Cose che non dovrebbero succedere

Matteo Papadopoulos
Cantiere Creativo
Published in
3 min readSep 29, 2017

A volte si sbaglia. Capita. Quando capita però, si chiede scusa e si ripara al torto, si ripara doppiamente.

Così rompo le palle a mia figlia di 4 anni; così vale anche per me che di anni ne ho 44.

In Cantiere Creativo stiamo vivendo un bellissimo momento: dopo quasi un anno, ieri, a seguito di una presentazione nella Sala Bianca di Palazzo Pitti a Firenze, la sala reale delle grande occasioni, abbiamo presentato e messo online il nuovo sito delle Gallerie degli Uffizi. Vi lascio solo immaginare la soddisfazione e l’orgoglio che dei fiorentini provano quando possono contribuire alle cose importanti della propria città.

Il team che ha lavorato sul progetto era presente, per godersi il momento in cui il proprio lavoro prende vita e si confronta col mondo.

Il team Cantiere che ha sviluppato il sito, con il Direttore E.Schmidt in occasione della presentazione del nuovo brand delle Gallerie degli Uffizi realizzato dallo studio Carmi e Ubertis.

C’erano tutti, a parte uno: Matteo Manzo.

Fiorentino, in viaggio verso Budapest per partecipare ad una conferenza. In quanto giovane padawan, vuole migliorare e diventare un giorno un bravo senior-developa. Non ha potuto quindi godersi il momento per cui ha lavorato per mesi.

Matteo (in fondo a destra) con parte del team di Cantiere in viaggio verso l’Euruko 2017 a Budapest

I progetti non sono fatti di solo sviluppo, design, wireframe, database e deploy. Esiste anche lo story telling e ieri toccava a me raccontare alla platea di VIPs la nostra storia. Lo story telling può andare bene, affinché abbia solide basi di sincerità e di coerenza. Finché non sento emergere queste caratteristiche, scrivo e correggo, correggo e riscrivo. E così capita che ci vogliono 3 giorni a scrivere un discorso di 15 minuti, con notti in bianco, ammorbamento dei colleghi, familiari ecc. Un’ansia pazzesca che genera stanchezza! Di solito, poi ne vale la pena.

Le ore successive alla pubblicazione di una vetrina su cui sono puntati gli occhi del mondo, sono sempre molto tese. Speri che vada tutto liscio tecnicamente, curioso di vedere le prime reazioni, gioie o critiche impietose che siano. E così arrivi alla mezzanotte, distrutti, dopo una giornata intensa e delle notti in bianco e non vedi l’ora di raccontare che “è su! è su!” ringraziando di cuore chi il lavoro lo ha fatto per davvero. E così è stato, su facebook, sulla pagina pubblica aziendale. Mai fare un errore del genere.

Tutti sono stati ringraziati, tranne uno: Matteo Manzo.

Non era uno qualsiasi, questo fiorentino. Era quello che il sito lo ha fatto per davvero, uno di quelli che ci ha lavorato per mesi, in the zone, scrivendo il codice riga dopo riga. E deve aver contribuito a farlo pure bene se al momento del deploy tutto è andato liscio come non mai.

Come ho potuto scordarmi proprio lui, Matteo Manzo?

Quando la mattina successiva, in pieno dormiveglia, ho realizzato di aver scordato il suo nome, mi sono sentito una brutta persona. Non è una questione di sensi di colpa, quanto un sincero dispiacere per avergli negato un momento importante: quello della profonda e sentita soddisfazione personale che tutti meritano, indipendentemente da quanto ci tengano o meno.

Non importa chi sia. Non importa se è junior o di come è inquadrato, del ruolo che ha nel team, dello stipendio che prende, o dei giorni/mesi/anni da cui è presente. È una questione di rispetto del lavoro che svolge con passione e dedizione. Negare il momento clou, è come negare tutto il lavoro. Ed è un vero peccato, perché non si torna indietro, mi dispiace molto.

Per questo stasera, invece di chiudere gli occhi e finalmente riposare, ho deciso di riparare al torto fatto a Matteo, scusandomi apertamente e raccontando quanto sia stato fondamentale il suo lavoro con i suoi 578 commit, i 2673 file modificati, le 26800 righe di codice aggiunte e le 5764 eliminate.

È stata fondamentale la sua presenza e infine, purtroppo, anche la sua assenza.

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Matteo Papadopoulos
Cantiere Creativo

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