“Una dose di cannabis al giorno protegge il cervello dagli effetti dell’invecchiamento”

Canapa Mundi
Il blog di Canapa Mundi
2 min readNov 29, 2017

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Secondo una ricerca pubblicata su “Nature Medicine”, assumere una piccola quantità di cannabis al giorno avrebbe effetti positivi per i più anziani

C’è un modo per rallentare il declino cognitivo che sopraggiunge con l’avanzare dell’età: assumere una piccola dose giornaliera di cannabis. A dirlo è una ricerca pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica “Nature medicine”: gli studiosi hanno condotto test sui topi e hanno osservato che quelli che assumevano regolarmente una ristretta dose di delta-9-tetraidrocannabinolo (detto comunemente THC), uno dei maggiori principi attivi della cannabis, ne traevano dei benefici per la memoria e per le abilità cognitive.

Diverso il discorso per i più giovani, per i quali è stato dimostrato quanto un uso prolungato e regolare della cannabis in dosi elevate possa danneggiare la memoria. Gli effetti sui più anziani sono, invece, poco studiati: è stato questo l’obiettivo del team della University of Bonn, che ha condotto la ricerca. “Se riuscissimo a ringiovanire il cervello in modo da ‘regalare’ dai cinque ai dieci anni in meno senza il bisogno di ricorrere a medicinali extra avremo fatto molto di più di quanto avremmo mai potuto immaginare”, ha affermato Andras Bilkei-Gorzo, dell’Institute of Molecular Psychiatry della stessa università.

Gli scienziati hanno somministrato THC per un mese a topi di diverse età (due mesi, un anno e 18 mesi) e hanno poi osservato gli effetti, sottoponendoli ad alcuni test. L’assunzione della cannabis ha avuto un impatto molto forte: mentre i più giovani faticavano ad uscire dai percorsi creati ad arte dai ricercatori o a risolvere i vari ‘enigmi’, i più anziani sembravano avere molta meno difficoltà. Gli effetti positivi, per quest’ultima categoria, sono durati anche settimane dopo la somministrazione.

“I risultati rivelano un miglioramento profondo e durevole delle abilità cognitive dovuto all’assunzione di ristrette dosi di THC negli animali più maturi”, hanno scritto gli scienziati. Secondo il team tedesco, la droga stimola il sistema endocannabinoide, un complesso sistema endogeno di comunica­zione tra cellule, che diventa sempre meno attivo nei topi, in altri animali e negli esseri umani con l’aumentare dell’età.

La ricerca ha attirato l’attenzione di molti studiosi o esperti nel campo. David Nutt, professore di neuropsicofarmacologia all’Imperial College London, ha ribadito la necessità di una sperimentazione sull’uomo, mentre Michael Bloomfield, docente di psichiatria alla University College London, ha invece affermato: “Ciò che è particolarmente eccitante di questo studio è che apre le porte alla conoscenza del sistema endocannabinoide, un obiettivo potenziale per nuove strade della ricerca su malattie come la demenza”.

Articolo tratto da Huffington Post Italia

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