticare le fallimentari esperienze dei compagni di tante vittorie. Al pari di Seedorf ed Inzaghi è stato scelto per il DNA rossonero, per essere portatore di quei valori persi nel tempo con l’uscita dei campioni del passato.
Le difficoltà fin qui incontrate dai rossoneri non possono scoraggiare un tecnico partito sotto l’egida di Zamparini e sopravvissuto alle tempeste di OFI Creta e Pisa. Nelle sue prime otto partite alla guida del Milan, Gattuso ha dato segnale di cambiamento, anche se la strada, per il tecnico calabrese, sembra essere ancora in salita.

Stabilità

Chiarezza e certezze. I due fattori su cui Gattuso punta per una ricostruzione tecnica e psicologica del Milan. Dopo un iniziale 3–5–2 — utilizzato nelle prime due partite — il 4–3–3 è diventato il modulo di riferimento. Uno degli errori implicitamente imputati dal popolo rossonero a Montella è quello di non essere riuscito a definire uno spartito comune. La rivoluzionaria campagna estiva lo ha portato a continui cambiamenti alla ricerca della corretta integrazione degli uomini nuovi, finendo col vanificare i riferimenti costruiti durante la sua prima stagione al Milan. Il solo Rodriguez è passato da terzino in una difesa a quattro, ad esterno in un centrocampo a cinque, per poi finire terzo centrale nella difesa a tre. Lo stesso Suso, uno dei più positivi nella scorsa annata, ha pagato l’incertezza dei mesi passati. Riappropriatosi della sua mattonella — ala destra nel 4–3–3 — sembra poter ancora rappresentare il fattore imprevedibilità di un Milan sin qui scarico dal punto di vista offensivo.
Gattuso ha impiegato tre partite per definire lo scheletro attorno al quale sviluppare la sua squadra. Le scelte dell’undici titolare han fin qui premiato Kalinic come centravanti prescelto (5/8 da titolare) e Suso come padrone della fascia destra (6/8). A centrocampo Bonaventura (7), Montolivo (6) e Kessie (7) sono stati impiegati con maggior continuità, mentre la difesa a quattro è ormai strutturata attorno a Bonucci (7), Romagnoli (6) e Rodriguez (7). I ruoli di terzino destro ed ala sinistra sono gli unici privi di un titolare di riferimento. Calabria (4) ed Abate (3) in difesa, Borini (5), Bonaventura e Cutrone (4) in attacco, si sono avvicendati in queste prime otto partite.

Gioco Verticale

I dati fin qui parlano di un Milan diverso, figlio dei principi di gioco mutati nel passaggio da Montella a Gattuso.

“Vincenzo ama il palleggio e partire dal basso, Anche a me piace, ma negli ultimi 20–30 metri mi piace verticalizzare e creare qualche movimento con gli attaccanti per sorprendere avversari. Anche se le mie squadre non hanno mai segnato tanto”.

Precisione passaggi del Milan di Montella (a sx) e Gattuso (a dx)

I dati sin qui confermano quanto anticipato da Gattuso in fase di presentazione. Una maggiore tendenza a verticalizzare risulta in una più veloce ricerca dell’ultimo passaggio, e, di conseguenza, della possibilità di arrivare in porta o di perdere il controllo del pallone. Da qui la percentuale più bassa di passaggi riusciti rispetto alla gestione Montella, in cui il controllo del gioco nella propria metà campo rappresentava il presupposto da cui poi ricercare le punte in verticale.

Tiri in porta

Una maggior velocità nel raggiungere l’area avversaria ha sin qui permesso al Milan di Gattuso di migliorare il numero di conclusioni verso la porta. La media di tiri a partita è passata da 16,4 a 18,1 ma il dato più interessante è quello relativo ai tiri da dentro l’aria di rigore, quelli con la maggior probabilità di essere convertiti in gol, cresciuti da 8,1 a 10,4 a partita.

Tiri da dentro l’area di rigore per il Milan di Montella (a sx) e Gattuso (a dx)

Gol

Tiri da dentro l’area per gol nel Milan di Gattuso

Maggior pericolosità in fase offensiva ma squadra che ancora fatica a concretizzare. I sei gol segnati in campionato dai tre centravanti rossoneri (4 Kalinic, 2 Cutrone, 0 Andrè Silva) sono lo specchio di una costante mancanza di lucidità. La fin qui sterile manovra rossonera, vede peggiorata la media dei gol fatti a partita rispetto alla gestione Montella (1,1 contro 1,7). Al Milan di Gattuso servono in media 6 tiri da dentro l’area di rigore per realizzare un gol, due in più rispetto alla vecchia gestione (4 per gol).

Tiri da dentro l’area per gol nel Milan di Montella

Se l’attacco pecca ancora di lucidità, la difesa lamenta le stesse incertezze del passato. 1,4, in media, i gol subiti a partita, in linea con l’1,2 dell’era Montella.

Grinta e determinazione

“Con lui grinta e determinazione”

Fassone e Mirabelli non hanno nascosto la natura motivazionale del cambio in panchina. Il tecnico calabrese, tuttavia, non sembra aver ancora apportato quella reazione nervosa che tifosi e dirigenza si attendevano.

“Bisogna pensare alla mentalità, non dobbiamo pensare di essere biondi con gli occhi azzurri. Bisogna battagliare, se non si parte da questa base non si va da nessuna parte”.

Duelli vinti nel Milan di Montella (a sx) e di Gattuso (a dx)

La media relativa alla percentuale dei duelli vinti, diminuita nel passaggio da Montella a Gattuso (da 50,3 a 47,7) dimostra come il cambio in panchina non abbia portato ad una svolta dal punto di vista psicologico. Nemmeno la grinta, la determinazione — evocata da Fassone e trasmessa in tutte le sue dimensioni dall’ex centrocampista rossonero — è bastata a far crescere la squadra sotto l’aspetto della intensità nei duelli in campo.
Eccezione al trend negativo è rappresentata dal derby di Coppa Italia, in cui gli uomini di Gattuso sono riusciti ad uscire vincitori anche grazie alla prevalenza fisica su un’Inter intimorita dalle due sconfitte consecutive. E’ infatti notevole il miglioramento dei parametri relativi ai contasti vinti (aerei e complessivi) rispetto al derby di campionato. La percentuale di contrasti vinti è salita dal 44 al 50 % mentre quella relativa ai soli duelli aerei è passata dal 36 al 55%. La stracittadina natalizia rappresenta, sin qui, l’opera prima del Milan di Gattuso. Non ancora brillante, non ancora pulito nella trasformazione delle occasioni da gol ma finalmente convinto, di se stesso e del suo percorso. Cutrone, l’uomo decisivo, il ragazzo dal “veleno dentro”, è simbolo iconico del Milan in divenire. L’atteso miglioramento nel girone di ritorno passa dalla capacità di Gattuso, nei prossimi mesi, di trasformare il singolo episodio in un continuo, di dare struttura all’atteggiamento sin qui mostrato solamente a sprazzi dall’undici rossonero.

In conclusione

Il quadro statistico dipinge un Milan ancora a doppia faccia. I dati confermano una svolta tattica relativa alla gestione della palla ed alla pericolosità offensiva. Maggior facilità ad entrare in area di rigore e a creare occasioni da gol ma più difficoltà nel convertire le occasioni in rete . La squadra di Gattuso porta con sé ancora la faccia di due anime diverse. Una volenterosa, alla ricerca di una solidità tattica che possa portare stabilità e sicurezze. Un’altra insicura, poco convinta, che fatica a concretizzare e subisce una pesantezza mentale nei contrasti e nella fase di copertura .
Se da un lato era difficile aspettarsi un miglioramento nella solidità difensiva in sole otto partite, da un altro il peggioramento nella percentuale di duelli vinti segnala la mancanza di una reazione nervosa, invocata dai dirigenti ed attesa dopo l’arrivo di Gattuso. Il tecnico rossonero ha ora tutto il girone di ritorno per lavorare sulle certezze definite nel suo primo mese ed intervenire, tatticamente e mentalmente, su una squadra che, dopo i primi segnali positivi, è ancora alla ricerca di conferme.

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